Un confronto su questioni strutturali e non contingenti: ospite di questo Forum con il Quotidiano di Sicilia, alla presenza del direttore Carlo Alberto Tregua e del vice presidente Filippo Anastasi, il Comandante Interregionale dell’Italia Sud Occidentale della Guardia di Finanza, Antonino Maggiore.
Fra le tematiche affrontate, l’organizzazione delle Fiamme gialle, la lotta all’evasione e molto altro.
1 – Modello internazionale
“I Finanzieri sono sessantamila, centodiecimila i Carabinieri, centomila i Poliziotti e trentamila la Polizia penitenziaria, per poco meno di trecentomila in tutto. Il confronto tra le diverse Forze di Polizia in ambito nazionale e provinciale è continuo. L’esperienza fatta al Dipartimento di Pubblica Sicurezza nel Servizio Antidroga mi ha permesso di incontrare colleghi stranieri, che ammiravano e invidiavano la nostra capacità, ormai consolidata, di coordinare le Forze di Polizia. Questo accade perché abbiamo degli organismi che funzionano come il Comitato nazionale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica e i relativi Comitati provinciali, che ci consentono di collaborare in via preventiva per i servizi di ordine pubblico.
Si è instaurato un dialogo consolidato tra le Forze di Polizia, sfruttando le rispettive competenze. L’attuale legge prevede che vi sia una delega da parte dell’Autorità Giudiziaria alla Polizia Economico-Finanziaria nell’ambito della quale quest’ultima può svolgere tutte quelle attività connesse alla stessa delega, ma informando le Autorità Giudiziarie stesse. A questo proposito, in materia di spesa pubblica, in Sicilia le indagini di Polizia Giudiziaria hanno permesso di accertare l’indebita percezione di contributi pubblici per un importo di 155 milioni di euro. Infine, sono stati accertati e segnalati all’Autorità Giudiziaria contabile danni erariali per un valore di oltre 624 milioni di euro, provocati da responsabilità amministrative”.
2 – Formazione
“La nostra scuola di formazione è un centro di eccellenza che si è affermato da anni ed è divenuto un punto di riferimento anche per le Autorità straniere in materia di reati finanziari. Abbiamo la scuola per sottufficiali per tre anni di corso, mentre in Accademia si studia per cinque anni, conseguendo la laurea specialistica. Poi ci sono corsi periodici di qualificazione e di specializzazione, come il Corso superiore di Polizia Economico-Finanziaria, ex di Polizia tributaria. È un corso biennale interno, molto severo, seguito da un numero ridotto di partecipanti, otto in media. Se si studia, grazie anche alle docenze qualificate, si ottiene è un patrimonio culturale di livello, approfondendo temi complessi ma estremamente importanti”.
“Questo lavoro consente di acquisire una maggiore autorevolezza e consapevolezza, mentre le Istituzioni fanno un investimento su giovani in una prospettiva futura, ma sarà sul campo che si dimostrerà quanto si è imparato. Invece, quando si è in servizio, ci sono dei corsi di aggiornamento periodici su temi attuali come la lotta alla droga o la fiscalità internazionale”.
“Esiste inoltre un ispettorato scuole, che controlla l’Accademia, la Scuola per allievi finanzieri, la Scuola per sottufficiali, e la Scuola di Polizia Economica-Finanziaria. L’Ispettorato è gestito, attualmente, da un Generale di Corpo d’Armata”.
3 – Lotta all’evasione
“L’evasione fiscale è diminuita. Lo si evince dai dati di una Commissione di nomina governativa che svolge, ogni anno, una relazione molto corposa e ricca di statistiche per esaminare l’economia non osservata. Le stime devono essere ancorate a dati oggettivi e il metodo adottato riguarda l’esame della produzione nazionale, cioè il Pil, confrontando i dati ottenuti dalle dichiarazioni ufficiali dei redditi e dell’Iva. Con una serie di accorgimenti e d’aggiustamenti, si arriva a stimare l’importo totale dell’evasione fiscale. A fine relazione, c’è, poi, una tabella con la ripartizione dell’evasione per categoria, che rileva quant’è l’evasione sull’Iva, sull’Ires e su tutte le altre imposte. Ci sono, naturalmente, dei fattori di aggiustamento, poiché non tutto ciò che concorre a formare il Pil si trasforma in reddito, ma il calcolo della stima avviene con questo schema molto sintetico. L’ultima relazione, però, è ancorata a dati del 2022, non recentissimi quindi, anche se i numeri non cambiano così repentinamente in pochi anni”.
