Economia siciliana: la recessione cede il passo alla stagnazione - QdS

Economia siciliana: la recessione cede il passo alla stagnazione

Salvatore Sacco

Economia siciliana: la recessione cede il passo alla stagnazione

martedì 09 Novembre 2010

Investimenti in ribasso e chiusure di bilancio in negativo per le imprese industriali dell’Isola. Prospettive incerte per il 2011 secondo i dati della Banca d’Italia, sede di Palermo

PALERMO – La debolezza degli investimenti è l’aspetto più preoccupante che emerge dai dati sull’ economia siciliana presentati lo scorso giovedì dalla Sede di Palermo della Banca d’Italia nel semestrale aggiornamento congiunturale.
Vediamo nel dettaglio i segnali che sembrano confermare questa stasi degli investimenti: intanto le imprese industriali che fanno parte dell’indagine campionaria condotta periodicamente dalla Banca, pur segnalando a settembre del corrente anno un lieve miglioramento per quanto riguarda l’andamento del fatturato (registrato in calo solo, si fa per dire, dal 39%  delle imprese contro il 60% del 2009) continuano a prevedere investimenti in ribasso e chiusure di bilancio in negativo  (52% del campione), il tutto mentre il grado di utilizzo degli impianti continua ad essere  bassissimo e pari solo al 60% della capacità produttiva.
La scarsa fiducia degli imprenditori nelle prospettive future è testimoniata anche  dalla bassa dinamica della domanda di credito promanante dalle imprese: la crescita dei prestiti bancari registrata a giugno 2010 ( 4,3%, contro il 3,9% di dicembre, sempre  sull’ analogo mese dell’ anno precedente) è dovuta alle famiglie che a giugno hanno registrato una crescita dei prestiti loro destinati pari al 5,2% contro il 3,3% di dicembre, mentre le imprese scendono dal 3,8% di dicembre 2009 al 3,8% di giugno 2010. Peraltro, per quanto riguarda le famiglie, parte della crescita dei prestiti si concentra sui mutui, mentre altra parte è motivata dalla necessità di indebitarsi per non abbassare eccessivamente il tenore di vita.
In questo scenario si comprende la stazionarietà dei depositi registrata nella regione. Per quanto riguarda la ripresa della domanda di credito, le banche (secondo quanto emerge da un’altra indagine diretta condotta sulle banche dalla Sede siciliana della Banca d’Italia) la collocano nel secondo semestre dell’anno, ma potrebbe trattarsi ancora una volta solo di una speranza alimentata dall’ attesa di una ripresa che, invece, potrebbe tardare ancora: tutto sommato le stesse banche avevano già previsto, erroneamente,  un’analoga evoluzione per il primo semestre del corrente anno .
In sostanza, i dati della Banca d’Italia ci dicono che nella nostra regione  la recessione sta cedendo il passo alla stagnazione, è già qualcosa ma non può andare bene per una regione che continua a vedere aumentare i propri gap con le regioni più avanzate del paese e dell’ unione Europea.

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