Catania, è emergenza abitativa: via Gallo, 4 famiglie sfrattate

Catania, è emergenza abitativa: via Gallo, 4 famiglie sfrattate

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Catania, è emergenza abitativa: via Gallo, 4 famiglie sfrattate

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lunedì 17 Gennaio 2022

L'appello lo lancia la Cgil che interviene sul caso di via Gallo. La replica dell'azienda Policlinico, proprietaria dell'immobile.

Ancora emergenza abitativa a Catania. Ancora famiglie che rischiano di restare senza un tetto sulla testa. L’appello lo lancia la Cgil che interviene su caso via Gallo.

Il caso via Gallo

La vicenda riguarda quattro famiglie, “tutte economicamente disagiate, che da molti anni occupano un immobile abbandonato in via Gallo 3 a Catania, ma da oltre 35 anni di proprietà prima dell’ospedale “Vittorio Emanuele” e successivamente del “Policlinico” di Catania”, scrive la Cgil. Il 24 gennaio, gli occupanti saranno sgomberati; questi mesi, infatti, l’Azienda ospedaliera ha avviato l’iter che ha disposto l’intervento dell’ufficiale giudiziario” – riporta il sindacato in una nota.

L’assemblea pubblica

“Il Sunia di Catania, il sindacato degli inquilini della Cgil, chiama tutti a raccolta. “Ha invitato tutti gli interessati ad un’assemblea di quartiere pubblica che si terra oggi  lunedì 17 alle 19 di fronte ex Palazzo ESA (via Beato a Bernardo 5) – si legge ancora. L’immobile venne donato al reparto del Vittorio Emanuele dalla vecchia proprietaria che a suo tempo aveva concesso in affitto ad alcune famiglie gli appartamenti dell’immobile di sua proprietà. Nel corso degli anni è avvenuta una sostituzione delle vecchie famiglie con altre che hanno chiesto all’Amministrazione ospedaliera responsabile dell’immobile, di poter regolarizzare la propria posizione, non ottenendo mai una risposta risolutiva”. 

La causa

“Al contrario, nel 2006 viene promossa dall’azienda ospedaliera una causa nei confronti di alcune delle famiglie occupanti per il rilascio degli appartamenti  detenuti senza titolo. Nel corso della causa in diverse occasioni si è tentata una mediazione stragiudiziale per pervenire ad un accordo tra le parti, accordo più volte quasi raggiunto, ma il cambio di direzione dell’Azienda e le diverse vicende amministrative non hanno consentito che la vicenda venisse chiusa. La sentenza emessa nel 2016 condanna le famiglie a pagare i canoni pregressi e a lasciare  gli appartamenti.
In questi anni, secondo il Sunia di Catania, gli interessati si sono presi cura dell’immobile nonostante nel contenzioso queste somme spese non siano state tenute in alcun conto.

La proposta respinta

“Il Sunia aveva presentato da parte del una proposta transattiva, discussa con gli interessati, che potesse consentire alle famiglie di estinguere con una rateizzazione il debito pregresso, ovviamente decurtato tenendo anche conto delle spese fatte per la manutenzione ordinaria e straordinaria, e di pagare regolarmente i canoni dell’affitto. La proposta è stata presentata il 1º Dicembre; la risposta, negativa, è arrivata solo martedì 10 gennaio”.

La posizione del Policlinico

L’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G. Rodolico – San   Marco”, guidata da Gaetano Sirna, ha recentemente intrapreso iniziative mirate al recupero degli immobili occupati abusivamente. A   tale scopo, è stato adottato un apposito piano di ricognizione straordinaria teso alla valorizzazione del patrimonio immobiliare di   proprietà di questa azienda. In merito alla vicenda degli occupanti abusivi degli appartamenti aziendali di via Gallo 4-6 e via Sant’Elena 6-12, l’Azienda, con deliberazione del Direttore generale ff n. 229 del 08.10.2020, ha dato esecuzione alla sentenza del Tribunale di Catania n. 5599/2016 e della successiva sentenza della corte di Appello n. 1927/2019. Ciò ha comportato l’avvio di idonee azioni giudiziarie finalizzate al rilascio delle unità immobiliari da parte delle famiglie che le occupano, e al recupero delle somme dovute a titolo di indennità di occupazione “sine titulo”, oltre al recupero delle spese di lite liquidate nei due gradi di giudizio. L’accordo transattivo proposto nei diversi incontri con l’azienda dal sindacato Sunia, peraltro in rappresentanza parziale di alcune delle famiglie interessate dalla sentenza, è stato giudicato inaccettabile in quanto ben lontano da quanto disposto dal Tribunale di Catania. Tale accordo avrebbe infatti comportato un danno erariale inammissibile per un’azienda pubblica che gestisce risorse pubbliche. Quindi, pur comprendendo lo stato di necessità delle famiglie, l’azienda ospedaliero universitaria non intende ulteriormente tollerare alcuna situazione di illegalità nella gestione dei beni appartenenti al proprio patrimonio.

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