“Delibera Cipess con vizi e costi incerti”. Questa la posizione delle associazioni ambientaliste Greenpeace, Legambiente, Lipu e WWF depositata in un lungo memorandum alla Corte dei conti per sottolineare i presunti buchi presenti nell’iter di approvazione del progetto definitivo del ponte sullo Stretto, ancora in itinere.
Associazioni ambientaliste e il memorandum sul ponte sullo Stretto
Al centro delle critiche ambientaliste, una “cospicua memoria” contro la delibera CIPESS che dà l’avvio formale alla realizzazione dell’opera, puntando il dito su presunti vizi procedurali, lacune nelle valutazioni ambientali e incertezze sui costi. Le organizzazioni chiedono al magistrato contabile un controllo preventivo di legittimità prima della pubblicazione della delibera in Gazzetta Ufficiale.
Ciucci: “Pieno rispetto delle normative”
Di fronte a questo attacco, la società Stretto di Messina e il suo amministratore delegato, Pietro Ciucci, hanno replicato a distanza di poche ore negando qualsiasi violazione normativa. “Non esiste alcun ‘elemento di indeterminazione’ tecnico, procedurale, tantomeno violazioni delle normative europee. Il progetto definitivo del ponte è stato sviluppato e approvato nel pieno rispetto delle normative italiane ed europee”, sottolinea Pietro Ciucci in una nota.
Le associazioni, nella memoria indirizzata alla Corte dei conti, non solo contestano la solidità economica dei calcoli costi-benefici e la certezza del costo complessivo dell’opera, ma sollevano anche rilievi giuridici e procedurali: secondo gli ambientalisti la delibera CIPESS sarebbe stata adottata “nonostante il permanere di gravi elementi di indeterminazione derivanti dal mancato completamento di test di tenuta essenziali al progetto, oltre che da fondamentali approfondimenti sismici necessari”, e la normativa speciale che ha agevolato l’iter è stata messa in discussione per profili di costituzionalità.
“Dal punto di vista tecnico il progetto definitivo del ponte risponde ai più elevati standard di aerodinamica-aeroelastica, sismica e geotecnica. La fattibilità tecnica non è mai stata messa in discussione. L’assenza di ‘test di tenuta essenziali e approfondimenti sismici’, richiamati dalle associazioni non ha alcun riscontro concreto con la realtà dei fatti. Forse si riferiscono alle prescrizioni rilasciate da MASE che, come avviene per qualsiasi progetto, saranno ottemperate in sede di progettazione esecutiva e già, in larga misura, programmate da Stretto di Messina”, aggiunge ancora la SdM.
Sempre secondo la memoria ambientalista, il Governo avrebbe addotto motivi di «rilevante interesse pubblico» — tra cui un’attribuzione di funzione militare all’opera — per giustificare scelte che vorrebbero eludere pareri comunitari e aggirare vincoli europei. Le associazioni chiedono quindi che la Corte verifichi anche la legittimità della procedura di affidamento e il rispetto delle direttive UE.
Il nodo della Direttiva Habitat
Sul piano procedurale, il dossier è ricco di date e passaggi che la parte proponente esibisce come prova di regolarità: il parere favorevole allo Studio di Impatto Ambientale (13 novembre 2024) e quello sulla Valutazione di Incidenza (21 maggio 2025) della Commissione VIA-VAS sono elementi centrali nella catena di approvazioni che ha portato alla delibera CIPESS e all’ultima ratifica tecnica dell’iter. È su queste carte — e sulle eventuali “prescrizioni” contenute — che gli ambientalisti puntano a dimostrare lacune o vizi istruttori.
Resta ancora sub iudice nel processo, come raccontato in anteprima sul Quotidiano di Sicilia quest’oggi, la concessione da parte della Commissione ambiente dell’Unione europea della deroga per la realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. A questo si somma il punto politico e pratico: la delibera CIPESS, una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale, renderebbe operative le decisioni e sbloccherebbe la fase esecutiva dei lavori; le opposizioni hanno invece depositato ricorsi al TAR e ora si rivolgono alla Corte dei Conti nella speranza di un controllo che verifichi la congruità degli oneri a carico dello Stato e la correttezza dell’iter. La posta in gioco è alta — non solo per la spesa stimata (attorno a diverse decine di miliardi complessivi considerando infrastrutture collegate) -, ma per l’impatto paesaggistico e ambientale in un’area protetta dalla rete Natura 2000.
“Non c’è alcuna incertezza sui costi dell’opera. Gli studi di traffico e dell’Analisi Costi Benefici, sono stati svolti da primari soggetti indipendenti. Nessuno ha mai parlato di ‘effetti miracolistici’ ma le evidenze scientifiche dimostrano che la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina è in grado di contribuire in maniera molto rilevante al miglioramento del benessere collettivo, apportando significativi benefici netti alla collettività nazionale, migliorando sia gli espetti economici sia quelli ambientali”, sottolinea ancora la società presieduta da Ciucci.
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