“Quindici anni fa l’evasione fiscale era stimata in cento miliardi, oggi è calcolata in ottantadue miliardi, di cui undici riguardano il settore previdenziale. Della restante parte, cinque miliardi riguardano l’Iva, trentadue l’Irpef e otto di Ires. L’Irpef la pagano le imprese individuali e società di persone ed è il dato dove il gap è il più grande tra quanto dichiarato e quanto ricavato dal confronto con il Pil. Questo dato indica che l’evasione è molto polverizzata e diffusa. Sull’evasione sull’Irpef, il Governo sta cercando di recuperare gettito con il concordato preventivo, che è un accordo preventivo con l’evasore. Un’altra strada che il Governo sta intraprendendo è quella di potenziare l’uso di strumentazione informatica per prevenire l’evasione, come la fatturazione elettronica e la trasmissione elettronica. Un tempo, la fattura si faceva in presenza di operazioni, ma la registrazione avveniva successivamente, quindi una fattura non riportata comportava un’indagine per accertarla, mentre oggi la si inserisce in un sistema digitale, l’Agenzia delle Entrate la legge immediatamente ed è molto più difficile eluderla. È facile, inoltre, per l’Amministrazione censire l’andamento delle operazioni. Se la propensione all’evasione è diminuita, ciò è dovuto a sistemi di monitoraggio immediati. Sull’Ires, la tassazione delle società per capitali, l’aliquota è fissa al 24%. In questo caso, spesso, più che evasione si tratta di elusione, poiché i redditi sono spostati all’estero, aggirando le norme fiscali. Poi ci può essere la presenza di evasione classica come l’emissione di fatture false, ma la natura di questo atto criminoso è diversa dall’evasione dell’Irpef”.
“Nel settore tributario, in Sicilia sono stati eseguiti 8.680 interventi tra verifiche e controlli e sono stati scoperti 1.063 evasori totali. È stata proposta, inoltre, la cessazione di 769 partite Iva, per lo più società non operative, create solo per l’emissione di fatture false. Sono state inoltrate, infine, denunce all’Autorità Giudiziaria per frodi fiscali ed altri reati tributari, nei confronti di 1.516 persone”.
4 – Frodi
“La Guardia di Finanza contribuisce alla riduzione del gap delle entrate statali intervenendo sull’evasione e sulle frodi fiscali, effettuando un’analisi dei rischi e controlli dove si ritiene avvengano i fatti illeciti. Per fare questo, è decisivo l’accesso alle banche-dati. L’Italia possiede una delle più grandi Anagrafi tributarie al mondo, in cui esiste una sezione che riguarda i dati bancari e finanziari e dove gli istituti bancari fanno una comunicazione periodica semestrale sui saldi iniziali e finali delle movimentazioni dei conti”.
“Con le modifiche alla normativa intervenute, grazie all’elaborazione dei dati e all’analisi dei rischi, si arriva all’individuazione dei soggetti da controllare. Su quest’aspetto, l’Agenzia delle Entrate ha emanato una circolare, dopo un confronto con il Garante della Privacy, per concordare le procedure per garantire la sicurezza dei dati personali e, di conseguenza, i diritti e le libertà fondamentali del cittadino. Con queste garanzie, si possono usare tali dati per combattere l’evasione fiscale”.
