Catanese uccisa sull'A4, automobilista risultato positivo a cannabis e benzodiazepine

Catanese uccisa sull’A4, automobilista risultato positivo a cannabis e benzodiazepine

Daniele D'Alessandro

Catanese uccisa sull’A4, automobilista risultato positivo a cannabis e benzodiazepine

Redazione  |
lunedì 20 Febbraio 2023

L'automobilista 39enne che ha investito e ucciso due donne, tra cui la catanese Laura Amato, sarebbe risultato positivo a degli stupefacenti

Emergono nuovi dettagli sulla tragedia che ha portato nella notte tra venerdì e sabato alla morte di due donne al casello della barriera autostradale A4 Torino-Milano (Ghisolfa).

Tra le vittime c’è anche una catanese, la 54enne Laura Amato, uccisa mentre stava rientrando a casa dopo aver festeggiato il suo compleanno insieme all’amica Claudia Turconi.

A causare il dramma sarebbe stato un’automobilista di 39 anni, un italiano di origine marocchina, che si sarebbe schiantato ad altissima velocità contro l’automobile delle due in quel momento ferma.

L’automobilista è risultato positivo a cannabis e benzodiazepine

L’uomo, accusato di omicidio stradale, è stato sottoposto a tutte le analisi del caso: da esse sarebbe emersa la sua positività alla cannabis e alle benzodiazepine al momento del devastante impatto.

Sono questi gli esiti degli esami di primo livello disposti dal pm milanese Paolo Filippini, titolare dell’inchiesta che punta a ricostruire la vita dell’uomo e capire sia afflitto o meno da problemi psichiatrici. Il magistrato ha incaricato la polstrada di Novara di ascoltare la moglie del 39enne di Pontenure, paese del Piacentino, dove risiede nonchè di acquisire le cartelle cliniche dell’ospedale di Piacenza dove era entrato giovedì scorso dopo essere andato in escandescenza.

Gli inquirenti indagano se fosse al telefono o meno al momento dell’incidente

Tramite ciò gli inquirenti sperano di accertare se le benzodiazepine gli siano state somministrate dal personale sanitario e se l’uomo sia stato dimesso o abbia lasciato volontariamente l’ospedale.

Il 39enne, adesso ricoverato in psichiatria al San Carlo di Milano ma mai stato sottoposto a Tso, è stato sequestrato anche lo smartphone per capire se negli istanti prima dell’incidente mortale fosse al telefono o stesse inviando messaggi.

Stando alle immagini fornite dalle telecamere di videosorveglianza, si vedrebbe una macchina che tira diritto ad alta velocità come se l’autista non avesse visto il casello o guidasse bendato. Per questo si vuole appurare se fosse distratto o sotto gli effetti di un cocktail di benzodiazepine e stupefacenti.

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