Ars, maggioranza sempre in crisi: De Luca (M5S) al QdS

Ars, maggioranza sempre più disunita. De Luca (M5S) al QdS: “La coalizione è diventata poltiglia”

Ars, maggioranza sempre più disunita. De Luca (M5S) al QdS: “La coalizione è diventata poltiglia”

Mauro Seminara  |
venerdì 09 Maggio 2025

Centrodestra sotto i colpi dei franchi tiratori ed è caos anche per il ddl sui medici obiettori.

PALERMO – La ripresa dei lavori al parlamento siciliano dopo le lacerazioni nella maggioranza, causate in ultimo dalle divisioni alle elezioni delle ex Province, ha visto una partenza da trincee e fuoco incrociato. All’ordine del giorno del ritorno a Sala d’Ercole erano ancora gli stralci del disegno di legge di riforma degli Enti locali che, tornato indietro dall’aula alle commissioni, era stato spacchettato da riforma omnibus di micro norme mirate a sequenza di ddl tematici. I lavori avevano inoltre l’auspicio base di evadere quanto prima l’elenco di stralci per poter procedere con altre leggi regionali in fila. Prima tra tutte la variazione di bilancio urgente di Palazzo d’Orleans del valore di quasi cinquanta milioni di euro. Ma il clima per giungere a una rapida e facile approvazione della manovrina, voluta da Renato Schifani e approntata da Alessandro Dagnino, sembra essere tutt’altro che roseo.

Ars, la maggioranza ancora in crisi

Mercoledì Sala d’Ercole ha visto la maggioranza andare ancora una volta sotto con la complicità del voto segreto. Sul disegno di legge stralcio sulle politiche abitative è stato chiesto il voto segreto all’esito di una discussione con dichiarazioni di voto che non sembravano palesare rischi. Per il voto segreto servivano nove voti invece di sette, e sono arrivati. Poi il risultato: 18 voti favorevoli al ddl e 31 contrari. Un numero importante di franchi tiratori ha colpito e affondato il disegno di legge. Al secondo colpo, con la discussione sul ddl in materia di sanità, dopo un vivace dibattito sulla garanzia dei Lea per la nota legge 194 sull’aborto, malgrado le dichiarazioni di voto seguissero nel centrodestra le idee dei rispettivi partiti, la maggioranza presente in aula ha estratto le schede dai lettori sui banchi e ha fatto venire meno il numero legale.

Altro colpo assestato dalla maggioranza alla maggioranza, con rinvio della votazione finale ad altra seduta e malcontento diffuso in aula per una ragione o per l’altra. Dall’opposizione, il dem Antonello Cracolici ha chiesto che nel frattempo nessun altro ddl passi in discussione prima di aver votato quello rinviato. Dalla maggioranza, Marianna Caronia – di Noi Moderati e al Gruppo misto – ha espresso delusione per l’atteggiamento dei colleghi che hanno fatto venir meno il numero legale per un ddl che conteneva anche norme che non condivideva ma che riteneva importante votare per il valore della legge regionale che sarebbe stata varata. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Antonio De Luca, in ultimo intervento prima che i lavori venissero sospesi, ha detto ai deputati della maggioranza presenti in aula: “Siete diventati una poltiglia”.

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Ars, Antonio De Luca

Antonio De Luca ha fatto il punto sullo stato di salute della maggioranza

Raggiunto dal nostro giornale, Antonio De Luca ha fatto il punto sullo stato di salute della maggioranza e del governo dal suo punto di vista. “La cosa ha dell’incredibile – dice il capogruppo penstellato all’Ars – innanzitutto perché il ddl sulla sanità è un disegno di legge di iniziativa parlamentare votato all’unanimità in Commissione Sanità, lo stesso presidente della Commissione (Giuseppe Laccoto della Lega, nda) ha mantenuto il tesserino all’interno della postazione. Fondamentalmente la maggioranza ha usato quello che è un classico strumento dell’opposizione, che è quello di togliere i tesserini e far mancare il numero legale, per non dare il voto finale a un disegno di legge in cui l’elemento di contrasto è la norma che consente di bandire concorsi in favore di medici nel momento in cui vengono a mancare i medici non obiettori di coscienza, i cosiddetti medici abortisti, all’interno delle strutture sanitarie pubbliche”.

Ddl sanità, scontro sulla garanzia dei medici abortisti in servizio

Questo quindi l’oggetto della discordia tra i banchi della maggioranza. Di fatto, tutto l’articolato è stato votato e approvato. “L’unico voto su cui si è andati allo scontro nel ddl sanità, e si è proceduto con il voto segreto, e dove anche in questo caso la maggioranza è stata polverizzata, è stato quello della norma per la garanzia dei medici abortisti in servizio”, ci racconta Antonio De Luca che spiega poi perché “questa maggioranza è diventata poltiglia”: “Al microfono, i partiti come il M5s e il Pd hanno difeso questa norma, mentre i partiti di centrodestra hanno invece sostenuto posizioni da anno 1970; dopo che prendono queste posizioni da partito retrogrado, anticostituzionale – perché la legge sull’aborto del 1978 è una legge nazionale che il parlamento regionale non ha toccato in nessun modo – e bigotto, con il voto segreto votano con noi per l’approvazione dell’articolo mandando di nuovo la maggioranza sotto e con valori importanti”.

Nella coalizione di maggioranza non c’è coesione

Poi però, gli dagli stessi partiti in cui si è dato voto favorevole all’oggetto della discordia, vengono tolte tessere per far venire meno il numero legale e non fare approvare la legge. Tra franchi tiratori e azioni di disinnesco dei franchi tiratori, la maggioranza parlamentare si trova ancora una volta in difficoltà per scarsa coesione. Che nella coalizione di maggioranza non c’è coesione, secondo De Luca, “lo dimostra anche la bocciatura del ddl, che loro dicono parlamentare ma in realtà è governativo, sull’aumento degli stipendi alle partecipate”. Mentre il presidente Schifani prende atto, se ancora dovesse farlo, delle discordie tra i partiti della sua maggioranza, un altro fianco del governo regionale subisce colpi: la sanità. La denuncia del chirurgo dell’ospedale Civico, il dottor Francesco Caronia, serve all’opposizione ulteriori argomenti per bocciare la Presidenza e la sua Giunta.

“C’è una questione di responsabilità politica riguardo ciò che è accaduto”, dice De Luca spiegando che non può “mettere tutte le responsabilità nelle mani di un assessore tecnico arrivato quattro mesi fa, di queste cose la responsabilità politica è del presidente Schifani e per questo in aula ci deve essere Schifani”. Richiesta, quella rivolta al presidente della Regione di dare conto al parlamento siciliano sulle questioni sanitarie cogenti, che arriva da più voci in Sala d’Ercole. L’ultima provocazione, in tal senso, è stata proprio di Antonio De Luca che mercoledì ha parlato di assenza di coraggio da parte del presidente della Regione. “Quando dico che Faraoni non può rispondere, visto che la competenza per rispondere all’aula ce l’ha tutta, intendo che deve parlare chi ha la responsabilità politica di questo disastro – conclude il capogruppo del M5s all’Ars – ed è il presidente Schifani”.

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