5 – Intelligenza artificiale
“Con l’ultima riforma fiscale, c’era già una previsione di carattere generale che sosteneva che per ridurre l’evasione fiscale, l’Amministrazione finanziaria, inclusa la Guardia di Finanza, può utilizzare tutta l’Anagrafe bancaria e tutte le altre banche-dati pubbliche, oltre a tutte le informazioni disponibili per fare incroci di dati, usando anche i sistemi d’Intelligenza artificiale. È la prima volta che viene dichiarato l’uso di questi sistemi, cosa mai accaduta prima. In precedenza, nella legge di bilancio 2020, non si era mai parlato dell’uso di Intelligenza artificiale, si adoperava il termine di sistemi di elaborazione evoluti. Nella legge delega che è seguita nel 2024, hanno tradotto la norma in un articolo sull’analisi dei rischi per finalità fiscali utilizzando l’Intelligenza artificiale. In questo articolo si fa un’attenta catalogazione dei contribuenti in situazione di rischio calcolato e si fa un’elaborazione. Ovvero, si può fare una prima l’elaborazione dei dati dove si traggono i criteri di rischio, cui segue un ulteriore studio per arrivare al risultato. In ogni caso, l’Intelligenza artificiale si può, oggi, usare per combattere l’evasione fiscale”.
“La Polizia Economico-Finanziaria può usare tutte le banche dati di cui ha disponibilità per tutte le questioni su cui fare un’analisi dei rischi, propedeutica alle indagini di controllo. È chiaro che il tutto significa che questo tipo di elaborazioni entrano molto nella sfera privata delle persone, ma vengono effettuate assicurando tutte le garanzie necessarie”.
6 – Obiettivi e strumenti
“Per quanto riguarda l’uso dell’Intelligenza artificiale esiste già un regolamento europeo: l’Ue ha messo da un lato la necessità di sviluppare questo sistema, dall’altro quella di garantire i diritti dei cittadini. Nella norma generale, si parla degli algoritmi e delle prescrizioni con cui si arriva ai risultati, che devono essere conoscibili e spiegabili così da chiarire il criterio per arrivare a quel risultato. L’algoritmo non può essere discriminatorio né manipolatorio e deve essere corretto. Già il regolamento, quindi, pone un’attenzione ai diritti dei singoli”.
“Attualmente è in corso l’esame parlamentare di un Disegno di legge italiano per sviluppare ancora di più la norma comunitaria. Questo testo è basato su principi del diritto comunitario e della Pa e si sofferma sul fatto che la responsabilità del procedimento amministrativo fa capo a un funzionario, perché occorre l’intervento umano. Quando si è di fronte all’Intelligenza artificiale, tutti ne devono avere consapevolezza e questi strumenti devono essere usati garantendo i diritti fondamentali, senza dimenticare che c’è anche il Codice della privacy”.
“I controlli saranno svolti in futuro con sistemi che permetteranno un’elaborazione molto più precisa, esaminando masse di informazioni, ma saranno effettuate assicurando tutte le garanzie necessarie. Così si potrà arrivare a individuare posizioni ad alto rischio su cui concentrare l’attenzione. I sistemi preventivi, l’analisi del rischio fiscale con sistemi di Intelligenza artificiale dovrebbero portare a una diminuzione dell’evasione”.
7 – Correttivi
“Sulle cartelle esattoriali non recuperate i Governi hanno cercato di migliorare il sistema della riscossione. Le rottamazioni sono state anche un tentativo di recuperare il gettito, dando la possibilità a chi era in difficoltà di poter pagare in modo dilazionato. Esistono già dei procedimenti ordinari per assolvere il debito che prevedono, in caso di gravi situazioni finanziari, che l’Agenzia delle Entrate possa adottare delle dilazioni di pagamento. Ora, tali procedimenti sono divenuti molto lunghi per mettere il debitore in condizione di pagare”.
