Aste telematiche, senza la pubblicità cartacea acquirenti tagliati fuori e immobili congelati - QdS

Aste telematiche, senza la pubblicità cartacea acquirenti tagliati fuori e immobili congelati

Antonino Lo Re

Aste telematiche, senza la pubblicità cartacea acquirenti tagliati fuori e immobili congelati

venerdì 27 Settembre 2019

Un flop il canale on line di vendita, che presenta criticità di funzionamento. Nei sedici tribunali della Sicilia gli immobili invenduti sono oltre 28.000. L’appello di commercialisti, avvocati e notai: “Ripristinare la pubblicità cartacea delle aste”

PALERMO – Aste immobiliari ed economia siciliana, un binomio che poteva e potrebbe ancora dare slancio e nuova linfa all’Isola, ma che ad oggi appare come un’occasione mancata. L’ennesima.

L’approfondimento portato avanti sulle colonne di questo giornale nei mesi scorsi, ci ha permesso di appurare che nei sedici tribunali della Sicilia il carico di immobili rimasti invenduti si attesta a oltre 28.000 beni. L’enorme arretrato scaturisce da un sistema, quello delle aste telematiche, che appare “inceppato”, presenta cioè delle criticità di funzionamento che rendono complessa l’aggiudicazione del bene e di conseguenza riducono la platea dei potenziali aquirenti, frenando così gli investimenti in un mercato, quello immobiliare per l’appunto, che presenta potenzialità enormi. In ultima analisi, tale “inceppamento” finisce col creare un danno enorme al tessuto economico della Sicilia.

Le esecuzioni immobiliari hanno subìto un forte rallentamento a causa delle criticità legate alle nuove modalità telematiche di vendita introdotte dalla legge n. 119/2016. Senza la pubblicazione delle aste nei quotidiani, infatti, si evidenziano chiare difficoltà nel raggiungimento dei potenziali investitori. Dato di fatto che il Qds aveva fatto emergere ma che ha avuto un’ulteriore conferma anche grazie all’indagine condotta dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, dalla quale emerge il sostanziale flop del canale telematico. In un documento congiunto di avvocati, commercialisti e notai, è stato chiesto a gran voce il ripristino dell’obbligo della pubblicazione cartacea insieme ad altre misure volte a sbloccare questo importante settore.

Le criticità evidenziate dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, dicevamo, trovano conferma nell’analisi dei dati delle quattro Corti d’appello di Palermo, Catania, Caltanissetta e Messina diffusi dal Quotidiano di Sicilia.

DISTRETTO DI MESSINA

Il numero più rilevante di immobili all’asta rimasti invenduti in Sicilia è stato registrato presso il Tribunale di Patti: nell’anno giudiziario 2017-2018 l’arretrato è aumentato del 22,7%. Insieme ai Tribunali di Messina e Barcellona di Gotto, fa parte del distretto giudiziario di Messina. Dalle informazioni fornite dal Tribunale di Patti, al 30 giugno 2018, le procedure esecutive pendenti sono passate da 523 del 30 giugno 2017 a 642. Nel distretto messinese sono 1.500 gli immobili non venduti.

DISTRETTO DI PALERMO

Secondo i dati della Corte d’Appello di Palermo, presso il Tribunale di Palermo, alla data del 30 giugno 2018 risultano pendenti 4.547 procedure esecutive, a fronte di una pendenza alla data del 30 giugno 2017, di 4.528 procedure con un aumento dello 0,4%. Pendenza che trova un significativo aumento presso il Tribunale di Agrigento (+3,3%), sulla stessa scia anche il Tribunale di Sciacca: +1%. Nel distretto palermitano sono 9.733 gli immobili rimasti invenduti.

DISTRETTO DI CATANIA

Anche in tre dei quattro tribunali che fanno parte del distretto giudiziario etneo sono aumentate le procedure esecutive. Quello di Ragusa è quello che presenta, sul fronte della pendenza, l’aumento maggiore, vale a dire +12%: al 30 giugno 2017 erano 2.710 le procedure pendenti, diventate l’anno seguente ben 3.074. Segue il Tribunale di Catania che è passato da 8.947 procedure pendenti del 30 giugno 2017 a 9.286 al 30 giugno 2018 con un aumento della pendenza del 3,5%. Stesso incremento registrato anche per Siracusa.

DISTRETTO DI CALTANISSETTA

Leggermente migliore è la situazione del distretto giudiziario nisseno. L’arretrato della vendita degli immobili all’asta è diminuito presso i Tribunali di Gela ed Enna, ma è aumentato e non di poco per il Tribunale di Caltanissetta: al 30 giugno 2018, infatti, le procedure esecutive pendenti sono passate dalle 655 del 30 giugno 2017 alle 675, con un aumento della pendenza del +3%. Sono 2.224 i beni rimasti “congelati”.

