Asp Trapani, l'ex manager Ferdinando Croce dopo le dimissioni

Caos Asp Trapani, il manager Croce si dimette ma la vicenda continua: “Provvedimento ingiusto”

Caos Asp Trapani, il manager Croce si dimette ma la vicenda continua: “Provvedimento ingiusto”

Redazione  |
mercoledì 21 Maggio 2025

Ѐ amareggiato l'ex direttore generale dell'Asp trapanese, che si è dimesso dopo lo scandalo dei ritardi nei referti. Si infiamma ancora il dibattito politico sulla sanità al collasso.

C’è una svolta nell’ambito dello scandalo dei ritardi dei referti istologici all’Asp di Trapani: il manager Ferdinando Croce, precedente sospeso proprio per l’importante caso sanitario, ha annunciato le sue dimissioni da direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale trapanese.

Lo ha fatto al culmine di una seduta della VI Commissione legislativa Salute all’Ars e non di certo a cuor leggero. Lo dimostrano le sue parole in una nota pubblicata dopo l’annuncio, in cui parla di un “provvedimento ingiusto” e continua a definirsi – nonostante la triste vicenda che lo ha visto protagonista in quanto rappresentante dell’Asp trapanese – “un servitore delle istituzioni“.

Asp Trapani, l’ex manager Ferdinando Croce dopo le dimissioni

“Al termine della seduta di stamani della VI Commissione legislativa Salute dell’Assemblea regionale siciliana, ho rassegnato le mie dimissioni da Direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani”, ha spiegato Croce.

Il manager della sanità dimissionario ha poi aggiunto: “In questi mesi, ho presentato agli ispettori della Regione, agli ispettori del Ministero e all’Autorità giudiziaria la documentazione che attesta il mio lavoro per risolvere una vicenda dolorosa, che ha comportato la sofferenza per tanti pazienti e per le loro famiglie. Ho cercato come ho potuto, in pochi mesi, di risolvere quel che si era determinato negli anni precedenti. Con lo stesso impegno, ho lavorato per tredici mesi prima da Commissario straordinario e poi da Direttore generale di un’Azienda alla quale ho cercato di dare il meglio di me. Mi conforta, poiché sono un servitore delle Istituzioni, la serena consapevolezza che con la stessa linearità con cui è stato adottato un provvedimento ingiusto possa essere riconosciuta la mia professionalità non appena su questa vicenda verrà scritta la parola fine. Ringrazio tutto il personale dell’Azienda sanitaria provinciale perché ho trovato a Trapani collaborazione e desiderio di rilancio. Ringrazio la Regione Siciliana e il suo Presidente perché nella mia cultura c’è il rispetto della Istituzione al primo posto”.

“La vicenda non è chiusa”

Non tardano ad arrivare le reazioni alle dimissioni del manager Ferdinando Croce, un atto destinato a far discutere ma non a porre fine al triste scandalo che ha travolto l’Asp di Trapani. Questo sottolineano i deputati regionali del PD Dario Safina, Giovanni Burtone e il capogruppo all’Ars Michele Catanzaro, che commentano: “Prendiamo atto delle dimissioni del direttore generale dell’Asp di Trapani, Ferdinando Croce, così come prendiamo atto delle responsabilità politiche che questa vicenda porta con sé. Ma sia chiaro: le dimissioni non chiudono nulla. È solo un passaggio di una crisi sanitaria che continua a colpire la provincia di Trapani e l’intera Sicilia”.

“Abbiamo sempre denunciato le criticità dell’Asp di Trapani, e non ci siamo mai tirati indietro nell’indicare le responsabilità del DG dell’Asp – aggiungono Safina, Burtone e Catanzaro – ma adesso basta usare la burocrazia come parafulmine degli errori politici. Croce ha le sue colpe, certo. Ma le responsabilità politiche stanno altrove, e hanno nomi e cognomi: Renato Schifani e la sua giunta, che da tre anni governano la Sicilia con risultati disastrosi, soprattutto nella sanità pubblica”.

“L’indagine ispettiva del Dasoe non ha fatto altro che mettere nero su bianco ciò che cittadini e operatori sanitari vivono da tempo: ritardi fino a dieci mesi nei referti di anatomia patologica, diagnosi tardive, danni ai pazienti. Una gestione definita dagli stessi ispettori regionale inefficiente, in violazione dei principi fondamentali dell’amministrazione pubblica. Chiediamo con forza che il presidente della Regione venga subito a riferire in aula sullo stato della sanità siciliana – concludono i tre deputati Dem -. La situazione è grave, il sistema è al collasso. E se la politica non è in grado di assumersi le proprie responsabilità, allora è giusto che sia chiamata a risponderne davanti ai siciliani”.