“È chiaro che quando l’evasione diviene così grande, significa che ci sono delle manovre preordinate che impediscono la riscossione, sottraendo le garanzie patrimoniali. Su questo, la Guardia di Finanza interviene in virtù dell’esistenza di un reato specifico, per cui le garanzie patrimoniali vengono sottratte con manovre artificiose in modo da far sparire il patrimonio stesso. Inoltre, in caso di controlli che accertino dei rilievi tributari che si prestano a contestazioni fiscali particolarmente elevate oppure di una certa complessità giuridico-fiscale, si coordinano le azioni con l’Agenzia delle Entrate sia a livello locale che nazionale. Questo comporta qualità negli accertamenti, in grado di portare a una riscossione efficace di imponibili reali”.
“Sulle fatture false, per esempio, spesso si tratta di situazioni in cui chi emette questo tipo di documento non ha un patrimonio che possa essere aggredito, ma ha dei redditi guadagnati illecitamente su cui occorre concentrarsi”.
8 – Innovazioni
“Sulle criptovalute, più che una questione di evasione fiscale, si tratta di illeciti economici-finanziari da tutti i punti di vista, dove c’è anche l’evasione fiscale. Le criptovalute, però, che non sono di facile comprensione per il grande pubblico: sono valute virtuali che hanno valore solo se la fiducia delle persone è tale da poterle utilizzare per fare pagamenti. Se la fiducia manca o viene meno, le criptovalute perdono valore”.
“Esiste un sistema di tracciamento dei movimenti di queste valute, per cui una volta create, si attribuisce loro un valore e si cambia la valuta reale in questa moneta virtuale secondo un tasso di conversione inserendo tutte le informazioni in un sistema tracciato attraverso il blockchain. Quest’ultimo è un sistema di tracciamento delle operazioni dei valori che permette di controllare e, in teoria, di prevenire che ci possano essere azioni truffaldine. In particolare, il funzionamento della blockchain prevede l’immissione del dato con una chiave pubblica visibile a tutti e con una chiave privata che è visibile solo al suo proprietario, un cassetto virtuale visibile solo al privato”.
“È chiaro che la blockchain permette di capire tutti gli spostamenti fatti. Chiaramente, questo sistema non è esente da falle che possono essere sfruttate da chi ha accesso a quel cassetto. Non a caso, può essere utilizzato per riciclare denaro proveniente da attività illecite”.
9 – Economia non osservata
“Per quanto riguarda l’economia non osservata, laddove vi sono degli arricchimenti non giustificati dalla redditualità ufficiale, è chiaro che occorre controllare l’eventuale presenza di attività illecite. La misura di prevenzione, però, è qualcosa che prescinde dal procedimento penale. Anche in assenza di condanne, ma in presenza di un curriculum criminale e di un tenore di vita o un patrimonio non giustificato, il Codice Antimafia prevede la possibilità di sequestri. Nel 2024 e nei primi cinque mesi del 2025 i dati su sequestri e confische ammontano a un miliardo e mezzo. Di questa cifra, settecento milioni sono le confische disposte al termine di procedimenti di prevenzione patrimoniale, applicando le norme del Codice antimafia. Tali confische sono effettuate basandosi proprio sulla sproporzione tra patrimonio e redditi dichiarati”.
“Un ultimo aspetto riguarda il contrasto al traffico di stupefacenti, che ha portato al sequestro di circa 8 tonnellate di sostanze illegali, costituite da sette tonnellate di cocaina e il resto da prodotti derivati dalla cannabis. Sono state denunciate all’Autorità giudiziaria 368 persone, di cui 293 in stato di arresto. La maggior parte dei sequestri di cocaina è frutto di mirate analisi di rischio, effettuate dai militari del Corpo assieme al personale dell’Agenzia delle Dogane. La droga è stata rinvenuta all’interno di container provenienti dall’estero nel Porto di Gioia Tauro, mentre la parte rimanente deriva da articolate indagini di Polizia giudiziaria. Queste ultime sono state condotte dai gruppi operativi antidroga e sviluppate, spesso, con proiezioni internazionali. In vari casi, le operazioni sono state realizzate, nella parte conclusiva, con il contributo fondamentale dei reparti aeronavali del corpo, che sono intervenuti, in mare aperto, con abbordaggi e perquisizioni dei natanti, che trasportavano rilevanti carichi di stupefacenti”.

