Deputati Ars, stop all'aumento degli stipendi

Deputati Ars, stop all’aumento degli stipendi: pronta la “marcia indietro”

Deputati Ars, stop all’aumento degli stipendi: pronta la “marcia indietro”

Redazione  |
giovedì 09 Febbraio 2023

Si corre ai ripari per annullare la decisione di due giorni fa e che tanto aveva fatto discutere.

L’Assemblea regionale siciliana potrebbe mettere mano, prestissimo, alla vicenda che riguarda gli aumenti per gli stipendi dei deputati regionali. Una notizia che aveva fatto molto discutere, in occasione dell’approvazione del bilancio interno dell’Ars. Un bilancio che prevedeva un aumento di circa 750 mila euro annui alla voce corrispondente alle indennità dei deputati regionali.

Cosa era successo? L’Ars aveva semplicemente recepito una norma del 2014 che disponeva alcuni tagli alle spese della politica. Quella stessa norma, però, prevedeva anche l’adeguamento Istat, cioè l’adeguamento all’inflazione. Il problema non si è posto dal 2014 fino all’ultimo bilancio che ha dovuto “calare” il picco dell’inflazione, pari a oltre l’8 per cento. Da lì, la crescita degli stipendi dei deputati per quasi 900 euro lordi al mese.

Pronta la “marcia indietro”

Adesso, però, l’Assemblea sembra volere correre ai ripari. Nelle prossime ore, infatti, in occasione di una conferenza dei capigruppo verrà avanzata l’ipotesi di sterilizzare la norma che prevede, appunto, l’adeguamento automatico degli stipendi negli anni che verranno. Ma non solo. Adesso si cerca anche una soluzione giuridica per “restituire” le somme già previste e per evitare gli aumenti previsti per tutto il 2023.

La decisione è stata assunta dal capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars, Giorgio Assenza, in sintonia con i big romani del partito e col presidente dell’Assemblea Gaetano Galvagno.

Intanto, iniziano a levarsi le prime voci dei partiti, finora piuttosto silenti, sul tema degli stipendi

“Gli aumenti Istat – afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca – degli stipendi dei deputati saranno pure automatici, ma in un momento come questo, in cui famiglie e imprese soffrono terribilmente, rischiano di essere immorali. È per questo che ci rinunceremo e devolveremo le somme relative a progetti per la pubblica utilità, come del resto abbiamo sempre fatto con parte dei nostri stipendi. Intanto stiamo verificando con gli uffici come abrogare o annullare gli effetti della norma che costituisce uno schiaffo in faccia ai cittadini. Compito della politica è fare delle norme per la collettività ma dare pure dei segnali precisi. Gli altri partiti – con conclude – facciano quello che credono, noi pensiamo e operiamo come Movimento 5 stelle”.

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