Basta evasori, condannare i furbi - QdS

Basta evasori, condannare i furbi

Basta evasori, condannare i furbi

mercoledì 26 Marzo 2025

Lo dicono anche I Beatles

Anche I Beatles condannavano gli evasori, dice Federico Rampini nel suo ultimo libro “All you need is love”.
In effetti l’evasione è un cancro per le Nazioni del Sud Europa. Dobbiamo subito mettere in chiaro che nel Centro-Nord del Vecchio Continente l’evasione non è endemica né diffusa, ma piuttosto marginale perché tutti pagano le imposte come fatto ordinario e quasi a nessuno passa per la testa di comportarsi in modo furbo, cioè disonesto.

Molti hanno tentato di quantificare il “nero”, qualcuno parla addirittura del quindici per cento del Pil (trecento miliardi), ma è molto più probabile che l’evasione si aggiri intorno ai cento miliardi, anche perché secondo l’Istat nel nostro Paese vi è un’economia sommersa che sfiora i duecento miliardi.
Qual è l’aspetto peggiore del quadro che vi descriviamo? Che i/le cittadini/e onesti/e che pagano tutte le imposte, sono soprattutto dipendenti e pensionati, che di fatto vengono tartassati/e perché devono pagare anche quelle che gli evasori non pagano.

Negli Stati Uniti tutti ricordano la vicenda del famoso bandito Al Capone che non poté mai essere imprigionato per gli innumerevoli reati che commetteva continuamente, ma fu incastrato dai libri contabili per reati fiscali che gli cagionarono undici anni di galera.
Gli Stati Uniti sono un paese dove l’evasione è quasi inesistente in quanto l’Internal revenue service (Irs), che si occupa di colpire i furbi (pochi per la verità), non fa controlli a basso raggio, bensì molto mirati, utilizzando ormai tutte le banche dati e software modernissimi che, incrociando le informazioni, fanno emergere coloro che, probabilmente, non pagano le imposte.

Nel nostro Paese, invece, l’evasione è altissima. Ma non è l’unico fenomeno della materia oggi in rassegna. Vi è l’altro, forse più grave, che riguarda le imposte già definite e dovute all’erario, cioè debiti veri e propri, che non sono mai stati pagati e che ammontano a 1.275 miliardi. Una cifra inaudita che sicuramente non verrà mai incassata per intero, anzi viene già stimato che l’importo recuperabile si aggira solamente intorno al dieci per cento, cioè poco più di cento miliardi.

Fiscus è un termine che indica il paniere dove si raccoglievano i tributi, donde il termine che è diventato di accezione comune: fisco.
Già nel Settecento alcuni teorici della fiscalità dicevano che quando le imposte finanziano servizi pubblici di vera utilità, dimostrata dalla soddisfazione dei/delle cittadini per le prestazioni che ricevono, vuol dire che le imposte sono giuste.

Ognuno di noi può valutare se questa regola sia valida oppure no. Secondo voi i/le cittadini/e italiani/e sono soddisfatti/e dei servizi pubblici che ricevono? A noi non sembra. Non che questo giustifichi poi l’evasione o il mancato pagamento delle cartelle esattoriali. Tuttavia, è una motivazione ragionevole.
In questi ultimi mesi il Governo ha tirato fuori uno strumento come fosse una grande novità: il concordato preventivo biennale. Però non si tratta di novità poiché esso esisteva negli anni cinquanta e funzionava perché metteva d’accordo contribuente e Agenzia delle Entrate dell’epoca per i successivi due anni: sicuramente un buon motivo per definire il rapporto Stato-contribuente.

La questione più grave rispetto all’evasione è quella della riscossione. Essa è conseguenza dell’ennesima disfunzione del sistema pubblico perché questo non è stato capace di incassare, con le buone o con le cattive, quanto dovuto.

Non vi è dubbio che in alcuni casi il mancato pagamento delle imposte sia stato conseguente a una condizione di necessità di varia natura, tra cui salute, famiglia, cattivo andamento dell’impresa. Ma più spesso, un atto di furbizia e di disonestà basato sul principio che comunque prima o dopo lo Stato avrebbe fatto un condono, avrebbe bonificato sanzioni e interessi e in più rateizzato il debito.
Questo è puntualmente avvenuto con il decreto che consente di pagare in dieci anni il debito fiscale, cosicché vengono gabellati tutti i/le contribuenti che invece hanno pagato puntualmente le imposte, anche facendo grandi sacrifici.
Purtroppo, anche in questo caso, in Italia vi sono figli/e e figliastri/e.

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