Investimenti in sicurezza, le Pmi latitano - QdS

Investimenti in sicurezza, le Pmi latitano

Vanessa Paradiso

Investimenti in sicurezza, le Pmi latitano

mercoledì 03 Novembre 2010

In aumento gli incidenti sul lavoro in Sicilia ma le piccole imprese stanziano pochi fondi per arginare il fenomeno. Intanto la Regione ha reso disponibili 3,5 mln l’anno per la vigilanza e la prevenzione degli infortuni

PALERMO – Secondo i dati forniti dall’Inail gli infortuni e le morti sul lavoro registrano un preoccupante aumento. Risultanze che vengono confermate anche dal progetto Network Sicurezza, promosso con Fondimpresa e Obr Sicilia, Euroconsult e Burruano Partners, il quale ha evidenziato come nel 2008 Catania si è confermata la provincia siciliana maggiormente colpita nel numero di incidenti mortali (23), Messina e Ragusa 11 morti, Palermo 9, Trapani e Agrigento 7, Caltanissetta 4, Siracusa 3 ed Enna con un solo caso.
Il totale degli incidenti avvenuti nella provincia di Palermo sono 7.746 nella provincia di Palermo, 7.109 a Catania e 5.334 casi a Messina. La città di Ragusa è, invece, quella dove si è registrato un calo maggiore: -5,2%.
Si levano proteste e si cercano soluzioni, affinchè sui luoghi di lavoro si affermi come priorità la sicurezza, ma come denunciato da Antonio Leonardi, direttore responsabile del Servizio Tutela Salute e Sicurezza sui luoghi di lavoro della Regione Siciliana “gli ispettori in Sicilia sono insufficienti”.
Il nuovo Piano regionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro ha messo a disposizione 3 milioni e 550mila euro all’anno per tre anni per la vigilanza e la prevenzione. è questo un altro passo in avanti per mettere in atto il modello di prevenzione, disegnato dal decreto legislativo 81/2008, che ancora presenta aspetti problematici in relazione alla sua applicazione nella pubblica amministrazione, con particolare riguardo agli appalti.
è inoltre da valutare quanto espresso da Armando Cannata, coordinatore del progetto Network sicurezza “mentre nelle aziende grandi o medie è normale inserire in bilancio somme destinate normalmente alla sicurezza, in quelle piccole o molto piccole non vi è traccia di somme a tale scopo stanziate”.
Gli infortuni che interessano la Sicilia rappresentano il 4,06% del fenomeno infortunistico nazionale. Nel 2008 sono stati denunciati all’Inail 35.590 infortuni sul lavoro, di cui 30.209 relativi al settore dell’industria e servizi, 2.709 dell’agricoltura e 2.672 dei dipendenti dello Stato.
Al riguardo, l’Associazione degli industriali Confindustria di Caltanissetta, ha dichiarato che “ci sono aziende a zero infortuni come la raffineria e aziende che non si interessano al tema perché manca la sensibilità e la cultura d’impresa. Occorre capire le cause dell’infortunio per intervenire e rimuovere la negligenza dei lavoratori. Sul fronte delle denunce delle malattie professionali si registrano dati parzialmente positivi, dovuto anche ad una maggiore diffusione delle informazioni da parte di enti pubblici e privati, associazioni, e delle campagne informative da parte di più enti, in cui lo stesso Inail si fa carico.
Nel 2008 sono state sono state presentate 1.010 denunce di malattie professionali, a fronte delle 976 denunce del 2007 (+3,48%) di cui 926 in Industria e Servizi, 66 in Agricoltura e 18 in conto Stato, in linea con il dato nazionale, anch’esso in aumento (29.704 denunce nel 2008 a fronte delle 28.497 denunce del 2007). La provincia di Messina ha il maggior numero di denunce (287); seguono Caltanissetta (136), Palermo (127), Enna (116) e Catania (93).
 

 
Infortuni in salita ma diminuisce l’occupazione
 
Il problema va valutato in un’ottica nazionale, tanto è vero che Lorenzo Fantini, dirigente divisione sicurezza e lavoro del Ministero del Lavoro, nel corso del convegno organizzato recentemente a Pescara dal Cnai e dall’Aifos (Associazione italiana formatori della sicurezza sul lavoro) ha sottolineato che “molta strada deve però ancora essere fatta, in quanto vi sono circa 40 provvedimenti attuativi da emanare. Il ministero del lavoro sta completando quello relativo al Sistema informatico nazionale della prevenzione, vi sono poi provvedimenti la cui attuazione compete alla conferenza stato-regioni”. I dati assumono connotati allarmanti, ove si consideri che la totalità dei dati esaminati sono ancorati a quelli ufficiali dell’Inail o ad altri istituti, che non possono tenere in conto i molti lavoratori precari o addirittura quelli che lavorano in nero. A ciò si aggiunga che innanzi ad un consistente aumento di incidenti sul lavoro, va attenzionata la diminuita occupazione: in Sicilia, il tasso dei senza lavoro tocca il 15,1%, dal 15,8% del primo trimestre. Come denunciato dall’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) si registra il tracollo degli appalti pubblici a conclusione del terzo trimestre 2010 (le gare appaltata risultano appena 10 milioni e mezzo).

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