Catania, monastero dei Padri Crociferi, l’Egitto può attendere - QdS

Catania, monastero dei Padri Crociferi, l’Egitto può attendere

redazione

Catania, monastero dei Padri Crociferi, l’Egitto può attendere

Giuseppe Bonaccorsi  |
venerdì 15 Marzo 2024

La storia infinita dell’edificio iniziata nel lontano 2009: adesso, dopo anni di annunci, sono partiti i lavori che dovrebbero concludersi entro l’estate. Il Museo egizio? Bisogna verificare se ci sono ancora le condizioni

CATANIA – Sembra la trama di una telenovela. Una storia infinita sullo stile della saga di Dinasty cominciata a Catania nel lontano 2009. Allora assessora alla Cultura fu chiamata la stilista Marella Ferrera che, col benestare dell’ex sindaco Raffaele Stancanelli, e il supporto del vicesindaco di allora, Roberto Bonaccorsi, avviò una campagna di recupero di beni comunali, partendo da alcuni pregevoli edifici storici per tramutarli in contenitori culturali. L’attenzione della Ferrera, pochi mesi dopo il suo insediamento, si rivolse in primis sul monastero dei Padri Crociferi dell’omonima via patrimonio dell’Unesco, avviando interlocuzioni anche con gli affittuari di altri siti.

Il monastero affittato alla Cisl da anni e anni moroso

Il monastero Crociferi è un enorme monumento barocco con annessa chiesa. Allora c’era però un ostacolo da superare di non poco conto. L’edificio settecentesco con un bel cortile-chiostro era affittato storicamente alla Cisl, ma il sindacato era moroso col Comune da anni e anni. La Ferrera quindi, col sostegno del sindaco e di Bonaccorsi, avviò una serrata trattativa con i vertici del sindacato per invitarli a lasciare l’immobile che secondo gli intenti dell’allora amministrazione sarebbe dovuto diventare il secondo contenitore museale della città dopo il Castello Ursino.

Il monastero doveva diventare il secondo museo di Catania

In effetti, come avevamo avuto modo di appurare attraverso una visita al castello Ursino, i depositi del maniero federiciano erano ricchi di numerosissimi reperti e l’unica possibilità per consentire ai cittadini e ai turisti una fruibilità e visione di questi tesori era possibile attraverso l’apertura di un nuovo museo. Allora ci furono con la Cisl discussioni serrate, sembra al limite dello scontro. Alla fine di un anno di confronto e di polemiche… la Cisl cedette e lasciò l’immobile che dopo un intervento della Sovrintendenza, allora c’era in carica il sovrintendente Gesualdo Campo, venne finalmente riconsegnato alla città e divenne oggetto di un finanziamento per la sua ristrutturazione. Era il 2010. Sembrava che Catania potesse avere nel volgere di pochi anni il suo secondo museo. Invece da allora tutto è rimasto tale e quale. I lavori sono andati a rilento, anzi con lentezza estenuante o attraverso una marcia del gambero.

Ancora il polo museale non è pronto per l’apertura

Un passo avanti e due passi indietro per i più disparati problemi: manca l’ascensore, l’edificio non risponde ai requisiti di sicurezza, mancano le teche per custodire i reperti… Poi ci fu la lunga parentesi di intesa tra l’ex sindaco Enzo Bianco e la direzione del Museo Egizio di Torino, intorno al 2015. Allora sembrava dovesse essere imminente l’apertura del sito, ma ancora oggi, siamo nel 2024, il polo museale non è pronto per l’apertura. Paradosso dei paradossi, frutto di una cattiva spesa dei soldi dei cittadini e di intoppi istituzionali tutti di marca sicula che non giovano certo a nessuno, soprattutto alla città.

Il sindaco Trantino ha riavvito l’iter

Qualche mese fa il sindaco Enrico Trantino che ha mantenuto la delega alla Cultura ha trovato, sembra in disparte, col suo assessore ai Lavori Pubblici Sergio Parisi, il progetto dei lavori del complesso museale e ha riavviato l’iter. Le opere stanno andando avanti e il direttore dei lavori pubblici, ing. Fabio Finocchiaro su input dell’assessore Parisi mira a concluderli entro l’estate, ma soltanto per quanto riguarda il famoso secondo piano che dovrebbe contenere il tanto annunciato museo Egizio che non arriva mai a definizione.

Entro quest’estate avremo il Museo Egizio?

“L’intervento sarà completato entro questa estate – dicono all’unisono il direttore e l’assessore -. Stiamo realizzando il solaio della parte relativa alla sala ipogea, l’ascensore e l’impianto antincendio. Ultimate queste opere avremo la disponibilità dell’area dedicata a ospitare il museo Egizio. Per quanto riguarda invece gli altri livelli del monumento che ospiteranno il museo della città abbiamo già il finanziamento regionale che avvieremo per ultimare i lavori negli altri piani una volta consegnata l’area dell’Egizio”.
L’assessore Parisi ha aggiunto che una volta concluse queste opere il sindaco non avrà ostacoli a riprendere le interlocuzioni con i responsabili del museo Egizio di Torino per pianificare ove ci fossero ancora le condizioni, il trasferimento in prestito a Catania di alcuni reperti che sono custoditi nei depositi del contenitore di Torino per vedere così coronare dopo oltre 15 anni il primo step di un iter che se si fosse verificato in un altro Stato dell’Unione avrebbe senz’altro richiesto solo pochi anni di lavori.

La stilista ed ex assessora Marella Ferrera: “La città non riesce a fare il passo più lungo”

“Non so spiegarmi. È come se in questa città non si riesca a fare il passo più lungo della gamba per il bene della comunità…”. Lo dice la stilista catanese Marella Ferrera, riferendosi ai lavori lumaca per il recupero del monastero dei padri Crociferi che da oltre 15 anni è atteso dalla città come secondo polo museale dopo il castello Ursino.

“Allora – ricorda – era il 2009 quando venni nominata assessore alla Cultura del Comune. Mi volle il sindaco Raffaele Stancanelli. Quasi da subito con il supporto del vicesindaco Roberto Bonaccorsi ci interrogammo come far crescere la cultura attraverso il recupero di alcuni siti comunali di attrattiva e la nostra attenzione fu rivolta verso quei pregiati monasteri di cui la Catania è piena”.

E come finì?
“Noi allora volevamo restituire alla città questi luoghi della cultura per farne sede di attività culturale, ma anche per mettere in mostra molti tesori ancora oggi custoditi all’interno dei depositi del castello che è difficile mostrare. Avevamo una lunga lista di luoghi da acquisire. Quindi ci mettemmo alla ricerca dei primi, secondo noi ideali per poter realizzare questo progetto. Allora abbiamo avuto anche il supporto della Sovrintendenza di Gesualdo Campo. Una volta che la Cisl, nel 2010, decise di lasciare l’immobile attivammo subito il finanziamento che avevamo individuato. Pensavamo che al più presto tutto si potesse materializzare. Poi ci furono le mie dimissioni e tutto passò nelle mani di altri”.

Ci furono anni di oblio. Poi la ripresa dell’attenzione col sindaco Enzo Bianco con i colloqui con la direzione del museo Egizio di Torino che, però, non portò a risultati concreti. E lo stesso avvenne con l’amministrazione Pogliese e l’assessora Barbara Mirabella…
“Sì, infatti. Ancora oggi siamo all’anno zero. Ed è un vero peccato per i cittadini e la città. E’ come se a Catania non si riesca a fare nulla di buono pur avendone le possibilità, non si riesca a compiere quel passo più lungo della gamba….Davvero un peccato…”.

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