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Messina – Museo regionale: 31 anni di lavori, 30 mld di lire spesi e tutto chiuso

Francesco Torre

Messina – Museo regionale: 31 anni di lavori, 30 mld di lire spesi e tutto chiuso

sabato 07 Maggio 2011

La costruzione iniziò nel 1980: all’interno della struttura opere uniche che nessuno può ammirare. Per l’apertura sono ancora necessari interventi di integrazione per 2 mln di €

Messina – “Il Museo di Messina disporrà a tempi brevi di nuovi spazi, essendo in fase di completamento un nuovo grande complesso museale, realizzato in area limitrofa alla attuale sede”. Così è scritto, da qualche tempo a questa parte, sul sito internet dell’Assessorato regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana nella pagina dedicata al Museo regionale di Messina.
Peccato, però, che i nuovi spazi siano attesi da 31 anni e che non ci sia al momento alcuna certezza sull’ultimazione dei lavori, per i quali già dall’anno scorso (l’ultima volta che ci occupammo della vicenda fu proprio nell’aprile del 2010 e la situazione oggi è la medesima) si attendono 1,8 milioni di finanziamento regionale.
Passano i mesi, dunque, e pure gli anni, ma con questo benedetto nuovo Museo siamo sempre allo stesso punto.
Cominciati nel lontanissimo 1980, i lavori di costruzione dell’edificio festeggiano nel 2011 i 31 anni e i 30 miliardi di vecchie lire di costo, a fronte di un investimento iniziale previsto di 7 miliardi. Tre decadi passate a fare varianti, a chiedersi il perché in fase di appalto non sia stato preso in considerazione il progetto del noto architetto Carlo Scarpa, a modificare e rivisitare, prima per opera dell’architetto Virgilio, poi del collega Anastasio. E intanto gran parte delle opere – tra cui tutte le sculture e la famosa carrozza d’epoca con cui fino a qualche anno fa si concludeva il percorso museale – sono già lì nella nuova struttura, a fare bella mostra di sé per… nessuno.
Qualche settimana fa il direttore del dipartimento regionale Beni culturali, Gesualdo Campo, ha presentato proprio a Messina in conferenza stampa una serie di progetti ritenuti dalla Regione siciliana ammissibili ad accedere ai fondi Po Fesr 2007/2013 – Asse 3. Tra questi, ovviamente, i “Lavori di integrazione, adeguamento e modifica delle dotazioni e degli impianti preliminari all’apertura del nuovo Museo regionale” per un importo pari a quasi due milioni di euro, e anche i lavori di adeguamento dei locali storici dell’ex filanda Mellinghoff di Messina e l’evento espositivo dal titolo “Hilla Rebay e le origini del Guggenheim Museum” curato dalla Solomon Giggenheim Foundation, un progetto da 1,5 mln di euro che riguarda la vecchia sede. Ma tra “ammissibile” e “ammesso”, come tra dire e fare, c’è di mezzo il mare. “Entro il 31 marzo stileremo la graduatoria ed entro l’anno espleteremo le gare” , aveva promesso in quella sede Campo. Ma il 31 marzo è passato e della graduatoria nessuno ha avuto notizia.
Così si continua ad attendere, e a rinunciare alle enormi possibilità offerte dal popolo dei croceristi sempre più in aumento. Ma ciò è normale, nella città delle incompiute e delle occasioni di turismo mancate.
 

 
Occasione mancata. Si potrebbero sfruttare 100 mila presenze annue
 
Messina – Antonello, Caravaggio, Alibrandi, Rodriguez. Sono solo alcuni dei nomi altisonanti di cui la collezione del Museo regionale di Messina si può e si dovrebbe vantare. Eppure – come abbiamo già ricordato – non esiste un sito internet del Museo e le attività di richiamo al pubblico sono praticamente nulle. Nel 2006, ricordiamo, i responsabili dell’ente gioivano per il record di presenze, 25.000, lo stesso numero di quelle che annualmente registra l’acquario comunale, mentre per esempio il Museo di Reggio Calabria viaggia costantemente sopra le 100.000. Un problema – quello dell’incapacità di promuovere un patrimonio artistico unico al mondo – su cui gli amministratori locali dovrebbero seriamente interrogarsi. E ciò vale non solo in previsione di uno sviluppo turistico ma anche di quello sociale, cosa ancora più importante. Il Museo di Messina deve assolutamente recuperare una funzione pilota d’aggregazione e stimolazione culturale all’interno del contesto urbano.

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