Stranieri in fuga dai borghi fantasma - QdS

Stranieri in fuga dai borghi fantasma

Liliana Rosano

Stranieri in fuga dai borghi fantasma

martedì 02 Giugno 2009

Turismo. Arrivi e presenze 2008. Stranieri in calo
Politica. I borghi siciliani rimangono località pressoché sconosciute perché manca una politica di programmazione e comunicazione che valorizzi questi centri e nuclei storici.
Arrivi e presenze. Città come Cefalù e Monreale che negli anni passati registravano un boom di turisti stranieri, nel 2008 hanno perso rispettivamente il 4,73 e il 9,90 delle presenze e degli arrivi.

Palermo – Per i turisti stranieri la Sicilia non è più una meta ideale per una vacanza da sogno.
Sono lontani i tempi del Grand Tour, quando scrittori, intellettuali, giovani aristocratici provenienti da tutta Europa, nel corso del settecento, trascorrevano lunghi periodi alla scoperta del Belpaese, con una curiosità e un’attrazione particolare per la Sicilia.
E mentre l’estate 2009 sta per arrivare, il bilancio dell’anno 2008 non è stato per niente positivo per il turismo straniero in Sicilia. Calano gli arrivi e le presenze nell’Isola, sia nelle grandi città che nei piccoli centri. Per non parlare poi dei borghi siciliani, centri e nuclei storici che altrove sono veri gioielli  e attrattive per gli stranieri (pensiamo alla Toscana e all’Umbria) mentre da noi sono bellezze sconosciute agli stessi isolani.
A rilevare la flessione degli arrivi e presenze dei turisti non italiani sono i dati 2008 dei Servizi turistici regionali e delle Aziende provinciali del turismo delle nove province siciliane che sono un riferimento non solo per i maggiori centri turistici ma anche per i minori, compresi i borghi.
Si parla di un – 9% su tutto il territorio regionale ma con delle percentuali che arrivano fino al -22,75% come nella provincia di Messina e un -21,95 nella provincia di Palermo.
Un segno negativo (-14,39) anche nella provincia di Catania, dove la sola e rinomata località di Nicolosi, ai piedi dell’Etna, ha perso nel 2008 il 12,43 del turismo straniero.
Sorprende, fra tutti, il dato che riguarda la città di Taormina, da sempre meta di un turismo internazionale. Nella città del Teatro greco e degli alberghi lussuosi, si registra un -12,84 per cento di arrivi e presenze di stranieri. Ma non è solo Taormina a perdere appeal per i turisti stranieri. Città come Cefalù e Monreale che negli anni passati registravano un boom di turisti stranieri, nel 2008 hanno perso rispettivamente il 4,73 e il 9,90 delle presenze e arrivi.
E a questa flessione di turisti stranieri non sfugge neanche la città di Siracusa, amata soprattutto da tedeschi, francesi e inglesi dove però nel 2008 c’è stato un calo del 7,94 per cento. In calo anche i “borghi marinari” di Acicastello (-5,63%) e Patti (-14,38) inseriti in questo speciale circuito turistico su cui però Regione e Province non hanno investito molto in termini di promozione.
Sarà anche colpa della crisi economica globale e del pericolo recessione, ma il dato 2008 del turismo degli stranieri e del turismo in generale in Sicilia deve essere letto soprattutto tenendo conto anche di altri fattori. Primo fra tutti la mancanza di una strategia di programmazione  a livello regionale che possa finalmente dare vita a quello che viene definito sistema turistico: una politica globale di strategia finalizzata alla promozione del territorio e delle sue peculiarità, mettendo insieme gli operatori turistici, le piccole-medie imprese e i soggetti appartenenti al mondo della cultura. Non solo, manca in Sicilia anche una forte e penetrante campagna di promozione turistica che sia in grado di evidenziare eventi e luoghi che non siano necessariamente quelli classici noti ormai a tutti. Basti pensare che con la stagione estiva alle porte, visitando il sito dell’assessorato al Turismo della Regione, ci accorgiamo che non vi sono programmi, manifestazioni, eventi pubblicizzati (l’ultimo risale al 2008) anche se il documento programmatico 2009 prevedeva una importante campagna pubblicitaria per la promozione della Sicilia.
Anche Mario Bevacqua, leader dell’organizzazione mondiale degli Agenti di Viaggio (Uftaa), bacchetta la Regione. A rischio ci sarebbe anche il congresso mondiale dei tour operator in programma in Sicilia nel 2012. “La Regione avrebbe dovuto costituire il comitato organizzatore entro il 30 maggio, ma già il termine è slittato al 30 giugno. Non si tratta di una festicciola di paese – continua Bevacqua – sarebbe un peccato lasciarsela sfuggire”.

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