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Palermo – Piazza della Vittoria, la storia dimenticata tra le erbacce

Luca Insalaco

Palermo – Piazza della Vittoria, la storia dimenticata tra le erbacce

martedì 21 Luglio 2009

Il monumento dedicato a Filippo V, dinanzi Palazzo dei Normanni, è vittima dell’incuria e del degrado. A distanza di due anni dai sigilli posti dalla Polizia municipale, nulla è cambiato

PALERMO – Ogni giorno, dal suo osservatorio secolare, vede transitare un’imponente flotta di autoblu ed un esercito di politici e di funzionari pubblici. Nonostante la posizione “strategica”, il monumento in onore Filippo V di Borbone che guarda Palazzo dei Normanni, sede dell’Assemblea Regione Siciliana, versa ormai da anni in uno stato di completo abbandono.
Una condizione di degrado che nel giugno del 2007, dietro segnalazione del dipartimento di Ingegneria chimica del laboratorio per i Beni culturali dell’Ateneo palermitano, fece scattare il provvedimento di sequestro firmato dal gip Silvana Saguto, su richiesta del sostituto procuratore Amelia Luise. Apposti i sigilli dal Nucleo tutela patrimonio artistico della Polizia municipale del capoluogo, a distanza di due anni nulla sembra però mutato nell’area del complesso scultoreo di Piazza della Vittoria.
È a dir poco avvilente la condizione del monumento barocco, costituito dalla statua marmorea del sovrano e dalle immagini che simboleggiano i quattro continenti, i mari debellati e gli otto Stati su cui il re spagnolo estendeva i suoi domini. Statue ora monche, ora lesionate oppure gravemente danneggiate, comunque macchiate e corrose per effetto dell’inquinamento atmosferico e della popolazione di piccioni che vi ha preso residenza.
Completano il quadro, la vegetazione selvatica che, rigogliosa, avviluppa la base del monumento: erbacce, perfino alcune palme nane oltre agli immancabili rifiuti (bottiglie e cartacce) ad impreziosire il tutto.
Uno spettacolo che non può passare inosservato alle carovane di turisti che affollano il centro storico, i cui itinerari prevedono come tappa obbligata la visita alla Cappella Palatina e alla vicina Cattedrale, ma anche a Palazzo Sclafani e al Museo Diocesano.
Un triste declino, insomma, per quello che fu chiamato il “Teatro Marmoreo”. Il fastoso gruppo scultoreo fu eretto nel 1661, su progetto di Carlo D’Aprile, con la partecipazione dei Serpotta, originariamente in onore di Filippo IV. Distrutto durante i moti rivoluzionari del 1848, l’opera fu ricostruita nel 1856 ad opera del celebre scultore palermitano Nunzio Morello, che la intitolò a Filippo V, primo re di Spagna della dinastia dei Borbone, sostituendo la statua.
Inutile dire che, in questo scenario di incuria, anche il giardino antistante il Parlamento regionale non gode di buona salute, come dimostrano le fontane, chissà da quanto tempo, malinconicamente a secco.

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