Tendenza inflattiva costante e ineluttabile a Palermo, dove i rincari e i dati Istat sull'inflazione annunciano un Natale 2022 segnato dai rincari.
Fine anno con la freccia puntata all’insù per i prezzi al consumo di Palermo. I dati definitivi pubblicati dall’Istat sull’inflazione nell’intero territorio nazionale, indicano per il capoluogo siciliano una variazione tendenziale del 14,9 % tra il mese di ottobre di quest’anno e quello del 2021 nonché un incremento congiunturale, calcolato cioè rispetto al mese precedente, che sempre a ottobre, ha raggiunto quota +4,5%.
Che l’inflazione, sulla spinta di una guerra che non cessa alle porte d’Europa, abbia accelerato la sua corsa lo indica proprio il primo dato: lo scorso settembre infatti gli aumenti registrati su base annua si attestavano sul +10,8%.
A Palermo e in tutta Italia l’inflazione pesa sul Natale: i prezzi al consumo
Il quadro dei rincari viene confermano dai prezzi divisi per categorie. Partendo dalle più ampie, ossia quella dei beni e quella dei servizi, gli aumenti sono stati rispettivamente del 20% e del +5,3%.
Nelle suddivisioni di spesa, il rincaro annuale più pronunciato ha riguardato la voce “Abitazione, acqua, elettricità e combustibili”: il +67,2%. Categoria, questa, che, stando sempre alle ultime rilevazioni Istat, ha fatto registrare nel giro di un solo mese, da settembre a ottobre, un balzo del +26,7% e nella quale il raggruppamento dei soli beni energetici – che comprende sia quelli regolamentati, cioè le tariffe per l’energia elettrica e il gas di rete per uso domestico, sia quelli non regolamentati, ossia i carburanti per gli autoveicoli, i lubrificanti e i combustibili per uso domestico – è rincarato di oltre il 77% nel giro di un anno.
Rilevanti anche gli incrementi dei valori di scambio dei prodotti alimentari (incluse le bevande analcoliche), attestatisi sempre su base annua al 14,7% e quelli della ristorazione e dei servizi ricettivi, pari al +11,6%. A seguire, gli aumenti del prezzo dei trasporti, +10%; quelli relativi ai servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+8,1%), al settore dei mobili, articoli e servizi per la casa (+7,2 %) e a quello dell’abbigliamento e calzature (+3,5%).
I prodotti più acquistati e i rincari
Sempre rispetto all’inizio dell’autunno 2021, i prodotti a più alta frequenza di acquisto che, oltre ai generi alimentari, includono tutte le tipologie di bevande, i tabacchi, le spese per l’affitto, i beni non durevoli per la casa, i servizi per la pulizia e manutenzione della casa, i carburanti e ancora i trasporti urbani, i giornali e i periodici, i servizi di ristorazione e le spese di assistenza, hanno fatto segnare una variazione del +10,8%.
Decisamente più salati i rincari per i beni e servizi a media frequenza di acquisto, come, tra gli altri, le spese di abbigliamento, le tariffe elettriche e quelle relative all’acqua potabile e lo smaltimento dei rifiuti, ai quali si aggiungono i medicinali, i servizi medici e dentistici, i trasporti, i servizi postali e telefonici e i servizi ricreativi e culturali: questo insieme di prodotti è cresciuto, rispetto all’anno precedente, del
+23,8% e di oltre il 9% rispetto a settembre di quest’anno.
Per i beni a bassa frequenza di acquisto – che comprendono gli elettrodomestici, i servizi ospedalieri, l’acquisto di mezzi di trasporto, i servizi di trasloco, gli apparecchi audiovisivi, fotografici e informatici e gli articoli sportivi -, l’aumento annuo è stato del 4,1% (+3,8% rispetto al mese precedente).
La guerra e gli effetti su Palermo
L’aumento generalizzato dei prezzi, legato in particolare ai rincari delle materie conseguiti al conflitto Ucraina-Russia, aggrava quello che già da anni per il capoluogo siciliano è un panorama economico a tinte fosche.
Fino a ottobre del 2020 a Palermo il tasso d’inflazione era pari a zero. Dall’inizio del 2022 la tendenza inflattiva è stata costante e ineluttabile: a fine gennaio il tasso superava già il 5%, era già al 7% a marzo, per toccare il 10% ad agosto e, stando alle ultime rilevazioni disponibili, sfiorare il 15% a ottobre. Con un differenziale d’inflazione rispetto al dato nazionale che vede negli ultimi mesi l’indice dei prezzi palermitani di 3 punti percentuali più alto.
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