Caro carburante, il dilemma dei gestori: "Chiudere o licenziare"

Caro carburante, il dilemma dei gestori: “Chiudere o licenziare”

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Caro carburante, il dilemma dei gestori: “Chiudere o licenziare”

Antonio Licitra  |
mercoledì 09 Marzo 2022

Anche Catania è stata travolta da quest’impennata dei prezzi che sfiorano addirittura i 2,50 euro al litro nel servito.

Prezzo alle stelle per diesel e benzina in tutta Italia. Anche Catania è stata travolta da quest’impennata dei prezzi (che sfiorano addirittura i 2,50 euro al litro nel servito), ed i cittadini così come i gestori si trovano sul piede di guerra. Ad incidere, non solo l’attuale situazione legata al conflitto tra Russia ed Ucraina, ma soprattutto le accise dello Stato. Oggi, il Quotidiano di Sicilia si è recato in alcune stazioni di servizio per raccogliere le voci di automobilisti e gestori.

“La situazione attuale con i prezzi che stiamo attuando, fa paura alla popolazione che, di conseguenza, la gente non fa più i pieni.- spiega Carmelo Viglianisi, titolare di una stazione di servizio di Catania. In tal senso, stiamo perdendo molti volumi di carburante.

I gestori alle prese con il caro carburante

“Noi gestori, abbiamo un margine di guadagno di 2,7 centesimi al litro, ovvero circa l’1% in termini economici. Con questa percentuale dobbiamo gestire il personale,  pagare la luce, le commissioni bancarie e le commissioni di carte petrolifere. Non ce la facciamo più  ad andare avanti con questi parametri e rischiamo di dover attuare alcuni licenziamenti ed addirittura di chiudere gli impianti. Attualmente, infatti, stiamo lavorando a perdere e questo non è possibile. Noi gestori subiamo il cambiamento di questo periodo, avendo un investimento maggiore ed un ricavo minore. Il nostro margine di guadagno, infatti, resta invariato sulla proporzione euro/litro. Ciò comporta di ricavare sempre la stessa percentuale al litro. Siamo costretti, dunque, ad investire di più ed a guadagnare meno. Gli scenari futuri non fanno ben sperare e noi del comparto siamo veramente esausti. Alle istituzioni vorrei dire di intervenire sulle compagnie petrolifere di diminuire le accise in modo tale da poter continuare a far lavorare noi gestori e di conseguenza evitare i licenziamenti ai dipendenti. Migliaia di famiglie, infatti, rischiano di rimanere senza lavoro.”

Coro unanime anche da parte degli automobilisti che si dicono ormai stanchi di subire i continui aumenti. A tal proposito, un lavoratore pendolare (che ogni giorno attua la tratta Catania-Niscemi) ci riferisce di essere obbligato a tagliare molte spese di routine a causa dell’aumento del carburante.

Antonio Licitra

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