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Bonus edilizi, sconto in fattura e cessione del credito: cosa cambia?

Antonino Lo Re

Bonus edilizi, sconto in fattura e cessione del credito: cosa cambia?

venerdì 05 Novembre 2021

I bonus edilizi al centro della manovra nazionale. Il governo ha intenzione di rinnovare per tre anni le detrazioni già esistenti, ma vi sono modifiche su alcune misure

Dopo l’approvazione formale in consiglio dei ministri, entra nel vivo la legge di bilancio che dovrebbe confermare nella sua versione definitiva la cessione del credito e lo sconto in fattura per i bonus edilizi. Nella bozza della legge le due possibilità non erano state rinnovate, in particolare per sismabonus, ecobonus e bonus facciate, rimanendo invece in piedi solo per il Superbonus.

I tavoli tecnici si stanno riunendo e nei primi giorni della prossima settimana si dovrebbero avere notizie ufficiali. Il testo definitivo della legge non è ancora approdato in Parlamento, le Camere lo attendono per lunedì o martedì

I partiti e le associazioni interessate hanno effettuato un forte pressing per una proroga dello sconto in fattura e la cessione del credito per tutti i bonus, anche negli interventi che non rientrano nel super-sconto del 110%. Secondo Il Sole 24 Ore sono bastate poche ore a capire che il compromesso finito nella bozza di manovra esaminata dal governo, con la stabilizzazione triennale dei bonus al 50 e al 65% e la proroga annuale del bonus facciate in formato ridotto dal 90 al 60%, avrebbe rischiato grosso nel corso dell’esame parlamentare.

Le obiezioni sullo stop a queste due misure sono arrivate all’interno della maggioranza e soprattutto dal Movimento 5 Stelle su pressione di costruttori e proprietari.

La modiche attese

La bozza del disegno di legge prevede nello specifico le seguenti misure:

  • proroga del bonus ristrutturazione del 50 per cento dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2024;
  • proroga, in parallelo, del bonus mobili del 50 per cento, ma con limite di spesa che scende a 5.000 euro;
  • proroga dell’ecobonus dal 50 al 65 per cento dal 1° gennaio al 31 dicembre 2024;
  • proroga del bonus facciate fino al 2024, ma con aliquota ridotta al 60 per cento;
  • proroga del bonus verde del 36 per cento.

Per quanto riguarda il Superbonus, per i condomìni (Superecobonus e Supersismabonus) a partire dal 2024 vedrà l’aliquota scendere al 70% (per il 2024) e al 65% per il 2025. È chiaro che a queste condizioni comunque il Superbonus finirà tra due anni perché senza un incentivo importante nessuno deciderà opere che richiedono procedure complesse e requisiti stringenti.

Confermato il termine dell’agevolazione Superbonus 110% al 30 giugno 2022 per le case indipendenti. Una miniproroga al 31 dicembre 2022 è concessa solo agli immobili che rispettino una di queste condizioni: 1) la Cila (Comunicazione inizio lavori) o, quando richieste, le comunicazioni relative a opere di demolizione e ricostruzione siano stata presentate in comune entro il 30 settembre scorso; 2) si tratti di un immobile con le caratteristiche della prima casa possedute da persona con Isee inferiore a 25 mila euro. Ma chi possiede un Isee di questo livello di solito non ha come priorità quello dell’efficientamento della casa.

Gli altri bonus per sistemare casa

Buone notizie per chi vuole avviare lavori di ristrutturazione in casa con le agevolazioni statali. Gli “altri” bonus edilizi potrebbero infatti riavere lo sconto in fattura e la cessione del credito (a banche, aziende o anche a un terzo). Stiamo parlando, per chiarire, del bonus ristrutturazione tradizionale (sgravio del 50%), “ecobonus” per l’efficientamento energetico (che può arrivare in condominio anche al 75% e addirittura all’85% se si abbatte il rischio sismico) e lo stesso Sismabonus (anche questo molto generoso dal punto di vista dello sgravio fiscale).

Proroga di Opzione donna

Oltre al capitolo bonus, dovrebbe essere messa a punto anche la misura definitiva su Opzione donna, che non dovrebbe riportare alcuna stretta rispetto agli attuali requisiti per andare in pensione, e sul reddito di cittadinanza, con un decalage dell’assegno a partire dal primo rifiuto di offerta di lavoro.

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