Home » Cronaca » Appalti truccati in Sicilia, i retroscena e le intercettazioni: bandi “inviati agli amici”, la lite Cuffaro-Sammartino e le “talpe”

Appalti truccati in Sicilia, i retroscena e le intercettazioni: bandi “inviati agli amici”, la lite Cuffaro-Sammartino e le “talpe”

Appalti truccati in Sicilia, i retroscena e le intercettazioni: bandi “inviati agli amici”, la lite Cuffaro-Sammartino e le “talpe”

Le intercettazioni relative all’inchiesta della Procura di Palermo svelano un sistema illecito che a lungo avrebbe permesso il trionfo di “logiche di potere tese ad avvantaggiare questa o quella fazione politica, questo o quell’imprenditore”.

Nomi eccellenti che vanno dal mondo della politica a quello dell’imprenditoria, dalla sanità alle forze dell’ordine. La maxi inchiesta sugli appalti truccati in Sicilia – condotta dalla Procura di Palermo – scatena un vero e proprio terremoto politico, sanitario e sociale: i dettagli dietro un sistema occulto che, secondo l’accusa, avrebbe ruotato a lungo intorno alla figura dell’ex governatore Totò Cuffaro e altri esponenti politici di rilievo, sono svelati dalle intercettazioni parzialmente rese pubbliche nelle scorse ore.

C’è attesa anche per la prossima settimana, quando sono previsti gli interrogatori degli indagati – da ritenere innocenti fino a eventuale sentenza definitiva di condanna, come previsto dalla legge -, che avranno occasione di rispondere alle accuse e di fornire nuovi elementi utili agli inquirenti.

Appalti truccati e sanità, le intercettazioni di Totò Cuffaro

“I bandi prima di essere pubblicati li dobbiamo mandare a tutti i nostri amici”. Queste le parole attribuite all’ex presidente della Regione Totò Cuffaro e rivolte allo storico segretario Vito Raso. Alcuni bandi nell’ambito della sanità, quindi, sarebbero finiti – su iniziativa di Cuffaro e per mano della dirigente regionale Maria Letizia Di Liberti, indagata nell’ambito della maxi inchiesta sugli appalti truccati – in mano a personaggi non autorizzati prima del dovuto. Questa l’ipotesi degli inquirenti.

A tirare in ballo la dirigente regionale sarebbe, in una seconda intercettazione, Raso. Nello specifico, l’ex segretario avrebbe riferito a Cuffaro: “Totò… Letizia… aveva in anteprima il bando… questo era gli autistici… tu lo devi dare a qualcuno in particolare?”. La risposta: “Io posso darlo ai politici ai consiglieri comunali alle prime linee e come si chiama… Non è che lo possiamo dare a tutti o no”. E la richiesta: “Fate una lista di 30/40 cristiani a cui man mano esce il bando”.

Le mani di Cuffaro nelle nomine della sanità

Le intercettazioni sullo scandalo appalti truccati avrebbero rivelato anche il presunto ruolo di Totò Cuffaro nella scelta dei nomi da porre ai vertici della sanità siciliana. Quelle nomine che tanto hanno fatto discutere la politica per mesi. Nello specifico, si legge in una nota dei magistrati, dal politico sarebbe emerso un “alacre impegno le cui ragioni sono di immediata intuizione e vanno ravvisate nell’enorme quantità di risorse economiche, e non solo, che circolano in questo settore”. In un’intercettazione, Cuffaro avrebbe detto: “Noi abbiamo Enna, Palermo e Siracusa“. Parole che, per gli inquirenti, dimostrerebbero la sua “influenza e ingerenza nella gestione strategica dei posti di maggiore responsabilità nel mondo della sanità regionale”.

La spartizione delle nomine – scrivono i magistrati – sarebbe avvenuta “secondo logiche di potere, tese ad avvantaggiare questa o quella fazione politica, questo o quell’imprenditore”.

Appalti truccati in Sicilia, le intercettazioni e il carabiniere “talpa”

Al centro dell’indagine sugli appalti truccati in Sicilia risulta anche un carabiniere, Stefano Palminteri, tenente colonello accusato di avere violato il segreto d’indagine nell’inchiesta che vede coinvolto l’ex Presidente della Regione Cuffaro. Gli avrebbe rivelato dettagli preziosi – e soprattutto protetti dal segreto – in cambio di un aiuto per la moglie.

Il retroscena della lite tra Cuffaro e Sammartino

Un ulteriore dettaglio svelato dalle intercettazioni sullo scandalo degli appalti riguarda la rivalità tra Totò Cuffaro e l’assessore Luca Sammartino. A parlare sarebbero Cuffaro, il deputato Carmelo Pace e Giovanni Giuseppe Tomasino. L’argomento, la volontà di Sammartino di “estrometterli dalla gestione del Consorzio di bonifica proprio nel momento in cui l’ente stava per ottenere un finanziamento pubblico consistente”.

“Se lui vuole continuare su questa strada io comincerò a rompergli i c*glioni… Ora a fare dichiarazioni sulla stampa, facciamo un poco di b*rdello. Perché è chiaro che non gliela facciamo passare”, avrebbe detto Cuffaro, minacciando di fare guerra a Sammartino tramite i media. Secondo gli inquirenti, Pace avrebbe contattato Sammartino convocandolo in casa di Cuffaro. Tomasino avrebbe dovuto seguire la conversazione “‘nascosto’ in un’altra stanza”. Nelle carte degli inquirenti si legge: “Entrati, già dalle prime battute, nel vivo del discorso attinente ai consorzi di bonifica, Sammartino sottolineava ripetutamente che la rinuncia ex ante e in toto da parte di Tomasino di presiedere le commissioni non aveva alcuna validità, trattandosi di funzione attribuitagli dallo Statuto e che si poteva, al più, formulare una rinuncia caso per caso, procedura per procedura, fatta per motivate ragioni di incompatibilità”.

Cuffaro, rispondendo all’assessore, “usava toni sempre più accesi, ottenendo risposte sorprese dall’interlocutore”.

Iscriviti gratis al canale WhatsApp di QdS.it, news e aggiornamenti CLICCA QUI