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Palermo – Amianto, le “bombe ecologiche” disseminate nelle vie della città

Luca Insalaco

Palermo – Amianto, le “bombe ecologiche” disseminate nelle vie della città

giovedì 13 Gennaio 2011

Il problema dell’eternit abbandonato viaggia in parallelo con quello delle microdiscariche abusive. I siti inquinati segnalati sono 133. Un altro centinaio le denunce da verificare

PALERMO – Una bomba ecologica a base di amianto. Sono 133 i siti inquinati segnalati dai cittadini all’amministrazione comunale, ai quali vanne aggiunte un centinaio di denunce da riscontare e verificare. La punta di un iceberg fatto di polveri di asbesto sparse un po’ su tutto il territorio comunale. L’area in cui si registra la maggiore concentrazione di amianto abbandonato è lo Zen, ed è compresa nel triangolo tra le vie Rocky Marciano, Senocrate di Agrigento e Costante di Girardengo.
 
Parla di vero e proprio “scandalo” il consigliere del Pd Davide Faraone, che spiega: “Da una parte, l’Amia non è abilitata alla rimozione dell’amianto e l’amministrazione comunale si affida a ditte esterne, con costi evidentemente superiori rispetto a una gestione internalizzata. Costi per l’ente pubblico ma anche per il cittadino che, se deve rimuovere un recipiente d’acqua in cemento-amianto di 1000 litri, può rivolgersi solo a privati con un costo medio di 1200 euro. Se questi sono i costi – aggiunge – è più facile ritrovare quel recipiente sbriciolato per strada o nelle aree verdi abbandonate piuttosto che regolarmente smaltito”.
 
Per Faraone, tuttavia, il budget stanziato dal Comune per gli interventi di rimozione è insufficiente: 170mila euro da utilizzare fino al loro esaurimento. Per il vice sindaco nonché assessore comunale all’Ambiente, Marianna Caronia, tutte le segnalazioni giunte all’amministrazione comunale sono state risolte e le somme residue del 2010 permettono ulteriori interventi di bonifica. La decisione di affidare l’appalto per la rimozione del materiale a ditte esterne – ha spiegato la Caronia – è stata presa in virtù di una delibera comunale ed ha comunque permesso di ottenere un risparmio. 
Legato al problema dell’amianto abbandonato è quello del proliferare di discariche abusive di rifiuti ingombranti. Non è raro, infatti, trovare nei siti inquinati vecchi elettrodomestici a contatto con il cemento amianto che, contaminati, non possono essere rimossi dal personale Amia.  Nel 2010 sono state censite nel capoluogo 1.353 discariche abusive per un totale di 5.031 tonnellate di rifiuti ingombranti, con un costo annuo di rimozione di 500mila euro.
“Somme – ha detto Davide Faraone – che dovrebbero essere a carico di chi deposita i rifiuti ingombranti e invece ricadono sulla collettività in quanto sono somme escluse dal contratto di servizio tra Amia e Comune”.
Per il consigliere democratico, una delle soluzioni potrebbe essere data dall’installazione di un sistema di videosorveglianza. Il Comune, in tal senso, ha bandito una gara per l’affidamento del servizio in tredici siti.
 

 
Normativa. I divieti di legge e i rischi per la salute
 
PALERMO – Nel nostro Paese, l’uso dell’amianto è stato bandito dalla Legge n. 257 del 27 marzo 1992 e dal 1993 ne è vietata l’importazione, l’estrazione, la lavorazione e la commercializzazione. Tracce di asbesto, però, sono ancora rinvenibili in molte abitazioni, edifici e scuole. La nocività dell’amianto per la salute umana deriva dalle dimensioni infinitesimali delle sue fibre (una fibra è 1300 volte più sottile di un capello umano) che le rendono impercettibili, nonché dall’estrema volatilità che si traduce in facile inalabilità. Le polveri di asbesto se respirate, possono determinare danni gravi, spesso irreversibili, principalmente a carico delle vie respiratorie e patologie come l’asbestosi, il cancro polmonare, ed il mesotelioma. Malattie il cui periodo di incubazione può raggiungere anche i trent’anni.
Dal 1998 al 2009 i morti per patologie legate all’amianto in Sicilia sono stati 692 e circa un terzo si sono verificati a Palermo, la terza città italiana per numero di vittime.

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