Asta Calcio Catania, Morosoli lascia: ma c'è un "salvatore" - QdS

Asta Calcio Catania, Morosoli lascia: ma c’è un “salvatore”

Antonino Lo Re

Asta Calcio Catania, Morosoli lascia: ma c’è un “salvatore”

Gianluca Virgillito  |
mercoledì 02 Marzo 2022

Nelle scorse settimane l'imprenditore catanese era uscito allo scoperto, ma nessuno ha raccolto il suo appello. Venerdì alle 16 la seconda asta che deciderà il destino del club rossazzurro

Un altro appuntamento con la storia per la tifoseria del Catania e per la città intera si avvicina inesorabilmente. Il 4 marzo alle ore 16 in Tribunale si verrà a sapere se la seconda asta per l’aggiudicazione del ramo sportivo del Calcio Catania spa, fallito a dicembre dello scorso anno, sarà deserta come la prima dell’11 febbraio, oppure no.

Lo scenario

Stavolta lo scenario appare molto differente: alcune dichiarazioni e apparizioni allo stadio hanno riacceso un lumicino di speranza, ma l’umore della città non è dei migliori. Sul fronte calcistico, infatti, la delusione della tifoseria è ancora forte dopo l’epilogo della parentesi SIGI in sella alla società rossazzurra, fallita per la mancata ricapitalizzazione e con un monte debitorio assai cospicuo, ereditato dalla precedente gestione facente capo a Nino Pulvirenti e non ammortizzato in maniera efficace, ma più in generale lo stato di salute della città etnea sul fronte imprenditoriale non è certamente dei migliori. Diverse possibilità di investimento sul territorio catanese sono sfumate, e pare che da fuori quasi nessuno voglia spendere risorse su progetti alle falde dell’Etna.

Morosoli e l’appello non raccolto

Il 19 febbraio, tramite una nota stampa, era uscito allo scoperto l’imprenditore catanese Francesco Russo Morosoli. Il patron degli impianti di risalita sull’Etna aveva chiamato a raccolta le forze produttive della città ma questo appello pare non abbia sortito gli effetti sperati. Il progetto di Morosoli era quello di unire le forze con altri soggetti locali interessati (2-3 al massimo) e creare un sodalizio che avesse le credenziali economiche e organizzative per rimettere in piedi una struttura efficiente e vincente. Come detto però, pare che il guanto di sfida lanciato non sia stato raccolto da nessuno, facendo di fatto venir meno le condizioni necessarie per una scesa in campo per salvare il patrimonio della Serie C (e quindi del titolo sportivo).

Mancini e Felleca

Se gli scenari siano cambiati in extremis non ci è dato saperlo, almeno per adesso. La deadline fissata per ore 12 del 4 marzo sarà in tal senso risolutiva (base d’asta è di 500mila euro stavolta). Ma non solo Morosoli si è affacciato sulla scena cittadina per quest’asta: Benedetto Mancini, imprenditore romano che ha tentato diverse volte l’ingresso nel mondo del pallone, è intenzionato a tentare come ha ribadito a Unica Sport: “Mi presenterò all’asta al 100%. Dovrebbe succedermi qualcosa a livello personale per non esserci”. La solidità di un eventuale progetto proposto passerà al setaccio di chi è preposto a farlo.

Felleca ha sondato il terreno, ma pare negli ultimi giorni si sia defilato. Difficile immaginare a soggetti terzi rispetto a quelli citati che possano presentarsi.

Si tratta di un evento, quello del 4 marzo, che riguarda Catania nella sua totalità per i risvolti che il calcio ai massimi livelli porta anche agli altri settori produttivi del territorio. Potrebbe essere questa l’ultima chiamata per salvare la sola eredità rimasta del Calcio Catania.

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