La ferrovia in Sicilia ancora indietro rispetto al resto d’Italia, un argomento che tiene sempre banco e che rappresenta per l’Isola un tabù nell’ambito infrastrutturale.
La ferrovia in Sicilia ancora indietro rispetto al resto d’Italia, un argomento che tiene sempre banco e che rappresenta per l’Isola un tabù nell’ambito infrastrutturale. Di questi tempi si sente tanto parlare di Ponte sullo Stretto, ma anche di mancanza di treni ad alta velocità almeno tra le maggiori città, Palermo, Catania e Messina, e mancati finanziamenti nell’ambito del raddoppio della tratta ferroviaria Palermo-Catania.
Proprio su questi ultimi temi si concentra il dibattito riguardante l’arretratezza del sistema ferroviario siciliano, considerando anche i tempi di percorrenza allungati a causa del crollo dei viadotti, come quello della tratta Caltagirone-Gela, i cui lavori di ricostruzione sono ripartiti solo lo scorso anno.
“Alta velocità resterà chimera”
A pagare le conseguenze di questi limiti sono soprattutto i fruitori dei treni, costretti ad arrivare nelle stazioni di destinazione a un orario molto più tardo di quello previsto. Il presidente del Comitato Pendolari Siciliani, Giosuè Malaponti, intervenuto al QdS, ha detto come l’alta velocità per l’Isola rappresenti soltanto un miraggio a causa soprattutto della presenza di gallerie tra Messina, Catania e Palermo e dei progetti già approvati per esse che non sono adeguati.
“Tutti parlano di alta velocità a destra e manca – ha affermato Malaponti –, ma in Sicilia per le opere che sono in esecuzione l’alta velocità è e resta una chimera se non verranno riviste le gallerie perché i Frecciarossa non potranno mai transitare sulla Messina-Catania-Palermo se non si rivedono le gallerie. A quel punto potremmo avere una light velocità tornando ai tempi del governo Crocetta. Per le gallerie ci vuole tutta un’altra progettazione e mi risulta che sulla Messina-Catania-Palermo non è prevista. Se si cambia in corso d’opera la realizzazione delle gallerie sulle tratte Giampilieri-Taormina, Taormina-Fiumefreddo, Fiumefreddo-Catania e Catania-Palermo allora forse se ne può parlare anche se ci sarebbe un costo maggiore. Tra l’altro i fondi del Pnrr prevedono che entro il 2026 queste opere devono essere realizzate, quindi non penso che si arriverà a tanto”.
“Si poteva quindi programmare una progettazione per l’alta velocità, indipendentemente che essa arrivasse nel 2026 o nel 2030. La causa sicuramente è la scarsa attenzione della politica regionale siciliana o di quella nazionale, che non si sono mai addentrate nella questione, ed è quindi strano che a cose fatte si parli di alta velocità. Si dovevano sistemare le carte prima indipendentemente dai tempi. Per alcuni lotti della linea Palermo-Catania il Pnrr non sta finanziando. Avevano la possibilità con i soldi per il raddoppio della Palermo-Catania-Messina di stornare i fondi che erano in parte nazionali e in parte europei e di investire 10 miliardi e 6 del Pnrr nel completamento dei raddoppi della Patti-Castelbuono, della Catania-Siracusa e della Palermo-Trapani. Occorre capire se i soldi fisicamente ci stanno”.
“Ponte sì, ma miglioriamo anche le infrastrutture interne”
L’importanza del Ponte sullo Stretto viene ribadita, soprattutto sotto il profilo dello sviluppo turistico e della continuità territoriale, ma tutto deve andare di pari passo con il miglioramento del sistema infrastrutturale dell’Isola, anche di quello stradale. I miglioramenti del sistema ferroviario negli ultimi anni sono comunque visibili e si mantiene alta l’attenzione sulle tratte ancora chiuse.
“Il Ponte è giusto che si realizzi – ha concluso Malaponti -, ma è altrettanto giusto che contestualmente a esso si realizzi il completamento degli assi più importanti, come ferrovie, strade e autostrade. Il Ponte però sarà la ciliegina che farà la differenza per lo sviluppo turistico, sociale ed economico e siamo ben lieti se diventerà pura realtà indipendentemente dalle tempistiche di realizzazione, anche perché prenderebbe corpo la continuità territoriale. Pare che il governo ci abbia messo e che ci sia stato il primo Cda, ma l’importante è che partano i cantieri”.
“Negli ultimi anni il materiale rotabile è stato rinnovato grazie agli investimenti della Regione con mezzi nuovi e confortevoli. Ci vogliono 2-3 milioni in più per ulteriori servizi. Sulla Caltagirone-Gela ogni anno a maggio abbiamo fatto un sit-in nel luogo in cui crollò il viadotto per non farlo cadere nel dimenticatoio. Il progetto della Giampilieri-Fiumefreddo è diventato esecutivo perché alcune associazioni hanno chiesto al Ministero di mettere in uso la tratta Alcantara-Randazzo, per quale ci vuole un servizio commerciale tutti i giorni con trenino storico la domenica e nei festivi”.