M5S: “Dimissioni Croce giuste, ma è una questione di sistema”

“Dimissioni Croce, scelta migliore per restituire serenità all’ambiente. Ma sono diverse le deficienze sistemiche, alcune denunciate dall’ex dg e secondo lui imputabili all’assessorato alla Salute, su cui va fatta piena luce. Schifani venga a riferire in aula”. Questa la reazione del capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.

“L’enormità di quanto accaduto all’Asp di Trapani – dice Antonio De Luca – richiedeva scelte determinate e probabilmente non consentiva soluzioni diverse dalle dimissioni o dalla revoca. È evidente però che il governo Schifani ha individuato in lui un capro espiatorio, addossandogli l’intera responsabilità di uno scandalo enorme che ha lasciato tracce evidenti e pesantissime sulla vita di tante persone. Bisogna andare a fondo e fare luce sulle tante zone d’ombra evidenziate da Croce nella gestione della sanità trapanese, di cui, secondo l’ex manager, sarebbe responsabile l’assessorato di piazza Ottavio Ziino. Anche per questo torniamo a chiedere con forza la convocazione, alla presenza del presidente Schifani e dell’assessora Faraoni, della famosa seduta d’aula dell’Ars sulla sanità che chiediamo da mesi e sulla quale il governo continua colpevolmente a fare orecchie da mercante”.

FdI e FI: “Pretendiamo la verità

Anche la maggioranza ha risposto alle dimissioni del direttore generale dell’Asp di Trapani. I deputati di Fratelli d’Italia all’Ars hanno commentato: “Il gesto del direttore Ferdinando Croce conferma nuovamente la statura dell’uomo ancor prima di quella del professionista. La ricerca della verità che oggi ha ribadito e ampiamente documentato più volte nel corso della lunga audizione in Commissione Salute Ars è divenuta unanime tra quanti hanno avuto modo di ascoltare con attenzione le sue ragioni”.

E ancora: “Sinceramente, troviamo allarmanti le tante e purtroppo vane richieste d’aiuto che Croce ha avanzato – anche all’assessorato alla Salute – per sollecitare un supporto nello smaltimento dei ritardi nei referti istologici che si erano originati prima del suo insediamento alla direzione dell’Asp di Trapani. Le dimissioni che oggi ha presentato in Commissione, la sede per eccellenza della rappresentanza dei cittadini, costituiscono non un passo indietro, ma quel doveroso balzo avanti verso una verità che tutti, per primo Croce a questo punto, pretendiamo. Siamo assolutamente certi che il presidente Schifani, come è nel suo stile, verificherà con meticolosità ogni aspetto emerso nella relazione depositata oggi, inquadrando, nello specifico, le effettive responsabilità sul caso dei referti istologici dell’Asp di Trapani”.

A chiedere la verità, anche a nome di Croce dopo l’annuncio amaro delle dimissioni, è anche il vicepresidente FI della Camera, Giorgio Mulè, che in una nota ha dichiarato: “Le dimissioni del direttore generale dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce, rappresentano la fine del primo capitolo di una bruttissima storia. Non c’è da gioirne o da esserne soddisfatti: era un atto dovuto nel nome del principio di responsabilità di chi è a capo di strutture pubbliche soprattutto sanitarie”.

“Qualsiasi persona, ancor più se con ruoli istituzionali a qualsiasi livello, non può che vivere con angoscia ciò che si sta consumando sulla pelle dei cittadini siciliani coinvolti in questa bruttissima storia: la lotta per sopravvivere o tentare di guarire da patologie terribili sopravvenute o aggravate a causa di ciò che andava fatto e non è stato fatto. Sono storie di sofferenza e di speranza che riguardano i pazienti e le loro famiglie. È a loro che, ancora una volta, sono vicino continuandogli ad assicurare il mio sostegno. Non avrei mai voluto essere riconosciuto come il ‘paladino’ di questa battaglia: ciò che ho fatto, senza mai guardare agli equilibri o alle convenienze della politica, era un atto dovuto alla mia coscienza e alla mia gente. Ed è questa politica – che anche nei vertici della Regione Siciliana non si è voltata dall’altra parte o ha cercato impossibili compromessi – che sento di ringraziare per avermi accompagnato nella strada tortuosa e penosa dell’accertamento della verità”, ha concluso Mulè.

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