Agenda 2030, ancora lontani gli obiettivi stabiliti dall’Onu - QdS

Agenda 2030, ancora lontani gli obiettivi stabiliti dall’Onu

redazione

Agenda 2030, ancora lontani gli obiettivi stabiliti dall’Onu

venerdì 04 Giugno 2021

Nei paesi occidentali oltre 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno, come riportato da un’indagine svolta dal Wwf nel 2020

Nei paesi occidentali oltre 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno, come riportato da un’indagine svolta dal Wwf nel 2020. Non si tratta solo di uno spreco di alimenti, ma anche di un consumo di denaro. Si stima, infatti, che questo costi ai governi mondiali circa 2.600 miliardi di euro l’anno.

La riduzione degli sprechi fa parte di uno dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030, siglata da 193 Paesi membri dell’Onu nel 2015 per raggiungere, appunto entro il 2030, un effettivo sviluppo sostenibile. Ma, nonostante tutti gli sforzi compiuti, il problema non accenna a diminuire.

Secondo un rapporto fornito dalla Fao nel 2020, sono infatti nel mondo più di 822 milioni le persone denutrite. In altri termini, una su nove. Analisi approfondite mostrano come ad essere maggiormente colpiti dal problema siano i paesi in via di sviluppo. Qui l’ammontare di soggetti iponutriti si attesta intorno al 12,9%, ma il picco si registra in Asia, dove oltre i due terzi della popolazione soffrono la fame.

Come prevedibile, l’inedia è una delle maggiori cause di morte, specialmente nelle fasce dell’infanzia (0-5 anni), le cui vittime annuali superano i 3,1 milioni. Chi sopravvive riporta però danni non indifferenti, in particolare più di un quarto dei bambini vissuti in condizioni di malnutrizione presenta ritardi nel proprio processo di crescita.

Proprio con l’intento di combattere tale condizione, l’Onu si è imposta di porre fine, entro il 2030, alla fame e garantire ad ogni essere umano, in particolare ai poveri e alle persone più vulnerabili (donne, bambini e anziani) un accesso sicuro a cibo nutriente e sufficiente a sopperire alla necessità dei diversi Paesi, soprattutto quelli in via di sviluppo.

Altri traguardi prefissati sono: garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili, implementare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività in modo da proteggere gli ecosistemi, e che rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici; correggere e prevenire restrizioni commerciali e distorsioni nei mercati agricoli mondiali, contribuendo a limitare l’instabilità estrema dei prezzi dei beni alimentari.

Il problema alimentare non riguarda però solo il terzo mondo ma anche i Paesi più industrializzati. Per esempio, in Italia, stando a quanto riportato da Coldiretti in una recente indagine, lo scorso anno i poveri sono aumentati di oltre un milione di unità, con un’impennata del 40% delle richieste di aiuti alimentari. Un boom di nuovi bisognosi che è strettamente collegato alla pandemia e che vede in difficoltà soprattutto le regioni del Mezzogiorno.

La crisi, però, dall’altra parte, ha avuto l’effetto positivo di ridurre gli sprechi: circa il 54% della popolazione italiana ha cercato di diminuirli adottando diverse strategie: consumo degli avanzi, maggiore attenzione alla data di scadenza, spesa a Km 0, riduzione delle quantità acquistate, dono in beneficenza dei prodotti alimentari non consumati. Nonostante ciò lo spreco alimentare nelle case italiane ammonta a circa 36 Kg all’anno pro capite. Il problema quindi persiste.

Fabiola Bilali, Matteo Antoci, Giada Casamichele, Giulia Fazzino, Marta Licitra, Martina Milazzo, Francesca Placca, Bianca Poidomani
Classe IV A
Liceo Scientifico Enrico Fermi – Ragusa

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