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Sorpresa, la mafia è al Nord ed è diventata liquida

Pietro Crisafulli

Sorpresa, la mafia è al Nord ed è diventata liquida

venerdì 19 Luglio 2019

Lo afferma un rapporto ufficiale della Dia: la criminalità investe in quella parte del Paese utilizzando prestanome e "legando i propri interessi con quelli della realtà economica locale". Saviano aveva ragione

Parla chiaro l’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia, riferita al secondo semestre 2018: la mafia è al Nord ed è diventata liquida, legandosi al tessuto micro e macroeconomico di regioni come la Lombardia, il Piemonte, il Veneto.

Nelle regioni del Nord quasi la metà delle operazioni sospette

Le regioni del Nord, con buona pace del capo della Lega Nord e ministro dell’Interno Matteo Salvini, primeggiano infatti per la quantità di operazioni sospette delle mafie, con il 46,3%, mentre al centro la percentuale è del 18,7 e al Sud del 33,8%.

Il rischio del condizionamento politico

Se questo è vero, la prima conseguenza è che, così come avvenuto per Sicilia, Calabria e Campania, anche in Lombardia, Veneto e Piemonte e nel resto del Nord Italia, la politica risulta fortemente condizionata dal potere economico delle organizzazioni mafiose.

Cade così la teoria geografico-antropologica sulla stanzialità delle organizzazioni criminali, incapaci di prendere l’aereo e radicarsi laddove ci fossero maggiori possibilità di guadagno illegale.

Le mafie fanno affari nel Nord ricco e leghista

Le mafie oggi fanno affari nel Nord ricco e leghista e la sua attività affaristica coinvolge non solo le istituzioni ma, attraverso prestanome, “lega i propri interessi con quelli della realtà economica locale”.

Ossia la piccola e media imprenditoria settentrionale.

Secondo il documento della Dia, infatti, “il maggior numero di operazioni finanziarie sospette di ‘interesse istituzionale’, emerse con riferimento alle regioni del Nord, può essere indicativo di una mafia liquida che investe in questa parte del Paese in maniera occulta, utilizzando per i propri scopi criminali delle teste di legno. Una mafia latente che potrebbe, in prospettiva, manifestarsi con caratteri più evidenti”.

Professionisti per moltiplicare gli interessi finanziari delle mafie

“Sempre più spesso – si legge nel documento – si individuano soggetti esterni alle organizzazioni criminali, professionisti che “prestano la loro opera proprio per schermare e moltiplicare gli interessi economico-finanziari del gruppi criminali”.

La Dia li definisce “facilitatori”, “artisti del riciclaggio”, capaci di gestire transazioni internazionali da località off shore, offrendo riservatezza e una vasta gamma di servizi finanziari.

Il documento contiene poi un’analisi delle varie organizzazioni criminali.

Saviano, Maroni, la ‘Ndrangheta, la Lombardia

La ‘Ndrangheta calabrese che, come diceva Roberto Saviano – e aveva ragione nonostante le smentite in diretta dell’allora Ministro dell’Interno leghista Roberto Maroni – ha invaso la Lombardia, pur restando un’organizzazione “fortemente strutturata su base territoriale, ancorata ai tradizionali vincoli familiari e articolata su più livelli” ha una “spiccata vocazione imprenditoriale” favorita dalle “ingenti risorse economiche” ottenute ‘investendo in diversi settori: droga e appalti pubblici, estorsioni e giochi e scommesse.

E la Dia sottolinea come la ‘Ndrangheta sia ormai presente stabilmente non soltanto in Lombardia e nel Nord Italia, ma anche in diversi Paesi d’Europa e negli Stati Uniti, in Canada, Sudamerica e Australia.

Il basso profilo di Cosa Nostra

Sebbene ridimensionata e pur mantenendo un basso profilo in linea con la politica di “mimetizzazione” avviata già da qualche anno, Cosa Nostra resta “pervasiva e dotata di dinamismo e potenzialità offensiva” che esercita sia mantenendo il controllo del territorio sia infiltrandosi negli ambienti imprenditoriali e finanziari in Italia e all’estero, “per riciclare capitali, accaparrarsi appalti, catalizzare sovvenzioni pubbliche e indirizzare scelte industriali”.

Cosa Nostra, dice la Dia “si fa impresa” in Italia e all’estero.

Camorra, realtà variegata ricca di sottosistemi

Quella delle organizzazioni camorristiche è una realtà più complessa e variegata di quella delle altre organizzazioni.

Nelle stesse zone infatti, accanto a gruppi minori che gestiscono le attività illecite nel proprio territorio (perlopiù spaccio ed estorsioni) vi sono le storiche organizzazioni “sempre più proiettate a estendere il loro raggio d’azione in altre regioni e all’estero”.

Il “sistema camorra” dice la Dia, è dunque un insieme di sottosistemi molto diversi tra loro, dove convivono organizzazioni vere e proprie, gruppi di gangsterismo urbano e bande di giovani delinquenti.

La legislazione antimafia troppo legata al territorio

“A fronte di uno scenario sicuramente complesso, la legislazione antimafia sembra scontare ancora i limiti legati alla competenza territoriale in cui vanno a radicarsi i procedimenti penali e di prevenzione. I fascicoli processuali tendono, infatti, ad essere attratti dai Distretti giudiziari in cui la consorteria mafiosa si è storicamente sviluppata. Conseguentemente vi è una limitata possibilità di perseguire l’azione illecita da parte dei Distretti del Centro-Nord, in cui oggi invece si manifestano con sempre maggior forza le attività economico-finanziarie delle mafie”.

La mafia nigeriana e l’estremismo

La mafia nigeriana ha una rete “in costante contatto con la madre Patria, che è necessario monitorare” per “prevenire eventuali contaminazioni da parte di espressioni estremiste filo-islamiche presenti anche in Nigeria, dove Boko Haram continua a diffondersi”.
Per la Dia, massima attenzione va rivolta agli istituti penitenziari, per evitare che si alimentino percorsi di radicalizzazione”.

L’organizzazione criminale tribale “in Sicilia ha trovato un proprio spazio, anche con il sostanziale placet di Cosa Nostra”.

Che cos’è la Dia

La Dia, istituita nel 1991 nell’ambito del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, è un organismo investigativo composto da personale specializzato interforze, che si occupa di coordinare le attività di investigazione sulla criminalità organizzata.

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