Per il Piano casa un percorso a ostacoli - QdS

Per il Piano casa un percorso a ostacoli

Angela Carrubba

Per il Piano casa un percorso a ostacoli

martedì 01 Giugno 2010

Sono passati due mesi dalla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, critiche da Ance Sicilia, Consulta Ingegneri e Assoarching. Entro luglio le delibere dei Comuni ed entro giugno dalla Regione un marchio di qualità ambientale

PALERMO – Secondo la definizione del dizionario Garzanti “Piano” è il “programma in cui si predispongono le modalità e gli sviluppi di un’azione o di un’attività”. Quindi ci si aspetterebbe che la legge regionale 6 del 23 marzo 2010 “Norme per il sostegno dell’attività edilizia e la riqualificazione del patrimonio edilizio” (Gurs n. 14/2010) comunemente conosciuta come “Piano casa” sia, per l’appunto, un insieme di norme che hanno un duplice obiettivo: “ridare fiato” alle imprese del settore edile e (sull’onda dei provvedimenti nazionali) consentire ai cittadini siciliani di contare sulla possibilità di “aggiustare” casa.
L’uso del condizionale è d’obbligo dal momento che dalla lettura dei dodici articoli che compongono la legge emergono alcuni dubbi espressi nei giorni scorsi anche in una riunione dell’Ance Sicilia e degli ordini professionali siciliani, riuniti a Palermo dall’Associazione Liberi professionisti Architetti e ingegneri.
Ferma la posizione critica dell’Ance Sicilia: “L’attuazione del Piano Casa è tutta da verificare – ha affermato Sebastiano D’Andrea, presidente della commissione Edilizia e urbanistica dell’Ance Sicilia – temo che si rivelerà ininfluente soprattutto per aziende strutturate come le nostre. In particolare, gli abbattimenti e le ricostruzioni, ma anche le riqualificazioni di vecchi edifici, sono assai limitati dai vincoli posti dalla norma, come l’impossibilità di modificare la destinazione d’uso, di delocalizzare in siti più idonei e compatibili con l’ambiente, oltre ai tanti limiti posti dai piani sovracomunali e paesaggistici”.
Elio Caprì, presidente dell’Associazione liberi professionisti architetti e ingegneri, ha sintetizzato le osservazioni emerse nell’incontro: “Per applicare il Piano casa manca la definizione dei criteri di bioedilizia e di risparmio energetico per le progettazioni. Ê stato osservato da più parti che il testo deve chiarire se per le autorizzazioni va applicata la normativa regionale in materia urbanistica che è ferma alla legge 71 del 1978, oppure la legge nazionale del 2001 che prevede la dichiarazione d’inizio attività al posto della concessione. Inoltre, bisogna attendere la fine di luglio, termine entro il quale i singoli Consigli comunali dovranno approvare l’individuazione e la perimetrazione delle aree di intervento”.
Sulla carenza della definizione della bioedilizia Gaetano Fede, presidente della Consulta degli Ordini degli Ingegneri della Sicilia, sintetizza le valutazioni sulla legge dell’organismo che presiede ad una comunicazione pubblicata nei giorni scorsi nella quale si legge “si prevede una premialità del 25% per l’utilizzo dei principi della bioedilizia ed un incremento del 10% per l’utilizzo di energie rinnovabili, come se queste ultime non fossero elementi caratterizzati dei principi della bioedilizia”.
Su questo punto Salvatore Falzone, capo di gabinetto dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Luigi Gentile, ha annunciato che entro il termine del 25 giugno l’assessore emanerà il decreto sui criteri della bioedilizia. Ed ha lasciato intendere che le osservazioni e le richieste di modifica avanzate dall’Ance Sicilia e dagli ordini professionali saranno analizzate dal governo regionale anche per valutare l’opportunità di un’eventuale futura modifica del Piano casa.
Come si può vedere, sul “Piano casa” le notizie degli ultimi giorni (provenienti da coloro che tale “piano” dovrebbero utilizzare) riportano una serie di dubbi e osservazioni sull’applicabilità di una legge che, per diventare operativa, ha bisogno di sciogliere i dubbi di imprese, professionisti e cittadini che troppo spesso si sono scontrati con meccanismi farraginosi e continuamente rivisti. Ed ha bisogno di rispettare le scadenze che riportiamo nel box a lato.
E soprattutto c’è bisogno di rispondere ad un dubbio: la legge regionale 6/2010 detta “Piano casa” è un “piano” come da definizione del dizionario della lingua italiana?
 

 
Calendario delle scadenze previste nella legge regionale 6/2010
 
(art. 6) “I comuni, con delibera consiliare, entro il termine perentorio di centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, possono motivatamente escludere o limitare l’applicabilità delle norme di cui agli articoli 2 e 3 ad immobili o zone del proprio territorio o imporre limitazioni e modalità applicative, sulla base di specifiche ragioni di carattere urbanistico, paesaggistico e  ambientale”.

(art. 9) “La Regione, entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, richiede, ai sensi del regio decreto 21 giugno 1942, n. 929, la registrazione di un marchio di qualità ambientale ed energetica per gli edifici realizzati con i criteri di cui al comma 1, da esporre con apposita targa all’esterno dell’edificio, sia pubblico che privato, a fianco del numero civico” e “I comuni istituiscono un registro contenente l’elenco degli edifici che godono della certificazione energetica e del relativo marchio. Gli elenchi sono resi pubblici e sono pubblicati nei siti web di ogni comune”.

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