Trapani “capitale” dei Neet, oltre il 60% di giovani inattivi - QdS

Trapani “capitale” dei Neet, oltre il 60% di giovani inattivi

Vincenza Grimaudo

Trapani “capitale” dei Neet, oltre il 60% di giovani inattivi

giovedì 18 Agosto 2022

Secondo i dati Istat, nella provincia trapanese 6 under 29 su 10 non studiano e non lavorano. Tommaso Macaddino, segretario della locale sezione Uil: “Bisogna valorizzare il polo universitario”

TRAPANI – In provincia di Trapani dilagano i neet, termine con il quale si indicano i giovani che non hanno un lavoro e nemmeno lo cercano, i cosiddetti “fantasmi” persino per i centri per l’impiego. Più di 6 su 10, di cui la stragrande maggioranza di sesso femminile, non fanno nulla. Ragazzi e ragazze under 29 di cui il mercato del lavoro e della formazione non hanno alcuna traccia. Numeri allarmanti che mettono in evidenza non solo un sistema carente di possibilità di lavoro nel territorio ma anche una cultura che non si approccia a quella che dovrebbe essere la naturalità dell’evoluzione della persona.

In molti, finiti gli studi base, vale a dire le scuole dell’obbligo, poi improvvisamente spariscono dal radar della società. Entrando più nel dettaglio i dati dei giovani inattivi nel Trapanese, ovvero di coloro che non fanno parte della forza lavoro poiché non solo non sono occupati ma un lavoro non lo cercano proprio, dicono davvero tutto. I numeri Istat evidenziano che nel 2021 gli inattivi nella fascia di età tra i 18 e i 29 anni sono il 62,6 per cento (52,3 maschi; 74,6 femmine), nell’anno precedente 56,8 per cento (44,2 maschi, 69,2 femmine).

“Se confrontiamo tali numeri con quelli degli occupati nella stessa fascia d’età in provincia il dato diventa preoccupante – afferma il segretario generale della Uil Trapani Tommaso Macaddino -. Nel 2020 gli occupati erano il 25,7 per cento, con un leggero aumento nel 2021 al 27,1 per cento. La Uil a livello nazionale, con il segretario Pier Paolo Bombardieri, ha lanciato diverse proposte nella direzione del contrasto al lavoro precario, come ad esempio la possibilità di limitare l’utilizzo dei contratti a tempo determinato per incentivare i contratti a tempo indeterminato, sul modello spagnolo. E poi ancora: rinnovare gli oltre 7 milioni di contratti di lavoro scaduti ed intervenire sul cuneo fiscale per abbassare il lordo in busta paga. In considerazione di tutto ciò ritengo indispensabile che anche sul territorio trapanese si dia un contributo nella formazione dei lavoratori di domani. La Uil Trapani è disponibile sin da subito a fare la propria parte”.

Il problema che si pone il sindacato è per l’appunto quello della necessità di lavorare sul piano prettamente culturale, al di là delle carenze evidenti del mercato del lavoro: “Serve costruire la cultura del lavoro legale, sicuro e di qualità a partire dalla scuola in modo che i giovani possano ambire a un lavoro dignitoso, dove non la faccia da padrona l’incertezza per il futuro – aggiunge il segretario trapanese -. Qualsiasi lavoro, per definirsi tale, deve essere dignitoso. Il problema, contrariamente a quanto una fetta dell’opinione pubblica, e non solo, sostiene non risiede solo nel reddito di cittadinanza ma dall’incertezza del futuro, dal continuo somministrare contratti pirata, dalla precarietà sempre crescente. L’impatto che situazioni lavorative irrispettose e improponibili hanno su disoccupati e inoccupati porta a un allontanamento progressivo dal mondo del lavoro stesso”.

Secondo il numero uno della Uil territoriale tutto questo deve indurre a riflettere sul perché sia necessario costruire sin da subito nelle nuove generazioni una cultura del lavoro profonda, che domani possa essere strumento concreto nelle loro mani per combattere il precariato e lo sfruttamento, per permettere ai giovani e alle lavoratrici e ai lavoratori di non avere timori e di poter gettare basi solide su cui fondare le prospettive future: “In questo contesto – conclude Macaddino – ritengo che vada valorizzato anche il polo universitario trapanese, la cui offerta didattica può essere ampliata con corsi di laurea legati alla specificità economiche e produttive del territorio”.

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