Bandi Ue al palo, e le imprese siciliane devono attendere - QdS

Bandi Ue al palo, e le imprese siciliane devono attendere

Michele Giuliano

Bandi Ue al palo, e le imprese siciliane devono attendere

venerdì 02 Agosto 2019

Ritardi ritenuti inaccettabili, i progetti non sono mai partiti: le pmi devono fare i conti con la Regione-lumaca. La denuncia arriva dalle associazioni di categoria che puntano il dito su due bandi da quasi 150 milioni di euro

PALERMO – Tanti fondi a disposizione, milioni di euro di opportunità per le imprese siciliane, e l’amministrazione regionale siciliana non riesce a gestire i bandi e gli avvisi in maniera adeguata. Anzi, la burocrazia messa in campo rallenta i tempi oltremodo, impedendo alle aziende di utilizzare i finanziamenti, che sarebbero una boccata d’aria fresca per molti che devono trascinare ogni giorno la carretta per far quadrare i conti, e che possono, alle imprese avviate, permettere di guardare in prospettiva futura di ampliamento e crescita.

La denuncia arriva dalle associazioni dell’artigianato regionale, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai che, in particolare, puntano il dito su due bandi. Il primo è quello sul “Sostegno all’avanzamento tecnologico delle imprese attraverso il finanziamento di linee pilota e azioni di validazione precoce dei prodotti e di dimostrazione su larga scala”, pubblicato a giugno 2017 con una dotazione finanziaria di 56 milioni di euro poi aumentata a 123 milioni di euro, visto il numero elevato di progetti presentati.

L’altro bando al palo è, invece, quello pubblicato a settembre 2017 sul “Sostegno per la creazione o sviluppo di imprese extra agricole nei settori commercio – artigianale – turistico – servizi – innovazione tecnologica” che ha visto la partecipazione di centinaia di piccole imprese agricole in tutta la Sicilia. La dotazione finanziaria è pari a 20 milioni di euro e ad oggi sono state pubblicate solo le griglie di ammissibilità relative alle provincie.

“Per quanto riguarda il bando sul sostegno all’avanzamento tecnologico – denunciano le associazioni degli artigiani – in due anni è stato solo approvato l’elenco delle istanze ammissibili e non sono state ancora pubblicate le graduatorie dei progetti ammessi, vincolando di fatto le centinaia di imprese che vi hanno partecipato a non potere sviluppare altri progetti e a non potere attuare eventuali variazioni societarie o sociali significative. Chi ha partecipato al bando ed aspira ad un aiuto dell’Ue – denunciano Confartigianato, Cna, Casartigiani e Claai – è da due anni in attesa di sapere se riceverà l’aiuto o meno perché il dipartimento delle Attività Produttive della Regione non è stato in grado di adempiere nelle normali tempistiche, l’attuazione dei progetti relativi all’Azione 1.1.5”.

Una situazione paradossale, quando le buone intenzioni si scontrano con una incapacità di gestire in maniera efficace le procedure per l’individuazione delle imprese destinatarie e la distribuzione delle sovvenzioni. Una situazione che può continuare a ripetersi, a scapito di chi lavora. Le associazioni degli artigiani vogliono quindi scuotere il governo regionale affinché si metta fine a questi inaccettabili ritardi, dovuto ad un modus operandi dell’amministrazione pubblica farraginoso e inconcludente, lontano dalle necessità degli operatori, sia nei tempi che nelle finalità.

“Che vantaggi ne trae la Regione Sicilia nel non spendere le risorse comunitarie? Perché non vengono aiutate le imprese siciliane? Il buon fine auspicato dalla Commissione Europea con l’aiuto dei fondi comunitari viene di fatto annullato e convertito in impossibilità di sviluppo – continuano le sigle degli artigiani –. Considerando la programmazione dell’Unione Europea dal 2014 al 2020, trovandoci ad oggi nel luglio del 2019, chiediamo come possa essere possibile che ancora non siano stati avviati i progetti relativi a questi due bandi, considerando anche che ogni progetto ha una durata da 1 fino a 3 anni per lo svolgimento e la rendicontazione della spesa. Vogliamo subito un incontro con il Presidente della Regione”.

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