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Assegno unico, in Sicilia importi elevati ma figli meno pagati: gran parte delle famiglie è nelle fasce più povere

Assegno unico, in Sicilia importi elevati ma figli meno pagati: gran parte delle famiglie è nelle fasce più povere
Immagine di repertorio. Foto di Jacqueline Macou, da Pixabay

Il paradosso del welfare che fotografa la povertà, nel primo semestre di quest’anno vi è una costante diminuzione

In Sicilia l’Auu (assegno unico universale), la misura di sostegno al reddito dedicata alle famiglie con figli, resta fondamentale per migliaia di famiglie, ma i dati più recenti segnano una flessione. Ormai da molti mesi, secondo quanto riportato dall’Inps, il numero di figli beneficiari dell’assegno è in lieve ma costante diminuzione, e anche l’importo medio mensile tende a calare, pur mantenendosi tra i più alti d’Italia e ben sopra la media nazionale.

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Un trend che potrebbe riflettere un miglioramento delle condizioni economiche familiari, ma che, alla luce dei numeri, pone interrogativi più profondi sulla reale efficacia delle politiche di contrasto alla povertà minorile nel Mezzogiorno. Nel gennaio scorso in Sicilia l’assegno unico ha raggiunto 870.312 figli, con un importo medio mensile di 193 euro per ciascun figlio.  A maggio, i figli pagati sono scesi a 862.230, mentre l’importo medio si è assestato a 188 euro.

Gli importi siciliani rimangono tra i più alti d’Italia

Si tratta di variazioni che possono essere considerate minime ma sono indicative di un andamento, ancora più significativo se si va a confrontare il dato con il 2024, che aveva fatto registrare un picco di 882.867 figli pagati e un importo medio variabile tra 189 e 193 euro. Gli importi siciliani rimangono comunque molto alti: se nell’Isola a maggio in media ogni famiglia ha ricevuto 188 euro per figlio, in Italia ha fatto meglio solo la Calabria, con 193 euro, mentre poco sotto si trova la Campania, a 183 euro. I valori siciliani sono ben più alti della media nazionale, che si ferma a 169 euro, e ben più alti delle regioni che si trovano all’estremo opposto della classifica nazionale. In Valle d’Aosta, l’importo medio per figlio si ferma a 150 euro, e nella provincia autonoma di Bolzano a 151.

Il Meridione d’Italia sempre più fragile economicamente

Per macroterritori, si va dai 161 euro del Nord, ai 163 del Centro fino ai 183 del Sud e delle Isole. Un primato, quello del Meridione che non racconta un vantaggio, ma una fragilità. Più alto è l’importo percepito, più bassa è la soglia Isee familiare: l’Assegno unico universale è decrescente al crescere del reddito, e quindi un assegno elevato non è un premio, ma un indicatore della povertà diffusa nei territori. In questo senso, i dati della Sicilia parlano chiaro: gran parte delle famiglie beneficiarie rientra nelle fasce più povere della popolazione, motivo per cui percepiscono importi mediamente alti. L’Assegno unico universale, nato nel 2022 per semplificare e unificare i sussidi per i figli a carico, ha sostituito i vecchi “assegni familiari”, rivoluzionando il metodo di pagamento. L’auu, infatti, non passa più attraverso la busta paga, ma viene versato direttamente sul conto corrente della famiglia.

L’auu pensato per tutti e non solo per i dipendenti

Ciò significa anche che possono usufruirne anche coloro che non sono dipendenti. Il sostegno al reddito copre il periodo dal settimo mese di gravidanza fino ai 21 anni, mentre non è fissato un limite di età per i figli disabili, ed è oggi il principale strumento di welfare familiare. A partire dall’1 gennaio scorso, l’importo dell’assegno è stato adeguato all’aumento del costo della vita, pari al +0,8% nel 2024. Inoltre, è stato deciso che un ulteriore aumento dell’Auu del 50% per il primo anno di età, per i genitori con figli fino a un anno, mentre per le famiglie con almeno 3 figli e Isee entro la soglia massima riceveranno il 50% in più per i figli tra 1 e 3 anni. Per le famiglie con almeno 4 figli è previsto un aumento fisso di 150 euro al mese. Michele Giuliano