Obiettivo principale di Schifani è quello di arrivare il prima possibile alla costruzione di due impianti in Sicilia per smaltire l'indifferenziata
Non un mese e mezzo, ma soltanto trenta giorni per presentare rilievi che possano mettere in discussione quanto previsto dal governo regionale. È quanto disposto da Renato Schifani, nelle vesti di commissario straordinario per la valorizzazione energetica e la gestione del ciclo dei rifiuti.
La previsione è contenuta in un’ordinanza da Schifani ed è frutto dei poteri speciali concessi da Roma con l’obiettivo di sbloccare il settore. Una possibilità che il governatore vuole sfruttare per dare seguito ai molteplici annunci degli anni scorsi in merito all’esigenza di realizzare in Sicilia due termovalorizzatori dove far finire la spazzatura indifferenziata dei quasi quattrocento Comuni dell’isola. Rifiuti che da qualche anno, con la saturazione di alcune discariche, vengono smaltiti all’estero.
Termovalorizzatori, la prima ordinanza
Schifani è diventato commissario il 24 febbraio scorso. Quel giorno la presidente del Consiglio dei ministri ha firmato il decreto di nomina che conferisce al presidente della Regione i poteri speciali. Un ruolo che nel recente passato era stato anche di Nello Musumeci. In quel caso la straordinarietà stava nell’emergenza igienico-sanitaria che affliggeva la Sicilia, specialmente nelle grandi città, anche a causa di percentuali relative alla raccolta differenziata bassissime.
Stavolta, per Schifani il compito è quello di implementare il sistema dei rifiuti con l’obiettivo di tornare a far sì che la spazzatura venga gestita all’interno dell’isola. Uno scenario che da diverso tempo è impensabile per via dello stop imposto alla discarica di Sicula Trasporti di Lentini e delle problematiche negli altri siti di abbancamento regionali.
Obiettivo principale di Schifani, come detto, è quello di arrivare il prima possibile alla costruzione di due impianti di termovalorizzazione. Uno a Palermo, l’altro a Catania. Il principale ostacolo, finora, era rappresentato dalla mancata previsione – perlomeno con un livello adeguato di pianificazione in tema di flussi di rifiuti da trattare – di tali tecnologie nel piano regionale.
La necessità di aggiornare il documento è stata soddisfatta a fine marzo, con una delibera della giunta che ha apprezzato la nuova versione. Adesso, però, l’iter prevede che la proposta venga valutata dal punto di vista ambientale. Nello specifico, trattandosi di pianificazione, l’esame da superare sarà quello della valutazione ambientale strategica (Vas).
Ed è trattando questo tema che Schifani martedì ha firmato la sua prima ordinanza da commissario straordinario. Quattro pagine su cui è stata apposta la firma nel primo pomeriggio di martedì.
Termovalorizzatori, tempi ristretti per le associazioni
“Ritenuto pertanto, nell’esercizio dei poteri commissariali, che al fine di contenere i tempi per giungere alla definita approvazione dell’aggiornamento del Piano regionale di gestione dei rifiuti di ridurre il termine per la presentazione delle osservazioni da quarantacinque a trenta giorni”. È questo il passaggio essenziale dell’ordinanza. Schifani, infatti, avvalendosi delle speciali condizioni connesse al ruolo di commissario ha deciso di accelerare l’iter che porterà il piano al vaglio della commissione tecnico-specialistica presieduta da Gaetano Armao, riducendo di un terzo il tempo a disposizione per produrre le osservazioni tecniche al piano.
Principali interessati da questa decisione saranno le associazioni ambientaliste – tra cui Legambiente, Rifiuti Zero Sicilia, Waste Zero – che già nelle scorse settimane hanno criticato la scelta di dare corso alla realizzazione dei termovalorizzatori, poiché ritenuti pericolosi per la salute e in contrasto con le direttive comunitarie. Per gli attivisti, dunque, a breve inizierà una corsa contro il tempo con l’obiettivo di riuscire a sottoporre all’attenzione della Cts le proprie critiche.
I termovalorizzatori con i fondi pubblici
Dal canto proprio, Schifani e l’assessore ai Rifiuti Roberto Di Mauro continuano a rimanere convinti della propria idea. E soprattutto della necessità di finanziare la costruzione dei due impianti tramite 800 milioni di euro provenienti da fondi nazionali. “Gli impianti assorbiranno il 30 per cento dell’energia prodotta per il loro funzionamento mentre il restante 70 per cento verrà immesso sul mercato producendo un ulteriore ricavo che concorrerà alla riduzione della tariffa di ingresso”, hanno dichiarato poco dopo l’approvazione in giunta del piano.
Le stime della Regione prevedono un fabbisogno di 600mila tonnellate all’anno e una produzione di 50 megawatt di energia elettrica. Tra le principali critiche provenienti da chi è contrario ai termovalorizzatori, c’è quella riguardante le emissioni nell’atmosfera. Un fenomeno che per il governo Schifani non contrasta con quanto previsto dalle normative europee, se si considera che nelle premesse dell’ordinanza compare anche quella in cui si fa riferimento al Piniec, il Piano nazionale integrato energia clima che “fissa – si legge nel documento siglato dal governatore – gli obiettivi nazionali al 2030 sull’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica”.
Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI