Biodiversità, adesso ci sono le linee guida nazionali - QdS

Biodiversità, adesso ci sono le linee guida nazionali

Biodiversità, adesso ci sono le linee guida nazionali

mercoledì 08 Gennaio 2020

Tutela della biodiversità nelle aree protette. Anche l’Isola dovrà recepire le linee guida. La Sicilia è coinvolta in una procedura di infrazione per violazione della direttiva Ue “habitat”

PALERMO – Anche l’Italia si è finalmente dotata di uno strumento di pianificazione generale per la tutela delle biodiversità. Sulla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana dello scorso 28 dicembre, sono state infatti pubblicate le Linee guida nazionali per la Valutazione di incidenza, finalizzate alla messa in sicurezza dei siti della Rete natura 2000. Si tratta di un’intesa raggiunta tra Governo e regioni che risale allo scorso 28 novembre e basata, tra le altre cose, sulla direttiva Habitat del 1992 relativa alla conservazione degli “habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche”.

COS’È LA VINCA
La valutazione di incidenza finalizzata alla messa in sicurezza dei siti della rete Natura 2000, il cui acronimo è Vinca, è la procedura, spiegano le associazioni ambientaliste Lipu e Wwf in una nota comune, che “garantisce che i piani, i progetti e le attività umane siano compatibili con la tutela di habitat e specie di interesse comunitario presenti nei siti di Natura 2000, la rete europea delle aree protette”. Nello specifico, si riporta dall’intesa pubblicata sulla Guri, toccherà alle Regioni recepire le linee guida “volte a definire le migliori procedure e modalità per garantire il rispetto, l’applicabilità e l’efficacia degli elementi tecnici e degli indirizzi in esse stesse contenuti, tenendo conto della possibilità per le regioni e le province autonome di armonizzazione con i diversi procedimenti di competenza regionale e di semplificazione, nel rispetto delle specificità territoriali”.

GLI AMBIENTALISTI: VIGILEREMO
In seguito all’approvazione e pubblicazione del prezioso documento, la posizione di alcune delle più importanti associazioni ambientaliste, come Wwf e Lipu, è stata molto precisa: “Ora vigileremo attentamente sull’applicazione regionale”. Si tratta di un’azione doverosa visto che nel corso degli anni – denunciano le associazioni – la “cattiva applicazione regionale della Vinca ha portato al degrado di numerosi siti, tanto che nel marzo 2013 la Lipu e il Wwf avevano inviato a Bruxelles un corposo dossier di denuncia sui danni subiti da ben 37 aree sparse in tutto il Paese, inducendo la Commissione europea ad avviare una procedura istruttoria per violazione delle norme comunitarie (Eu pilot 6730/14/Envi)”.

LA PALLA ALLE REGIONI
Definito lo strumento nazionale, adesso sarà necessario declinarlo a livello regionale per dare valore “sostanziale”, sottolineano le associazioni, a quello che oggi è un atto di grande importanza “formale”.

“Per tale ragione – si legge nella nota – chiediamo al Ministero dell’Ambiente e alla Commissione europea di continuare a seguire il processo in corso, al quale a nostra volta dedicheremo il massimo della vigilanza” in quanto “troppo seria la crisi della biodiversità, in Italia, in Europa e nel mondo, perché la sua tutela non diventi un dovere primario dei governi, delle amministrazioni e dell’intera società”.

SICILIA A RISCHIO CON PROCEDURA UE
Fino all’ultimo aggiornamento, che risale al dicembre del 2018, la Sicilia rientrava pienamente anche in una procedura d’infrazione per violazione della direttiva comunitaria Habitat, nel dettaglio si trattava della 2015-2163 – Direttiva 92/43/Cee per la Mancata designazione delle Zone speciali di conservazione (Zsc) e mancata adozione delle misure di conservazione – Violazione Direttiva Habitat.

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