Centrale di sollevamento di Sigona, fine lavori: nota Sifus

Piana di Catania, dopo 3 anni di stop si attende la fine dei lavori per la centrale di sollevamento di Sigona

Piana di Catania, dopo 3 anni di stop si attende la fine dei lavori per la centrale di sollevamento di Sigona

Redazione  |
martedì 04 Giugno 2024

Un impianto molto importante per la Piana di Catania: ecco la nota del Sifus alle istituzioni sulla procedura che seguirà il ripristino dell'infrastruttura.

Novità alla Piana di Catania: la fine dei lavori per il ripristino della centrale di sollevamento di Sigona, in contrada Magazzinazzo, che – colpita da varie bombe d’acqua negli ultimi anni – non funziona da circa tre anni, si avvicina.

Con la fine dell’iter per la realizzazione dell’impianto provvisorio, il cui completamento è previsto per il 27 luglio 2024, però, non vanno via le preoccupazioni dei lavoratori e dei sindacati dei Consorzi di Bonifica. Il Sifus, in particolare, ha rilasciato una nota (riportata di seguito) sugli aspetti che le autorità competenti dovranno tenere a mente dopo il completamento dello step dei lavori per la centrale di sollevamento di Sigona, fondamentale per l’attività in circa 5mila ettari di terreno.

Centrale di sollevamento di Sigona, fine lavori e preoccupazioni del Sifus

“La famigerata centrale di sollevamento di Sigona sita in contrada Magazzinazzo che insiste nel comprensorio irriguo della Piana di Catania, è sottoposta al ripristino della condotta divelta più e più volte da bombe d’acqua tra il 2018, 2019 e il 2021 e al rifacimento dell’impianto di sollevamento ormai ‘defunto’ e quindi non funzionale da ormai 3 anni“, scrive in una nota il segretario generale regionale del Sifus, Ernesto Abate.

Dopo 100 giorni di lavori, la consegna della centrale con impianto “provvisorio” – salvo imprevisti – avverrà il 27 luglio 2024.

“Da quel momento partirà il collaudo e la messa in servizio, fatto salvo che la condotta va posta in pressione dopo un inutilizzo durato 3 anni e sempreché pioverà e/o il livello della diga di Lentini sarà sufficiente per erogare il prezioso liquido chiamato acqua, per offrire un servizio a circa 5.000 ettari di terreno. Tra l’altro non va trascurata nemmeno l’evaporazione naturale dell’acqua, quale elemento ostativo, determinato dalle torride temperature estive che ad esempio lo scorso anno in quella zona hanno raggiunto punte di 54°C”.

“Giusto per dirla tutta, sempre quest’anno, a dicembre, si avvierà un altro cantiere di lavoro nella centrale di sollevamento di Sigona, per installare tutto l’occorrente quali pompe, motori e quadri di comando sostitutivi e definitivi”, aggiunge ancora Abate.

Il caso dei lavoratori

La nota del Sifus non pensa soltanto ai problemi della centrale di sollevamento di Sigona. Ci sono anche i lavoratori dei Consorzi di Bonifica che attendono risposte sui loro contratti.

“Sorge spontaneo pensare, come accade per i bandi di ri-efficientamento delle infrastrutture consortili che completeranno l’iter il 10 giugno prossimo – un giorno dopo le chiusura delle elezioni europee – come molti lavoratori a tempo determinato dei Consorzi di Bonifica restano a casa senza un contratto di lavoro o è già in scadenza contrattuale, anche se nel bilancio regionale al 31 gennaio 2024, attraverso l’approvazione dell’art 7 lr n°3\24 sono stati attribuiti ben 5.820.000 euro sul capitolo di spesa 147320 che permetterebbero di riempire le piante organiche variabili degli 11 Consorzi di Bonifica”.

Un problema che si aggiunge al dramma della carenza d’acqua, frutto – anche – di assenza di “politiche programmatiche” che garantiscano “azioni di contenimento e di contrasto alla emergenza climatica, idrica e irrigua in corso”.

Immagine di repertorio

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