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Call center ITA, ignorate le clausole sociali, a rischio lavoratori di Palermo

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Call center ITA, ignorate le clausole sociali, a rischio lavoratori di Palermo

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mercoledì 25 Agosto 2021

Richiesta una convocazione urgente al Governo: la tutela del lavoro non ammette discontinuità. Centinaia i lavoratori della sede di Palermo attendono col fiato sospeso

Una convocazione di garanzia in sede istituzionale delle parti interessate, al fine di scongiurare le conseguenze del mancato rispetto della clausola sociale nel cambio appalto per il call center di ITA spa (Italia Trasporto Aereo), che mette a rischio immediato la continuità occupazionale di centinaia di lavoratori a Palermo e Rende, impegnati da vent’anni sul medesimo servizio assistenza clienti per Alitalia. Perché la tutela del lavoro non può ammettere discontinuità.

E’ la richiesta urgente che la società Almaviva Contact ha avanzato oggi con una nota al Ministro delle Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, dopo aver appreso che ITA spa, società interamente pubblica, ha assegnato ad altro fornitore la gara per la gestione dei servizi di contact center, sostitutivi di quelli tuttora in capo ad Alitalia, senza applicare la clausola sociale prevista per il settore dei call center in outsourcing che, in base al CCNL di settore e alla legge, riconosce il diritto alla prosecuzione del rapporto di lavoro con l’eventuale nuovo fornitore delle stesse attività.

Il
bando ITA, con termini senza precedenti per gare di simili dimensioni, è stato
reso noto sabato 31 luglio, chiuso nelle successive due settimane di agosto e
assegnato ieri, fissando a giorni la partenza di un servizio caratterizzato dalle
stesse attività che Almaviva Contact eroga per l’analogo customer care Alitalia,
attraverso 621 persone specificamente formate, oltreché dalla previsione di
volumi di lavoro persino crescenti rispetto a quelli attuali.

Un
bando di gara per servizi di call center privo di riferimenti alla clausola
sociale, comprensivo invece di un punteggio premiale per l’indicazione di una
sede operativa a Roma, con evidente penalizzazione per chi operi da tempo nel
Mezzogiorno del Paese, guidato dal criterio del massimo ribasso economico e da una
base d’asta insufficiente a coprire anche il solo costo del lavoro, elemento determinato
con Decreto dal Ministero del Lavoro perché non riducibile.

A
fronte delle preoccupazioni espresse su tempistica e contenuti del bando da
parte sindacale e istituzionale, nonostante ITA avesse dichiarato pubblicamente
che un eventuale fornitore entrante, diverso dall’attuale datore di lavoro,
avrebbe dovuto garantire l’applicazione della clausola sociale al personale
attualmente addetto ai medesimi servizi, l’esito comunicato ieri attraverso un
nota della Società ITA non attiva la necessaria procedura e ne certifica il
mancato rispetto, con la drastica ed elusiva sostituzione dei lavoratori di
Almaviva Contact, fin dai prossimi giorni.

Una
responsabilità grave, quella assunta da ITA, che provocherebbe non solo il conseguente,
obbligato ingresso in regime di ammortizzatore sociale al 100% entro i prossimi
giorni per le 621 persone finora impegnate sullo stesso servizio, ma si
dimostrerebbe un segnale ancora più distruttivo per l’intero settore,
provenendo da una società totalmente pubblica.

Gli
effetti delle scelte di ITA, che mettono a rischio immediato la continuità
occupazionale di centinaia di persone in territori del Paese già fortemente
provati dalla fase tormentata dell’emergenza sanitaria, richiedono un
intervento di garanzia istituzionale per assicurare l’indispensabile tutela del
diritto di ogni singolo lavoratore del settore al mantenimento del proprio
impiego, riconosciuto dalla legge e dal contratto collettivo di riferimento.

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