Le testimonianze dirette dall’Istituto De Felice Giuffrida-Olivetti di Catania: “Richiesto un impegno costante”
CATANIA – L’impatto del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sulle scuole italiane si è rivelato profondo e spesso dirompente, soprattutto sul piano amministrativo e gestionale. A testimoniarlo è la dirigente scolastica dell’Istituto De Felice-Giuffrida–Olivetti di Catania, professoressa Anna De Francesco, che descrive questo percorso come “lungo, complesso e, non di rado, fuori dall’ordinario”.
“Abbiamo affrontato – spiega – un carico di lavoro straordinario. Il Pnrr ha introdotto una quantità significativa di attività supplementari, spesso ben oltre la gestione ordinaria. Tutto ciò ha richiesto un impegno costante, anche sul fronte della formazione e delle competenze digitali, che il personale non sempre possiede in modo adeguato”.
Tra le difficoltà più evidenti, la dirigente scolastica mette in luce una frattura crescente e preoccupante: quella tra l’area amministrativa e la dimensione didattica, ovvero tra la gestione operativa della scuola e la sua vera missione educativa: “Il mio più grande dispiacere è vedere come l’attività burocratica rischi di allontanarci dal cuore pulsante della scuola: gli studenti”.
Una criticità diffusa nel sistema scolastico italiano
Una riflessione che racchiude una criticità diffusa nel sistema scolastico italiano, dove l’attenzione alle scadenze, ai bandi, alle rendicontazioni e alla conformità normativa spesso assorbe energie che dovrebbero essere rivolte alla crescita culturale e personale degli alunni.
La scuola si trasforma sempre più in un ente amministrativo, chiamato a rispondere a continue sollecitazioni ministeriali, con tempistiche spesso ristrette. Eppure, ogni scelta, ogni azione, ogni progetto amministrato con fatica ha sempre come destinatario finale lo studente. “Nonostante tutto – spiega la dirigente – non perdiamo mai di vista il nostro obiettivo: offrire percorsi formativi che siano davvero significativi, costruire ambienti di apprendimento stimolanti, garantire equità, innovazione e qualità dell’insegnamento”.
Malgrado gli sforzi, però, spesso le iniziative messe in atto non ricevono la giusta attenzione: “Lavoriamo per pubblicare bandi finalizzati alla ricerca di figure specializzate che possano supportare progetti innovativi, ma raramente otteniamo il riscontro che ci aspetteremmo”.
Mancanza di familiarità persino con le funzioni di base del computer
La continua evoluzione dei sistemi digitali, con aggiornamenti frequenti e interfacce sempre diverse, rappresenta una sfida aggiuntiva per il personale Ata, che spesso si ritrova senza un’adeguata preparazione iniziale o senza un piano strutturato di aggiornamento professionale. In molti casi, la mancanza di familiarità persino con le funzioni di base del computer finisce per rallentare l’intera macchina organizzativa, allungando i tempi di esecuzione e moltiplicando gli errori da correggere. Il risultato è un rallentamento generale del flusso di lavoro burocratico, che rende ancora più faticoso il compito di chi deve garantire la puntualità e la correttezza delle pratiche amministrative, a fronte di scadenze sempre più stringenti.
La macchina scolastica continua a funzionare
Eppure, nonostante queste difficoltà, la macchina scolastica continua a funzionare grazie all’impegno, alla pazienza e alla capacità di adattamento di chi, ogni giorno, si rimbocca le maniche per tenere in piedi un sistema sempre più esigente. “Non è mai una questione di volontà – precisa la dirigente – ma di strumenti e opportunità. Se non mettiamo in condizione il personale di essere efficace, ne paghiamo tutti le conseguenze, a partire dagli studenti”.
Rigidità delle procedure decisionali
A livello organizzativo, la dirigente denuncia la rigidità delle procedure decisionali: “Ogni scelta deve essere condivisa con il collegio docenti, il consiglio d’istituto e, in caso di finanziamenti, occorre una delibera specifica. È un meccanismo ancora ancorato a norme dei decenni passati, che rallenta l’azione e limita l’autonomia, pur attribuendo alla dirigenza tutte le responsabilità operative. Anche per un semplice intervento strutturale, come la caduta di un cornicione, è necessario rivolgersi agli enti esterni, spesso con tempi incompatibili con le urgenze”.
In questa complessa rete organizzativa, un ruolo centrale è svolto dal direttore dei Servizi generali e amministrativi (Dsga), Maurizio Sanguedolce, figura di raccordo tra l’apparato gestionale e quello didattico. “Il nostro compito – spiega la dirigente scolastica Anna De Francesco – è garantire che tutte le attività amministrative si svolgano nel rispetto delle normative vigenti e delle scadenze imposte. In questo contesto, il direttore dei Servizi generali e amministrativi, Maurizio Sanguedolce, rappresenta una figura chiave per l’equilibrio e l’efficienza dell’istituto. Coordina il personale Ata, gestisce incarichi e attività straordinarie e partecipa attivamente agli organi collegiali, dove le esigenze educative vengono tradotte in strumenti concreti di azione”.
“Dal punto di vista contabile – spiega Sanguedolce – il Dsga cura ogni singolo dettaglio: dalla redazione delle schede finanziarie al monitoraggio delle spese, fino alla predisposizione di mandati di pagamento e reversali d’incasso.
“In questo ambito – sottolinea – il margine di errore deve essere pari a zero: ogni documento deve essere redatto con assoluta precisione e costantemente verificabile”. Alla figura del Dsga sono inoltre affidate, su delega della dirigenza, numerose responsabilità operative: la gestione delle attività negoziali, il coordinamento dei progetti, la pianificazione delle ferie del personale Ata e il supporto continuo nelle decisioni strategiche.
“Una delega – precisa il Dsga – non è mai un mero atto formale: implica assunzione di responsabilità diretta, capacità decisionali tempestive e una visione d’insieme chiara e lungimirante”. L’accesso al ruolo di Dsga avviene attraverso un concorso pubblico riservato a laureati in discipline giuridiche, economiche, politiche o equipollenti. Ma questo non è sufficiente: “Oltre alle competenze tecniche – afferma – servono solide abilità nella gestione delle risorse umane, prontezza nel problem solving e una costante disponibilità ad affrontare imprevisti e difficoltà sempre nuove”. In un contesto così complesso e in continua evoluzione, la scuola continua a funzionare grazie all’impegno sinergico tra la dirigenza e il Dsga che ogni giorno affrontano difficoltà burocratiche e tecnologiche con un unico obiettivo: garantire un servizio educativo efficace e di qualità per tutti gli studenti.