Carenza di medici in Sicilia: "Superare dualismo pubblico - privato"

Fuga dei medici in Sicilia, la soluzione: “Superare il dualismo tra pubblico e privato”

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Fuga dei medici in Sicilia, la soluzione: “Superare il dualismo tra pubblico e privato”

Antonio Giordano  |
domenica 21 Gennaio 2024

La Sicilia può fare da apripista nell'avviare un dialogo costruttivo con nuove regole: il governatore Schifani mira al confronto, la risposta dell'Aiop.

Per fare fronte alla carenza di medici nelle corsie degli ospedali siciliani, il presidente della Regione, Renato Schifani, ricorre a tutto il suo “soft power”, ovvero traslando dal linguaggio della geopolitica, a tutta la sua influenza relazionale.

La strada è stata indicata due volte nel giro di pochi giorni della scorsa settimana. La prima durante il suo intervento al convegno “emergenza sanità” in Sala Mattarella all’Ars e la seconda durante la conferenza stampa nella quale ha illustrato i risultati dell’ultimo anno di governo.

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Carenza di medici, è emergenza in Sicilia

Come farlo è stato spiegato dallo stesso Schifani: una interlocuzione con l’Aiop (l’Associazione ospedalità privata guidata a livello nazionale dalla palermitana Barbara Cittadini) per ipotizzare una possibile soluzione alla fuga di medici verso il sistema privato. Al sistema privato, infatti, è stato riconosciuto parte del budget per la riduzione delle liste di attesa, ha ricordato Schifani. “Adesso è il momento di trovare delle regole”. Un invito al confronto che è stato subito colto dall’Associazione e dal suo presidente e che potrebbe diventare un test nazionale su un nuovo rapporto tra pubblico e privato.

La ricerca di un confronto

“Chiederò un necessario confronto con Aiop” (l’associazione che riunisce l’ospedalità di natura privata) ha detto Schifani, “io credo che in momenti come questo sia necessario un confronto tra istituzioni e privato. I rapporti con quel settore sono stati sempre ottimi e un reciproco aiuto credo vada dato”.

“La mia politica è stata quella di una apertura la privato di qualità perché per me la tutela della salute è un esercizio di una funzione pubblica e una collaborazione tra privato e pubblica va in questa direzione”, ha spiegato Schifani, “ho sempre creduto e continuo a crederci. in occasione della spalmatura dei 50 milioni per la riduzione delle liste di attesa abbiamo deciso di concerto con l’assessore di assegnare una quota al privato di questa cifra”.

“Ma credo – ha aggiunto – che in un momento di crisi mi auguro che ci sia un minimo di bon ton tra istituzioni e medicina privata, dandoci un minimo di regole. E una verifica tra le parti tra un Governo che si è posto in maniera aperta ai privati e quel settore per individuare alcune regole”.

La risposta di Aiop

“Concordo con il richiamo del Presidente Renato Schifani a una sinergia virtuosa e a un ‘bon ton’ istituzionale con regole condivise tra le due componenti del Sistema sanitario per una buona sanità. Come presidente nazionale di Aiop avverto, con grande responsabilità, il compito di promuovere un confronto alto, trasparente e virtuoso con il decisore pubblico”, ha detto Barbara Cittadini, presidente nazionale dell’Aiop.

“Un confronto, come giustamente affermato dal Presidente della mia Regione, Renato Schifani – ha aggiunto Cittadini – che deve seguire delle regole di ‘bon ton tra istituzioni e medicina privata’ e al quale le nostre strutture e i nostri rappresentanti sono pronti a rispondere con solerzia e puntualità per continuare a contribuire alla funzione pubblica di tutela della salute”.

“Apprezzo, prima di tutto da siciliana – precisa – l’apertura al confronto e le parole del presidente Schifani poiché sono la dimostrazione di una classe politica con grande sensibilità, che si prefigge l’unico obiettivo di trovare soluzioni condivise alle criticità che caratterizzano il nostro servizio sanitario. Ritengo, come ho già affermato in passato, che questo esempio debba essere seguito su tutto il territorio nazionale, perché è solo attraverso il superamento del dualismo oppositivo ‘pubblico-privato’ che è possibile costruire una ‘buona sanità’ per tutta la popolazione, scardinando preconcetti e dogmi anacronistici che, negli ultimi anni, hanno contribuito a impoverire l’offerta sanitaria nel nostro Paese. La Sicilia, dunque, può diventare un apripista del confronto tra pubblico e privato, “un modello al quale le altre regioni italiane possono guardare per rispondere alla sempre crescente e diversificata domanda di cura e assistenza della popolazione”.

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