L’8,4% del totale italiano vive in Sicilia. Elevato anche il numero delle donne rispetto al dato nazionale: sono il 7,8%.
La Sicilia diventa sempre più vecchia, e aumentano di anno in anno i pensionati pubblici che possono finalmente lasciare il lavoro e godere del tanto agognato riposo. All’1 gennaio 2024, come da dati forniti dall’Inps, in Sicilia risiede l’8,4% del totale dei pensionati italiani.
Ne contano di più soltanto la Lombardia e il Lazio, rispettivamente all’11,9 e all’11,2%, ma con una popolazione quasi doppia rispetto a quella siciliana; a seguire, la Campania al 9,4%. Le regioni con il numero minore sono la Valle d’Aosta, allo 0,3%, il Molise, allo 0,7 e la Basilicata all’1,1.
Non si tratta, naturalmente, di un dato puramente statistico, ma nasconde in sé una grande complessità, legata all’emigrazione dei giovani verso altre regioni o verso l’estero e al continuo invecchiamento della popolazione, dovuto alla lenta ma continua riduzione della natalità e al corrispettivo aumento dell’età media.
Pensionati pubblici in aumento in Sicilia, fattore età determinante
Il fattore età della popolazione è determinante in termini di spesa pubblica: l’età media complessiva dei titolari di pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate è di circa 74,5 anni sia per i maschi che per le femmine; quella dei titolari di pensione di inabilità si discosta di quasi 5 anni tra i due sessi, perché si ferma a 69,9 per i maschi e arriva a 74,7 per le femmine; l’età media della categoria superstiti è molto differenziata tra i due sessi, essendo pari a 73 anni per i maschi e a 78,8 anni per le femmine.
Per la categoria di vecchiaia e anzianità la classe con maggior numero di pensioni è quella 70-74 anni, sia per i maschi che per le femmine, con pesi percentuali pari rispettivamente al 24,4% per i maschi e al 26,3% per le femmine. La classe più numerosa delle pensioni di inabilità è, invece, per i maschi, quella 60- 64 anni, che copre il 21,8% del totale, mentre per le femmine è quella 70-74 anni, con il 19,6%. Infine, per le pensioni ai superstiti la maggiore numerosità si rileva per i maschi nella classe 75 -79 anni mentre per le femmine tra 80 e 84 anni.
I dati in base al genere
Se si rivedono i numeri dei pensionati pubblici e non in Sicilia in base al genere, la percentuale siciliana sale al 9,3% per i pensionati e scende al 7,8% per le pensionate. A livello nazionale, le regioni con il più alto tasso di femminilità sono la Lombardia e il Piemonte, mentre la Puglia e la Campania occupano le parti basse della classifica. In tutta Italia si parla, al primo gennaio 2024, di oltre 3 milioni di pensionati, per un importo complessivo annuo di oltre 90 miliardi di euro, con un aumento rispetto a gennaio 2023 dell’8,3%.
Del totale, il 58,9% delle pensioni sono di anzianità o anticipate, con importo complessivo annuo pari a quasi 59 miliardi di euro; il 14,6% sono pensioni di vecchiaia con importo complessivo annuo di 15 miliardi di euro; le pensioni di inabilità sono il 6,3% e il restante 20,2% è costituito, complessivamente, dalle pensioni erogate ai superstiti di attivo e di pensionato.
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La distribuzione delle pensioni
Per area geografica, il maggior numero delle prestazioni Inps/pensionistiche è concentrato nell’area settentrionale della penisola, con il 41% del totale nazionale, seguito dal 36,5% dell’area meridionale, isole comprese. L’Italia centrale assume, con il 22,3%, il valore minimo. La distribuzione delle pensioni per classi di importo mensile mette in evidenza che il 10,5% delle pensioni pubbliche ha un importo per mese inferiore ai 1.000 euro, il 39% tra 1.000 e 1.999,99 euro e il 37,7% di importo tra 2.000 e 2.999,99; infine, il 12,8% ha un importo dai 3.000 euro mensili lordi in su.