A partire dal 2023 gli italiani diranno addio a numerosi bonus che erano stati introdotti nelle precedenti legislature.
Con la Manovra che è stata approvata nelle scorse ore alla Camera e che sarà successivamente visionata anche nell’Aula del Senato, il Governo Meloni ha deciso di tagliare diverse agevolazioni. Vediamo, di seguito, quali sono le misure che a partire dal 1° gennaio 2023 non verranno ulteriormente prorogate.
Tra le agevolazioni più discusse che non conosceranno un’estensione vi è quella del Superbonus 110%. Introdotto in tempo di pandemia da Covid-19 dal Governo Conte, il Superbonus attuale non verrà prorogato, ma sarà sostituito da un’agevolazione che scenderà al 90%.
La detrazione verrà ridotta a patto che non siano stati deliberati i lavori entro il 18 novembre 2022 e la Cilas non sia stata presentata entro il 31 dicembre. O, in alternativa, con la delibera avvenuta dal 19 al 24 novembre dell’anno in corso, ma con la presentazione della Cilas entro la data del 25 novembre 2022.
A partire dal 2023 gli italiani saluteranno anche il Bonus Facciate. La misura era stata introdotta nella Manovra 2020 e prevedeva un’agevolazione fiscale del 90% per i costi avvenuti nel 2020 e nel 2020. La percentuale si era poi abbassata al 60% nel 2022. Il Governo ha deciso di non rinnovare il sostegno.
Tra pochi giorni andrà in pensione anche il Bonus Trasporti. L’agevolazione prevedeva un contributo di 60 euro per l’acquisto di un abbonamento ai mezzi pubblici o al trasporto ferroviario.
La scadenza è fissata per il 31 dicembre 2022, ma chi aderirà al bonus entro quella data potrà comunque usufruirne fino al termine del mese venturo, ossia entro la fine di gennaio 2023.
Tanti saluti anche al Bonus TV e Decoder, che sparisce dalla Legge di Bilancio 2023. La misura varata con il Decreto Aiuti bis prevedeva la possibilità di accedere a un contributo massimo di 50 euro l’acquisto di televisori e decoder adatti ai nuovi standard di trasmissione Dvbt-2/Hevc.
Il Ministero delle Imprese e del made in Italy nelle scorse settimane ha annunciato che i fondi erano andati esauriti il 21 novembre, pur aprendo le porte a un rifinanziamento. Ipotesi che non si poi concretizzata.