Anac, Busia: “Corruzione, meno valigette ma finte consulenze e contratti” - QdS

Anac, Busia: “Corruzione, meno valigette ma finte consulenze e contratti”

Raffaella Pessina

Anac, Busia: “Corruzione, meno valigette ma finte consulenze e contratti”

venerdì 28 Gennaio 2022

Anac e Ue a lavoro per individuare criteri oggettivi di misurazione dei rischi. Il presidente Busia: “Per il nostro Paese il costo arriva al 25%”

ROMA – Studiare il fenomeno della corruzione di un Paese significa anche pesarne il costo e elaborare strategie per prevenirlo.

L’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, sta portando avanti, in collaborazione con la Ue e il Pon, il progetto europeo “Misurazione del rischio di corruzione a livello territoriale e promozione della trasparenza”, che vede coinvolta Anac con un ruolo centrale e di coordinamento, con l’obiettivo di costruire e rendere disponibile alla collettività un insieme di indicatori scientifici in grado di stabilire quanto sia alto il rischio che si possano verificare fatti di corruzione.

Il modello potrà inoltre essere un punto di riferimento internazionale, dal momento che nessun Paese è ancora riuscito nella non facile “impresa” di fornire in maniera strutturata e al più ampio pubblico possibile indicatori di rischio corruzione.
“Misurare l’effettività della corruzione nel nostro Paese è fondamentale – ha dichiarato il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Giuseppe Busia, alla tavola rotonda organizzata da Eurispes, Dialogo sulla misurazione della corruzione – e questo è già una forma di prevenzione, e un indispensabile strumento per elaborare strategie adeguate per combatterla. Serve anche a pesarne i costi, ed è fondamentale per dare all’estero un’immagine reale e veritiera dell’Italia, non affidata solo a quello che si percepisce, ma fondata su dati oggettivi”.

In Italia, come in altri Paesi, persiste un’assenza di dati scientifici sul fenomeno corruttivo e una carenza di informazioni territoriali. Nonostante questo, la corruzione non è esente da una certa incidenza statistica.

“Quando c’è del malaffare – ha detto ancora Busia – ci sono alcune circostanze che ricorrono di frequente. Utilizzando le informazioni contenute in varie banche dati, l’Autorità punta pertanto a individuare una serie di ‘indicatori di rischio corruzione’, peraltro in coerenza con quanto previsto dal Pnrr per il miglioramento dell’efficacia della lotta contro la corruzione”

Alla data di gennaio 2022 sono stati identificati ben 71 indicatori per la misurazione e il contrasto della corruzione, suddivisi in 3 aree tematiche distinte:

1. Indicatori di contesto (49 indicatori articolati in 4 ambiti (Criminalità, Istruzione, Economia e territorio, Capitale Sociale);

2. Indicatori sugli Appalti (17 indicatori) incentrati sulla banca dati nazionale dei contratti pubblici di ANAC;

3. Indicatori “comunali” relativi ai Comuni sopra 15.000 abitanti (5 indicatori).

“Oggi ci sono in giro molte meno valigette di mazzette rispetto ai tempi di Tangentopoli – ha aggiunto Busia – ma ci sono molti più fenomeni di finte consulenze e contratti paralleli, che sono le nuove modalità attraverso cui avviene la corruzione. Ha un costo per il Paese che va dal 10% e può arrivare fino al 25%”.

Sul sito Anac è in fase di sviluppo un’area web dedicata al progetto per la misurazione della corruzione, dove saranno disponibili e consultabili in maniera interattiva gli indicatori e ulteriori dati e informazioni rilevanti per il monitoraggio e la prevenzione dei fenomeni di corruzione.

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