Un "quadro desolante" quello a carico dell'ex presidente dell'Ars e del fidato collaboratore Maurizio Messina.
“Finiu l’America, pi tutti (È finita la pacchia, per tutti ndr)”: è una delle intercettazioni emerse dall’ordinanza che ha stabilito il divieto di dimora a Cefalù per l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, indagato con le accuse di peculato, truffa aggrava ai danni dell’Ars e false attestazioni sulla presenza in servizio.
Coinvolto nell’indagine anche Maurizio Messina, l’autista fidato del deputato del Gruppo Misto accusato di aver utilizzato l’auto blu per finalità non istituzionali e per presunte “missioni fantasma”. La truffa avrebbe portato nelle tasche di Messina indennità non dovute per 10.736 euro.
Auto blu, Miccichè indagato: le intercettazioni
A pronunciare la frase “Mi siddiu (Mi sono stufato, ndr), finiu l’America, pi tutti” sarebbe stato – il 27 giugno del 2023 – Maurizio Messina. Il collaboratore dell’ex Presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè, che non sapeva di essere intercettato, si confidava con un’amica.
La donna avrebbe risposto: “Io ti direi di non rischiare in questa situazione”. “Ora vediamo – la risposta di Messina – parlo chiaro ‘Presidente, questo non lo possiamo fare“. La conversazione sarebbe avvenuta all’indomani dalla divulgazione delle prime notizie giornalistiche dopo l’arresto di Mario Di Ferro, ritenuto il “pusher della Palermo bene”. Un’inchiesta in seguito alla quale Messina era stato redarguito dai dirigenti per l’uso dell’auto blu.
Una seconda intercettazione vedrebbe protagonista lo stesso Miccichè, che parlando con una sua collaboratrice in merito a possibili indagini su di lui proprio in merito all’uso delle auto blu nel luglio del 2024, avrebbe detto: “Stai tranquilla che sul peculato, proprio, na puonnu (ce la possono, ndr) s***re altamente” (citazione riportata da Agi).
“Quadro desolante”
Le condotte di peculato contestate all’ex Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè per l’uso illegittimo dell’auto blu – si legge nell’ordinanza del gip – “restituiscono un quadro a dir poco desolante, caratterizzato da un costante piegamento all’assolvimento di interessi del tutto privati di un bene in dotazione a una pubblica amministrazione e con una regolamentazione del suo utilizzo a destinazione pubblicistica”.
“Miccichè serbando il tipico atteggiamento ‘uti dominus’ sulla vettura di servizio, si è di fatto appropriato della stessa non solo a suo piacimento del mezzo e del relativo autista per le più varie esigenze di carattere personale ma consentendo anche che ne disponessero un’analoga maniera i suoi familiari (la moglie) e i suoi collaboratori domestici”, si legge ancora nell’ordinanza. Il gip avrebbe contestato circa 30 episodi di utilizzo improprio dell’auto blu da parte dell’indagato Gianfranco Miccichè.
La replica
Alle intercettazioni e alle accuse delle autorità giudiziarie, l’indagato Miccichè – raggiunto dal divieto di dimora a Cefalù, luogo dove ha una casa al mare e dove risiede spesso – commenta all’Adnkronos: “Io e il mio staff abbiamo sempre lavorato e agito con la massima trasparenza e rigore. Sono pronto a chiarire tutto davanti gli organi competenti”.
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