È in arrivo il “caro” Natale, aumentano i prezzi in Sicilia - QdS

È in arrivo il “caro” Natale, aumentano i prezzi in Sicilia

Michele Giuliano

È in arrivo il “caro” Natale, aumentano i prezzi in Sicilia

sabato 11 Dicembre 2010

I dati della Cgia segnano listini in ascesa del 20% in Italia ma ai consumatori siciliani va peggio. Rincari del 22,6% rispetto al 2009, 2 punti in più rispetto alla media nazionale

PALERMO – In Sicilia i prezzi continuano ad aumentare vertiginosamente e fanno una nuova impennata anche in questo periodo natalizio, così un po’ in tutti i mercati italiani. Solo che questi rincari arrivano ad essere più pesanti nell’Isola rispetto che al resto della nazione per il semplice fatto che oramai il trend del rialzo non si ferma sin dall’introduzione dell’euro.
“Oggi, fa segnare la Cgia di Mestre, si parla di una media di rincari in Sicilia che è arrivata al 22,6 per cento”. Per questo periodo natalizio il Codacons ha potuto appurare come in alcune città siciliane si sta subendo specificatamente per i prodotti natalizi ulteriori incrementi dei prezzi nell’ambito di una ricerca su scala nazionale che ha preso a campione anche diverse grandi città dell’Isola, tra cui Palermo e Catania. A conti fatti l’organizzazione dei consumatori ha calcolato che quest’anno per il tradizionale brindisi a tavola durante il cenone, si spenderà di più rispetto al 2009 (dal +3,7 per cento dello spumante fino al +9,8 per cento del vino rosso), mentre risultano stabili o in lieve aumento i prezzi dei prodotti alimentari classici del Natale (pandoro, panettone, torrone, cotechino, ecc.).
Gli incrementi più sostanziosi riguardano però il settore degli addobbi per la casa: se restano invariati i listini degli alberi di Natale, rincari non indifferenti si registrano per palline, luci, e accessori per incartare i regali (carta, coccarde, etc.). Sta di fatto che l’allarme del Codacons non è altro che la conferma di un pericolosissimo gioco al rialzo nel mercato del consumo in Sicilia che oramai dura da troppo tempo.
Lo può attestare proprio la Cgia di Mestre che ha voluto specificatamente analizzare proprio il mercato siciliano confrontandolo con quello delle altre regioni d’Italia. Secondo quanto ha potuto appurare l’organizzazione di categoria queste impennate dei prezzi in Sicilia continuano in maniera costante sin dal 2001, anno in cui è entrata in vigore la nuova moneta europea. La Sicilia sfonda di oltre 2 punti percentuale la media degli aumenti registrata in Italia: arriva infatti al +22,6 per cento contro una media che si ferma al 20.
“è opportuno sottolineare che la maggior crescita dell’inflazione non deve essere confusa con il costo della vita. La vita al Nord – spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia Mestre – è molto più costosa che nel Mezzogiorno. Altra cosa, invece, è analizzare, come abbiamo fatto noi, la dinamica inflattiva registrata in un determinato periodo di tempo. Noi riteniamo che una delle ragioni che ha fatto lievitare maggiormente i prezzi al Sud, è dovuta al fatto che la base di partenza dei prezzi nel 2001 era molto più bassa nel Mezzogiorno che nel resto del Paese.
Tuttavia a condizionare questo risultato hanno concorso molte criticità presenti nel Sud, come il drammatico deficit infrastrutturale, la presenza delle organizzazioni criminali che condizionano molti settori economici, la poca concorrenza nel campo dei servizi e, soprattutto, un sistema distributivo delle merci molto arretrato e poco efficiente”.
 

 
Per regali e cenoni le famiglie spenderanno in media 200 euro
 
PALERMO – I consumatori per queste feste non vengono risparmiati su nessun fronte. Infatti subiscono aumenti tutti i settori che sono indirettamente collegati al Natale. Ad esempio una delle note più dolenti è quella dei giocattoli, guarda caso oggetti irrinunciabili all’interno della lista regalo delle famiglie (+10,8 per cento per le costruzioni, +5,1 per cento per le bambole). In crescita anche i prezzi dei libri (quelli non in offerta), con una media di 20,90 euro a volume (+10,5 per cento sul 2009). La spesa delle famiglie per il Natale 2010 sarà particolarmente accorta, e complessivamente in linea con quella dello scorso anno, attestandosi a quota 200 euro procapite. Gli aumenti contenuti nel settore alimentare limiteranno l’aggravio di spesa relativo al cenone di Natale ad un massimo di +15 euro a famiglia. Ma questo contenimento è solo perché i siciliani e gli italiani in genere spenderanno meno: in pratica imbandiranno molto meno la tavola e questo permetterà di potere sborsare solo qualche quattrino in più rispetto al 2009. Certamente questo non può essere considerato un dato positivo ma, di questi tempi, un po’ tutto si può dire che faccia brodo.

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