Sicilia, abbandono scolastico al 21,1%, è oltre la media nazionale

Dispersione scolastica, report Save the Children: “la Sicilia prima al 21,1%”

Dispersione scolastica, report Save the Children: “la Sicilia prima al 21,1%”

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mercoledì 07 Settembre 2022

In Sicilia più del 60% degli studenti non raggiungono il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70%

Save the Children, in Italia dispersione scolastica al 12,7%, tra più elevate in Europa. Peggio solo Romania (15,3%) e Spagna (13,3%), Italia ben lontana da obiettivo Ue del 9%, in testa il Sud. Raggiunge invece il 23,1% il numero dei Neet, i 15-29enni che si trovano in un limbo fuori da ogni percorso di lavoro, istruzione o formazione, il più alto rispetto ai paesi Ue (media 13,1%), con quasi 10 punti in più rispetto a Spagna (14,1%) e Polonia (13,4%), e più del doppio se si considerano Germania e Francia (9,2%).

I dati emergono dal nuovo rapporto “Alla ricerca del tempo perduto – Un’analisi delle disuguaglianze nell’offerta di tempi e spazi educativi nella scuola italiana” , presentato oggi da Save the Children, in vista della riapertura delle scuole per il nuovo anno scolastico.

In Italia, osserva Save the Children, le disuguaglianze territoriali si configurano come un fil rouge in negativo che attraversa le diverse dimensioni della povertà educativa.

La situazione in Sicilia

Nel caso della dispersione “esplicita”, ossia l’insieme di comportamenti e atteggiamenti messi in atto dai ragazzi volti ad evitare la scuola; l’abbandono scolastico nella maggior parte delle regioni del sud va ben oltre la media nazionale (12,7%), in testa Sicilia (21,1%) e Puglia (17,6%), e valori decisamente più alti rispetto a Centro e Nord anche in Campania (16,4%) e Calabria (14%).

Troppi Neet

Anche prendendo in esame la percentuale dei Neet, che in Italia è del 23,1%, in regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia i 15-29enni nel limbo hanno addirittura superato i coetanei che lavorano (3 giovani Neet ogni 2 giovani occupati).

Guardando in dettaglio i dati sulla dispersione “implicita”, ossia quella fetta di ragazzi che non raggiungono i livelli di competenza previsti nel corso dei 13 anni di scuola, anche se hanno conseguito il diploma; al termine del ciclo scolastico della scuola superiore, si rileva una forte disparità geografica.

Nelle regioni meridionali infatti, nonostante una riduzione consistente avvenuta nell’ultimo anno in particolare in Puglia (-4,3%) e in Calabria (-3,8%), permangono percentuali di “dispersi” alla fine del percorso di istruzione più elevate rispetto alla media nazionale, con una punta del 19,8% in Campania.

Se guardiamo poi alle competenze nelle singole materie, in Campania, Calabria e Sicilia più del 60% degli studenti non raggiungono il livello base delle competenze in italiano, mentre quelle in matematica sono disattese dal 70% degli studenti in Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna.

La situazione nel resto d’Europa

La dispersione scolastica, il tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione e formazione, si è attestato in Italia al 12,7%, ancora lontano dal traguardo fissato dal Consiglio dell’Ue del 9% entro il 2030.

Su questo fronte solo Spagna e Romania fanno peggio di noi in Europa, rispettivamente con il 15,3 e 13,3%. Il 9,7% degli studenti con un diploma superiore nel 2022 si ritrova in condizioni di dispersione ‘implicita’, cioè senza le competenze minime necessarie (secondo gli standard Invalsi) per entrare nel mondo del lavoro o dell’Università.

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