Almaviva Catania, 650 lavoratori ancora a rischio: "Soluzione ora" - QdS

Vertenza Almaviva, 650 lavoratori ancora in bilico a Catania. Ugl: “Serve soluzione concreta”

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Vertenza Almaviva, 650 lavoratori ancora in bilico a Catania. Ugl: “Serve soluzione concreta”

Redazione  |
lunedì 31 Ottobre 2022

Dal 2023 non ci saranno più gli ammortizzatori sociali e i lavoratori rischiano di rimanere in mezzo a una strada.

Rimane sempre pericolosamente in bilico la vertenza che, su Catania, coinvolge 650 lavoratori di Almaviva, l’azienda che opera nei call center che, di recente, ha deciso di lasciare definitivamente la fetta di mercato di “Customer relationship manager”.

Sono ancora appesi ad un filo gran parte degli operatori, poiché circa 18 di essi hanno già accettato la proposta di esodo incentivato e si sono dunque dimessi. Per circa 200 unità i prossimi due mesi saranno importanti per capire se il progetto 1500 del Ministero della Salute potrà avere continuità, nonostante la fine dell’emergenza Covid-19 per il quale fu attivato.

Tanti lavoratori attendono risposte da trattativa

La proroga concessa fino al 31 dicembre 2022, infatti, si porta dietro il pesante fardello della riduzione delle attività, come evidenziato da Almaviva con una nota dello scorso 28 ottobre, che ha reso necessaria la richiesta di cassa integrazione al 90%.

La porzione più consistente di personale, circa 400 lavoratori più gli oltre 40 dello staff trasversale, attendono invece l’esito della trattativa per il transito della commessa “Vodafone” ad un nuovo operatore di mercato.

“Dal 2023 non ci saranno più ammortizzatori sociali”

“Purtroppo, aldilà della proroga temporanea intervenuta sul servizio 1500, che comunque è lo stesso una boccata d’ossigeno, le prospettive non sono di certo rosee”, commenta il segretario provinciale della federazione Ugl Telecomunicazioni Angelo Arcarisi.

“Se è vero che si attende una mini gara per avere il prolungamento dell’affidamento è, altresì, reale il fatto che gli ammortizzatori sociali con l’arrivo del 2023 non ci saranno più e l’azienda, come ha già comunicato, non intende continuare in questo modo. Bisognerà quindi trovare fin da subito una soluzione concreta, per non lasciare indietro le circa 200 persone coinvolte del sito di Catania e le altre 300 tra Palermo e Milano”.

“Di pari passo – aggiunge Arcarisi – è indispensabile conoscere quale sarà il destino di più di 400 colleghi di Vodafone inbound e outbound. Negli ultimi giorni si stanno rincorrendo voci insistenti sul potenziale interessamento all’appalto da parte di importanti realtà aziendali del settore, alcune delle quali hanno origine e radici consolidate nell’area etnea”.

“Non ci culliamo sulle voci di corridoio”

“Su questo punto di vista nutriamo forte speranza, anche se purtroppo non possiamo cullarci delle sole voci di corridoio e non riteniamo sia corretto alimentare illusioni tra i lavoratori che, chiaramente, temono costantemente il licenziamento”.

“Noi della Ugl Telecomunicazioni – si legge nella nota – seguiamo continuamente la questione e, sperando di poter avere un quadro più nitido della situazione già dai primi giorni di novembre, ci rivolgiamo a tutta la politica catanese, eletta a livello regionale e nazionale, affinché segua insieme ai sindacati questa difficile vertenza occupazionale”.

“Il nostro obiettivo – conclude il segretario provinciale di Ugl Telecomunicazioni, che opera in sinergia con la segreteria nazionale guidata da Stefano Conti e regionale retta da Claudio Marchesini, ma anche con le altre sigle sindacali – è quello di fare in modo che anche questa volta non venga perso un solo posto di lavoro”.

Intanto le segreterie nazionali di Ugl Telecomunicazioni, Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, hanno scritto ai Ministeri competenti per chiedere la riapertura del tavolo di crisi per Almaviva allo scopo di trovare le soluzioni per evitare dolorose perdite di livelli occupazionali.

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