Calcio a Catania, Gaucci si tira definitivamente indietro: "Vi spiego perché"

Calcio a Catania, Gaucci si tira definitivamente indietro: “Vi spiego quello che serve”

Antonino Lo Re

Calcio a Catania, Gaucci si tira definitivamente indietro: “Vi spiego quello che serve”

Gianluca Virgillito  |
lunedì 13 Giugno 2022

Riccardo Gaucci ha provato a mettere insieme una realtà che potesse scommettere su un nuovo Catania. Ecco l'intervista di QdS.it all'ex patron del Catania

In quel di Catania sono arrivati i giorni più caldi relativamente all’attesa per la costituzione di un nuovo club rossazzurro. Giorno 18 scade infatti il termine ultimo imposto dal Comune per l’invio di manifestazioni di interesse. Sono state settimane molto dure per tutti i tifosi etnei che si sono interrogati sul futuro calcistico della città cercando informazioni che potessero far sperare in un rilancio immediato tramite una realtà forte che possa presentarsi a conclusione dell’iter procedurale, avviato a Palazzo degli Elefanti.

Calcio a Catania: email, voci e fughe di notizie

Mentre in queste ore si discute di interessamenti dall’estero e dall’Italia, si fanno largo dubbi, scambi di e-mail e polemiche su fughe di notizie in vista di giorno 18. Nelle ultime ore è emerso ufficialmente che è venuta meno la possibilità che nel futuro rossazzurro possa esserci un ex, ovvero Riccardo Gaucci. Intercettato ai nostri microfoni infatti l’ex patron del Catania ha puntualizzato diverse cose.

Gaucci innamorato di Catania, ma…

Riccardo Gaucci ha provato a mettere insieme una realtà che potesse scommettere su un nuovo Catania, ma gli investimenti esosi in caso di mancata promozione immediata in Serie B hanno spaventato alcuni investitori.

“Si è vero ho cercato di capire se c’erano i presupposti per partecipare alla manifestazione d’interesse relativamente a un possibile nuovo Catania – ha ammesso -. L’ho fatto perché amo profondamente la città, dopo aver vissuto quattro anni veramente molto importanti per me. La piazza di Catania mi resta nel cuore così come molte persone che ho conosciuto in quegli anni e con cui sono attualmente in contatto. Sedendoci a tavolino e valutando concretamente la situazione alcuni dei soci che avrebbero potuto partecipare a questa iniziativa imprenditoriale hanno espresso dei dubbi. E in particolar modo relativamente alla possibilità che non arrivi subito una promozione in Serie B dalla terza serie”.

“Infatti, – aggiunge Gaucci – abbiamo studiato un business plan prevedendo dei costi di 3 milioni di euro per la prima stagione tra l’acquisizione del titolo e la costruzione della squadra per vincere la Serie D e poi un altro anno di Serie C a vincere con ulteriori 5 milioni circa. La mancata certezza però sul successo di un campionato professionistico di Serie C ci ha indotto a riflettere sulle risorse che si sarebbero andate a sommare visto e considerato che in C non ci sono molti introiti per le società. Quindi questa possibilità è venuta meno. Mi dispiace molto ma devo dire con estrema correttezza che non ha senso perdere la faccia con una città con cui si è legati. Questa iniziativa imprenditoriale non era una cosa da fare per forza ma solo se c’erano i presupposti”.

Il calcio di oggi, meno romantico e più costoso.

“Il calcio di oggi non è più quello di un tempo – spiega Gaucci -. Gli imprenditori ci pensano sempre due volte prima di bruciare soldi, nel calcio se ne bruciano tanti. Per questa ragione il calcio italiano è sempre più nelle mani di proprietà estere che hanno capitali differenti rispetto alle realtà italiane. Sappiamo che la crisi in Italia si fa sentire e gestire il calcio con i costi che ha attualmente per gli investitori italiani è sempre più difficile. Confido comunque che il Catania possa andare dopo giorno 18 in mani sapienti che abbiano tante risorse e soprattutto le capacità e le professionalità giuste affinché Catania possa tornare nelle categorie che gli competono”.

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