Ai siciliani piacciono i contanti, ma il cash favorisce l’evasione - QdS

Ai siciliani piacciono i contanti, ma il cash favorisce l’evasione

Marco Carlino

Ai siciliani piacciono i contanti, ma il cash favorisce l’evasione

venerdì 26 Luglio 2019

Rapporto Uif: nell’Isola utilizzo che si attesta tra il 5,7 e il 13,4% del totale delle operazioni. Nel 2018 in Italia movimenti per complessivi 204 miliardi di euro (di cui 192 in versamenti)

ROMA – Nel corso della presentazione del sesto Rapporto annuale Uif (Unità di informazione finanziaria) sono state esposte al pubblico le linee di sviluppo strategico per rafforzare i controlli sulle operazioni in contanti, una delle maggiori fonti a rischio riciclaggio. In base ai dati raccolti, in Italia nel 2018 si sono registrati movimenti di denaro contante per 204 miliardi (-3% sul 2017 di cui 192 miliardi in versamenti e 12 in prelievi).

Nella sua indagine l’Uif ha tracciato una mappa dell’utilizzo del contante nel nostro Paese dalla quale risulta un maggiore uso del cash soprattutto nel Sud Italia. Nella fattispecie, in Sicilia si registra un utilizzo che si attesta tra il 5,7 e il 13,4%, una maggiore diffusione che si scontra con gli utilizzi anomali di cash, che invece si segnalano in maniera particolare nel Centro Nord, dove le economie sono più sensibili all’infiltrazione di capitali illeciti.

L’anno scorso l’Unità ha ricevuto circa 98.030 segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio (5.857 solo dalla Sicilia), corruzione o finanziamento di terrorismo, con un aumento del 4,5% rispetto al 2017. Segnalazioni in crescita anche nella qualità dei dati contenuti e che hanno dato vita in molti casi a rilevanti indagini giudiziarie. Le segnalazioni pervenute nel 2018 hanno riguardato operazioni eseguite per un valore di 71 miliardi di euro contro i 69 dell’anno precedente. In questa direzione si sono intensificate le collaborazioni con le Procure e con gli Organi investigativi e sono stati avviati gli scambi con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Sono aumentati anche gli scambi informativi con le Fiu estere data la rilevanza dei flussi transnazionali analizzati.

Tenendo conto anche della componente di operazioni sospette solo prospettate e non eseguite, il valore complessivo del flusso dell’anno si attesta a 90 miliardi di euro rispetto agli 83 del 2017. L’indagine, che riverserà decine di milioni di dati alla Uif, non terrà però conto del denaro tenuto nelle cassette di sicurezza.

Il 72% delle segnalazioni è arrivato da Banche e Poste, una quota in calo a fronte di un aumento di altri operatori come gli intermediari finanziari diversi dalle banche (+20,9%) in specie gli istituti di pagamento. È raddoppiato, invece, il Contributo proveniente dai prestatori dei servizi di gioco (da 2.600 a oltre 5mila) mentre sono in calo le segnalazioni delle fiduciarie e di tutte le categorie di professionisti, ad eccezione dei notai.

Anche nel 2018 l’Uif ha passato in rassegna numerose segnalazioni relative a violazioni di natura fiscale, a confermare la forte esposizione dell’Italia ai rischi di evasione degli obblighi tributari, sottolineata anche nell’aggiornamento del National Risk Assessment, “l’uso del contante, tuttora particolarmente elevato, resta un rischio per riciclaggio o altre operazioni illegali e per questo “occorre accrescere ancora i presidi” – queste le parole del direttore dell’Uif Claudio Clemente.

Infine, l’Unità auspica che il contributo della Pubblica amministrazione, ancora troppo contenuto, risulti prezioso per approfondire le operazioni sospette segnalate e per individuarne altre di difficile rilevazione da parte dei soggetti obbligati. In questa prospettiva essa ha aggiornato gli specifici indicatori di anomalia e rafforzato l’azione di formazione e sensibilizzazione degli operatori pubblici.

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