Edilizia pubblica, in Sicilia è tracollo - QdS

Edilizia pubblica, in Sicilia è tracollo

Massimo Mobilia

Edilizia pubblica, in Sicilia è tracollo

venerdì 05 Novembre 2010

Vertici dell’Ance regionale riuniti a Palermo per lanciare il grido d’allarme, ma il presidente Lombardo ha disertato l’incontro. In due anni appalti dimezzati. Ferlito: “La Regione sblocchi la spesa”. Russo: “Aspettiamo i Fas”

PALERMO – Le gare d’appalto in Sicilia hanno subito una flessione di oltre il 50% dal 2008 al 31 agosto scorso, sono passate dalle 832 registrate nel 2008 alle 397 dell’agosto di quest’anno. Sono i dati forniti dal collegio regionale dei costruttori edili dell’Ance Sicilia.
Colpo di scure anche sul numero di lavoratori iscritti alle casse edili che dal 2008 sono diminuiti di 30mila unità, 22 mila soltanto nel corso di quest’anno. A denunciarlo è l’Ance Sicilia, a Palermo, per un incontro organizzato nella sede regionale dell’associazione, a cui ha preso parte il presidente nazionale dell’Ance, Paolo Buzzetti, e il presidente regionale dell’Ance, Salvatore Ferlito. Doveva parteciparvi anche il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ma è risultato assente per impegni istituzionali.
“Abbiamo perso – ha detto Salvatore Ferlito – oltre trentamila posti di lavoro a cui vanno aggiunti quelli dell’indotto. Abbiamo domande urgenti da porre al Governatore per sapere quando verrà sbloccata la spesa, quando partiranno gli appalti pubblici, soprattutto quelli medi e piccoli, fulcro della piccola e media impresa. Aspettiamo di incontrare la giunta regionale – ha concluso. Siamo ormai oltre la crisi, siamo al collasso, non c’è più tempo di aspettare e il nostro è un grido d’allarme”.
Non solo. Secondo il presidente nazionale Buzzetti, “la pubblica amministrazione deve alle imprese edili una somma che si aggira attorno ai 14 miliardi. Una cifra astronomica che potrebbe essere anticipata dal fondo rotativo. Non è possibile che per non far fallire lo Stato, si facciano fallire le imprese private”.
“L’edilizia – ha aggiunto – presenta un quadro drammatico in tutto il paese, la crisi ha messo in evidenza le lentezze burocratiche e l’incapacità di decisioni rapide della pubblica amministrazione. Ci sono delle responsabilità e attendiamo risposta sugli aggravi di questa crisi, innanzitutto sui mancati pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, che sono diventati intollerabili dal punto di vista del convivere civile anche dopo la direttiva europea che ha precisato che il ritardo massimo può essere di sessanta giorni”.
“Il Governo – ha sottolineato ancora Buzzetti – ha cercato di opporsi. è comprensibile la difficoltà che abbiamo in ambito di finanze pubbliche, ma il patto di stabilità fa in modo che gli enti locali non siano in grado di pagare. Questo genera per molte piccole aziende il rischio di chiusura”.
“A ciò aggiungiamo i 200 mila posti di lavoro persi fino a oggi – conclude – che non fanno effetto come chiudere uno stabilimento Fiat, ma sono numeri importanti per l’edilizia che con l’indotto arriva a 3 milioni di occupati. A dicembre protestermo a Roma con i sindacati, per chiedere pagamenti e semplificazioni dal punto di vista burocratico che possano aiutare il settore”.
“Non possiamo che condividere la preoccupazione dell’Ance”, ha risposto l’assessore regionale alle Infrastrutture, Pier Carmelo Russo. “Soprattutto – spiega Russo – siamo consapevoli della gravità della situazione in un quadro di recessione economica e di incremento della disoccupazione, in special modo giovanile, relativamente alla quale i dati non possono più essere definiti solo allarmanti”.
“La Regione siciliana – ha affermato Russo – sta riflettendo sulle iniziative da assumere essendo prossima la firma dell’intesa istituzionale quadro sulle infrastrutture con il governo nazionale”.
“Non si può tuttavia tacere il fatto che interventi di programmazione richiedono congrue risorse finanziarie. Il mancato trasferimento dei Fondi per le aree sottosviluppate (Fas) e il blocco delle risorse liberate disposto dal Cipe il 29 luglio 2010 – denuncia l’assessore – non aiutano certo le operazioni di riorganizzazione del sistema. Siamo certi – conclude – che l’Ance sarà al fianco del Governo regionale nel rivendicare la piena disponibilità di queste risorse che serviranno anche a far ripartire il settore”.
 


“Opere pubbliche e nuove regole per il settore”
 
PALERMO – “Nel corso della riunione a Palermo, tra i Consigli direttivi delle sezioni provinciali dell’Ance, alla presenza del presidente nazionale Paolo Buzzetti e del Comitato regionale di presidenza guidato da Salvo Ferlito, è stato espresso grande disappunto per l’assenza del governatore Raffaele Lombardo, al quale si voleva chiedere come pensa la Regione di risollevare il settore dalla crisi in assenza di investimenti programmati per infrastrutture ed edilizia”.
è quanto si legge in una nota dell’Ance Sicilia, che si attende ora dal presidente della Regione “risposte urgenti a sei richieste: lo sblocco dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, l’utilizzo dei fondi Fas per finanziare piccole e medie opere pubbliche, il varo dei regolamenti urbanistici e dei piani di edilizia residenziale, l’allineamento dinamico della legge regionale alla normativa nazionale sui lavori pubblici, la revisione del ruolo dei general contractor nell’esecuzione di grandi opere, la semplificazione della pubblica amministrazione”.
“Tali provvedimenti, attesi da oltre un anno, sono ormai improrogabili, in quanto indispensabili – aggiunge l’Ance Sicilia – ad arginare una crisi dilagante che ha già divorato centinaia di imprese e oltre 30mila posti di lavoro e che, continuando l’attuale trend al ribasso degli appalti, farà chiudere ulteriori aziende e creerà ancora disoccupati con imprevedibili conseguenze sulla tenuta sociale dell’economia dell’Isola”. In assenza di risposte, l’Ance Sicilia, in occasione della manifestazione nazionale di protesta programmata a Roma per i primi di dicembre, chiederà al governo nazionale “di intervenire sulla grave situazione siciliana”.

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