Il mercato delle esecuzioni immobiliari si conferma per la nostra Isola terreno fertile. Secondo i dati pubblicati dal comitato scientifico Astasy, la Sicilia è tra le più regioni con le percentuali di crescita più rilevanti in questo settore (+8,85% rispetto al primo semestre 2018 con 13.515 lotti), dietro solo alla Lombardia (+19,05%, 27.680 lotti).
Alle potenzialità enormi di crescita fanno da contraltare le tante ciriticità di funzionamento, al momento rimaste senza soluzione. Secondo Mirko Frigerio, ad di Astasy, nonostante i tempi dei Tribunali siano nettamente migliorati (ben 289 giorni medi in meno rispetto al 2018), resta comunque altissimo il tempo medio della giustizia, stimato in quattro anni con altissimi abbattimenti percentuali sul valore di aggiudicazione degli immobili.

 


 

Il Cndcec ha distribuito ai suoi iscritti un questionario a cui hanno risposto oltre 560 delegati alle vendite
L’appello di commercialisti, avvocati e notai: “Ripristinare la pubblicità cartacea delle aste”

ROMA – Possiamo dire chiaramente e senza timore di essere smentiti che il sistema delle aste telematiche si è rivelato un flop.
Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec), ha diffuso i risultati di una indagine dal titolo, “Processo esecutivo: PVP e aste telematiche. Prime prassi a un anno dall’entrata in vigore della riforma”.
In sostanza, il Cndcec ha distribuito a tutti i suoi iscritti un questionario a cui hanno risposto oltre 560 dottori commercialisti delegati alle vendite.

Il sondaggio ha confermato le criticità del sistema telematico. Dal rapporto è emerso che nel 58,5% dei casi la procedura preferita è quella tradizionale, una facoltà che la legge consente se necessaria a tutelare gli interessi dell’esecutato. Inoltre, oltre il 30% dei tribunali che hanno adottato il sistema delle vendite online non ha allestito una stanza per le vendite telematiche e il 48,9% non hanno nemmeno un presidio informativo per supportare i delegati.

Difficoltà non di certo “leggere” che si aggiungono al problema della pubblicità delle vendita all’incanto solo online, il che riduce notevolmente il numero dei partecipanti alle aste. Ogni informativa costa 100 euro, deve essere ripetuta dieci volte e sarà visibile solo per chi ha una postazione internet.

L’attività del delegato è ulteriormente aggravata da numerosi problemi tecnici segnalati dagli intervistati. I professionisti, in assenza di una procedura di correzione degli errori, sono obbligati frequentemente a ripetere più volte le medesime operazioni o, addirittura, a iniziare ex novo tutto il procedimento di pubblicazione, ripagando 100 euro del costo di registrazione di ciascun lotto.

“I risultati emersi dal sondaggio – hanno commentato i due Consiglieri nazionali delegati alle funzioni giudiziarie, Valeria Giancola e Giuseppe Tedesco – ci consentono di fare un bilancio del primo anno di applicazione della nuova normativa. Al momento, la realizzazione dell’obiettivo di garantire trasparenza, semplificazione, efficacia, sicurezza, esattezza e regolarità delle gare telematiche sembra lontana. La frammentazione del processo informatico tra differenti “attori” che a loro volta operano con sistemi complessi, diversificati e poco intuitivi per l’utente, nonché la scarsa conoscenza degli strumenti informatici non sembrano aver agevolato la diffusione delle nuove regole”.

Per far fronte alle tante problematiche, grazie al protocollo di intesa siglato tra Consiglio nazionale del notariato, Consiglio nazionale forense e consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, il notariato aveva esteso ad avvocati e commercialisti l’accesso alla piattaforma per la gestione delle aste telematiche disciplinate dal DM 32/2015, nonché della pubblicità legale. L’obiettivo è agevolare al massimo la partecipazione delle aste, ma i risultati pervenuti dopo più di un anno non lasciano spazio ad interpretazioni.

 

 

I DATI PARLANO

100 euro
il costo per la registrazione di un lotto. Il portale non consente correzioni una volta completato l’inserimento. In caso di errori la procedura va ripetuta integralmente ripagando cento euro per il costo di registrazione

48%
percentuale di delegati alla vendita che ritengono che il canale telematico presenti molte rigidità

30%
percentuale di tribunali che ha utilizzato le vendite on line ma non ha allestito le sale per le aste telematiche

28.000
il carico di immobili invenduti nei 16 tribunali siciliani

+8,85%
incremento delle case andate all’asta in Sicilia nel primo semestre 2019, rispetto al primo semestre 2018
(Osservatorio Astasy)

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