Catania, Ognina, nuova polemica sul Palazzo “Zefiro A” - QdS

Catania, Ognina, nuova polemica sul Palazzo “Zefiro A”

Melania Tanteri

Catania, Ognina, nuova polemica sul Palazzo “Zefiro A”

sabato 27 Novembre 2021

Secondo l’avvocato Arena il permesso di costruzione sarebbe illegittimo. L’assessore Trantino: “Rivendico la legittimità dell’operazione”. Il direttore Bisignani: “Le norme vigenti lo consentono”

“Permesso di costruire illegittimo”. È quanto sostiene l’avvocato Lina Arena, presidente dell’Associazione Borgo marinaro di Ognina, in relazione al costruendo palazzo di 13 piani noto come Zefiro A. Edificio autorizzato del Comune di Catania e che sorgerà in via Acireale, alle spalle del borgo di Ognina, in una zona attualmente caratterizzata dalla presenza di numerose baracche. Si tratta di un’operazione di ristrutturazione edilizia con demolizione e ricostruzione e incremento volumetrico che, secondo l’avvocato Arena, sarebbe illegittima. Per questo, la legale ha proceduto a denunciare sia il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, che il direttore dell’ufficio Urbanistica e gestione del Territorio, Biagio Bisignani.

“Poiché il vigente Prg prevede che l’area su cui dovrebbe sorgere il nuovo palazzo è destinato a opere di interesse collettivo – si legge nell’esposto. Nella fattispecie sede stradale Verde pubblico, con la presente volevo fare alcune considerazioni di merito” – si legge nella denuncia.

Nel documento l’avvocato Arena riprende anche l’interpellanza presentata dai consiglieri del MoVimento 5 stelle al direttore Affari istituzionali, per segnalare alcuni motivi di presenza illegittimità relativi al permesso di costruire 211/2010. Interpellanza alla quale ha risposto l’assessore all’Urbanistica Enrico Trantino sottolineando l’inesistenza di elementi di illegittimità verso il rilascio del permesso di costruire.

Una risposta inappropriata, per l’avvocata Arena. Anzi, una “non risposta”, come scrive nella denuncia. Il legale elenca le motivazioni per cui il procedimento sarebbe illegittimo. Innanzitutto perché contrario alla norma 6 del 2010 che prevede la possibilità di demolizione integrale e ricostruzione purché le aree interessate non abbiano altra destinazione inserita nel piano regolatore in vigore. Nel caso in questione, quello Piccinato del 1964. Secondo l’avvocata Arena, l’edificio Zefiro – che prevede l’intervento di demolizione e ricostruzione “con premio di cubatura del 35%”, si legge ancora, ricadono in zona destinata dal vigente Prg a verde pubblico e sede stradale. In secondo luogo, secondo Arena, sempre la stessa legge regionale del 2010 prevede “interventi previsti che non possono riguardare le aree gravate da vincolo assoluto di inedificabilità”. Secondo l’avvocata poi, “qualora i vincoli siano decaduti” si applicherebbe l’articolo 9 del DPR 327/2001 sugli espropri, che stabilisce la possibilità di effettuare interventi conservativi e non ricostruttivi, come quello in questione.

Tutti argomenti che l’assessore all’Urbanistica Trantino respinge al mittente. “Rivendico la legittimità dell’operazione – dice l’esponente della giunta Pogliese. Qualcuno ulula alla luna senza motivo”.

Operazioni legittime anche per il direttore Bisignani, tirato in ballo dalla denuncia. “Le norme vigenti lo consentono – ribadisce il dirigente: i vincoli, anche se decaduti permangono. Qui c’è la variante dello strumento urbanistico firmata dall’allora commissario Tuccio D’Urso per la viabilità Rotolo-Ognina. Questa ha modificato già le destinazioni e oggi, con il quasi completamento della strada, i vincoli sono reali”. Insomma, quei lotti vincolati dallo strumento urbanistico, oggi si troverebbero in un regime normato dalla legge 16 del 2016 che prevede che negli strumenti urbanistici siano consentiti anche interventi di ristrutturazione urbanistica. La legge sulla casa, oltretutto, permette non solo il premio di cubatura ma anche di derogare l’attuale strumento urbanistico.

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