Caro scuola in Sicilia e aumenti, quanto devono spendere i genitori e trucchi per risparmiare - QdS

Caro scuola in Sicilia e aumenti, quanto devono spendere i genitori e trucchi per risparmiare

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Caro scuola in Sicilia e aumenti, quanto devono spendere i genitori e trucchi per risparmiare

Michele Giuliano  |
lunedì 12 Settembre 2022

Con l’arrivo di settembre e la ripresa di tutte le attività, ecco anche la scuola, un impegno economico non indifferente che coinvolge praticamente tutte le famiglie siciliane

Con l’arrivo di settembre e la ripresa di tutte le attività, ecco anche la scuola, un impegno economico non indifferente che coinvolge praticamente tutte le famiglie siciliane.

E quest’anno peserà ancora di più: “Per iscrivere un figlio al primo anno del liceo classico o scientifico, tra libri di testo e libri consigliati e 3/4 dizionari, una famiglia dovrà spendere mediamente circa 540 euro, 480 euro per gli altri indirizzi”.

Lo studio di Federconsumatori

È quanto emerge in uno studio di Federconsumatori Palermo. Una cifra importante, che, secondo altri dati forniti dal Codacons, riflette un aumento del 7% rispetto all’anno precedente. I dati di Federconsumatori vengono dall’ormai abituale monitoraggio delle adozioni dei libri di testo, presso scuole medie inferiori e superiori di Palermo e provincia, per rilevare la spesa che le famiglie dovranno sostenere.

La spesa per i libri, per l’iscrizione alla prima media, è mediamente di 314 euro, a cui bisogna aggiungere il costo di due dizionari. Per la prima classe superiore necessitano mediamente 339 euro, con oscillazioni da un minimo di 268 a un massimo di 422 euro. Ai libri occorrerà aggiungere l’acquisto da 2 a 4 dizionari, il cui costo si aggira, mediamente, tra 60/100 euro ciascuno. È un problema da non sottovalutare. Purtroppo, il costo dei libri è tra le cause di abbandono scolastico.

Le parole di Lillo Vizzini

“Giudichiamo positivamente la decisione, in alcuni licei, –  dice Lillo Vizzini presidente Palermo dell’associazione dei consumatori – di ridurre al minimo l’elenco dei libri consigliati da acquistare ad inizio anno. Alla spesa dei libri di testo si dovrà aggiungere l’ulteriore spesa per il corredo scolastico, mediamente di circa 220 euro.

Oltre il 50% dello stipendio di una famiglia monoreddito. Le conseguenze della povertà e del disagio sociale non dovrebbero compromettere in alcun modo il diritto allo studio; la mancanza dei libri di testo è la causa principale dell’abbandono scolastico”. Il dato positivo è che il 65% degli istituti superiori monitorati ha rispettato i tetti di spesa ministeriali, con percentuali di sforamento sotto il 10%. Una possibilità di risparmio è data dall’acquisto di libri usati.

“Per verificare la conformità del testo usato – consigliano da Federconsumatori – con quello adottato è fondamentale verificare che il codice volume sia identico. È possibile comprare i libri nuovi, ma anche usati in alcuni casi, con un certo margine di sconto, dal 10% al 15%, in alcuni siti specializzati, amazon, ibs, libraccio, ecc”. Il Codacons poi, avverte quanto sia importante non lasciarsi trascinare dai social media e dagli influencer: “Non seguire le pubblicità che invadono le tv e social, permette di risparmiare il 40% e comprare prodotti utili e di qualità, che non sono legati solo all’aspetto del brand”.

Risparmio nei supermercati

Anche nei supermercati si possono trovare occasioni per risparmiare. Il segreto è avere una lista ben precisa di cosa acquistare, non partire senza le idee chiare, e prendere solo i prodotti “civetta”, ossia quei prodotti utilizzati per catturare l’attenzione del compratore e messi sottocosto. Per quanto possa sembrare contro intuitivo, è importante, secondo il Codacons, acquistare solo il necessario: non è utile conveniente comprare la scorta per tutto l’anno di quaderni e penne, possono essere presi in un secondo momento in cui ci sono le occasioni per risparmiare. Utile è aspettare i professori e le loro indicazioni per le cose tecniche, come ad esempio dizionari e libri aggiuntivi, per evitare acquisti superflui o vani.

Michele Giuliano

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