Catania

Da Catania la sfida contro la povertà educativa

CATANIA – A Catania una lunga riflessione su nuovi modelli educativi che possano connettere il mondo della scuola con quello del lavoro, risolvendo le piaghe della dispersione scolastica e della povertà educativa. È accaduto nell’ambito di Gen-E, il più grande festival europeo dell’imprenditorialità giovanile, che ha scelto la città etnea per l’edizione 2024, con il titolo “Sparkle your curiosity”.

“Dobbiamo ridurre il mismatch tra domanda e offerta di lavoro – ha spiegato il sindaco Enrico Trantino, durante la sessione ‘Coalizione scuola’ che ha visto il confronto tra istituzioni, aziende e associazioni locali, nazionali e internazionali -. Credo che la distribuzione delle piattaforme di comunicazione stia, paradossalmente, generando una mancanza di sintonia. Ma se non diamo soluzioni, non risolviamo le degenerazioni come la dispersione scolastica, la mancanza di opportunità, le migrazioni”. Il suo pensiero è andato subito ai grandi investimenti che grossi players internazionali, come Stmicroelectronics, stanno operando sul territorio: “All’St serviranno entro il 2028 tremila ingegneri elettronici – ha fatto sapere – ma non saremo in grado di fornirli e dovremo rivolgerci altrove”.
Ed è proprio su questi temi che gli organizzatori hanno voluto accendere i riflettori. “Junior Archievement nasce negli Stati Uniti per portare l’educazione finanziaria nella scuole – ha precisato Antonio Perdichizzi, presidente di Ja Italia e Isola Catania – e in cento anni si è diffuso in tutto il mondo, contando oggi 17 milioni di persone, di cui sette milioni in Europa e 500 mila in Italia. Oggi è candidata al premio Nobel per la pace. La scelta di realizzare Gen-E a Catania, la città con i maggiori tassi di dispersione scolastica e povertà educativa in Ue, deriva dalla volontà di ottenere un impatto economico sul territorio e di offrire visibilità, con azienda che possano decidere di investire qui, studenti europei che possano scegliere di iscriversi ai tanti corsi in lingua inglese. L’obiettivo della coalizione scuola è di promuovere un manifesto per la prosperità educativa a cui chiunque possa partecipare”.

Carlo Chiattelli, partner EY, esperto di politiche pubbliche, specializzato in occupazione, istruzione e inclusione sociale che ha fornito consulenze anche alla Commissione europea e a diverse agenzie istituzionali Ue, ha raccontato come la transizione scuola-lavoro duri in Italia circa tre anni e come, invece, duri soltanto 12 mesi per gli altri cittadini europei. Secondo i risultati delle ricerche scientifiche da lui diffusi, i sistemi di competenze richieste per i vari profili professionali vedono l’interconnessione di diverse capacità: apprendimento attivo, attenzione all’ascolto, comprensione degli altri, resilienza, gestione celle emozioni, valutazione e assunzione di decisioni, gestione del tempo, senso critico, orientamento al servizio, capacità di analisi, capacità di risolvere i problemi compressi e adattabilità.

Quali sono i motori del possibile riscatto? “Banche e assicurazioni, grandi capitali privati come Ferrero e Luxottica e nuove generazioni, a cui dobbiamo far comprendere che andare a gare gli imprenditori è un’opportunità reale”, secondo Agostino Scornajenchi, amministratore delegato e direttore generale della Cassa depositi e prestiti Venture Capital Sgr. “Bisogna creare una connessione tra l’Ue, il mondo del lavoro e il mondo dell’istruzione, dove occorre portare a sistema l’innovazione” ha detto Cristina Grieco, presidente di Indire.

Non può mancare lo sport

All’interno di questo ambizioso progetto non può mancare lo sport. Ne è convinta Federica Celestini Campanari, Commissaria dell’Agenzia italiana per la gioventù: “Lo sport serve per la promozione delle soft skills, come la capacità di essere leader e di risolvere i problemi” ha fatto sapere. Sull’orientamento punta pure Anna Gionfriddo, amministratrice delegata di Manpower Group Italia. “Sono convinta che lo sviluppo debba muoversi su tre direttrici: Ia, sostenibilità ambientale e sociale, transizioni generazionali” ha suggerito.

Ci sono contesti in cui non è difficile soltanto trovare le competenze necessarie a fare ingresso nel mondo del lavoro, ma addirittura le capacità per emanciparsi dal proprio nucleo familiare, per leggere e scrivere, per dire “no” alla criminalità organizzata. “Mi sono trovato a processare padre e figli in Calabria e, anche a Catania, intere famiglie di mafia – ha raccontato Roberto Di Bella, presidente del Tribunale per i minorenni di Catania e autore del libro “Liberi di scegliere. La battaglia di un giudice minorile per liberare i ragazzi dalla ‘ndrangheta” -. Ma la particolarità di Catania è nell’estrema povertà di quei contesti, dove troviamo un degrado impressionante. Ci sono interi quartieri in cui non si va a scuola, in cui i ragazzi sono completamente analfabeti. E lo dimostrano i dati di OpenPolis, con il 25,2% sulla dispersione scolastica. I ragazzi che non vanno a scuola, nella migliore delle ipotesi, diventano vittime del lavoro nero, oppure vengono sfruttati dalla criminalità organizzata come carne da macello. Ciò non fa altro che comportare ignoranza sul mercato del lavoro e malcostume diffuso”.

Il presidente ha poi spiegato come il programma messo a punto con la Prefettura, che ha visto la nascita dell’Osservatorio metropolitano per i minori, sia stato preso a modello dallo Stato e abbia aperto, con dei progetti pilota, molte scuole catanesi nel pomeriggio per sottrarre i minori al degrado, per avvicinarli allo sport e per guidarli nella scoperta dei loro talenti. Un’iniziativa straordinariamente efficace anche secondo Francesco Vanni d’Archirafi, presidente e fondatore onorario di JA Europe e chairman di Euroclear Holding ed Euroclear Sa/Nv: “L’ho visto fare in tante città, con risultati incredibili e profondamente trasformativi nel tempo”.

Antonio Belcuore, commissario straordinario della Camera di commercio del Sud-Est Sicilia, ha ribadito la volontà di utilizzare le banche dati e di mappare il territorio per conoscerne le mancanze. Sarebbero proprio queste le principali cause di difficoltà degli imprenditori del settore edile. “Siamo davanti a un cambiamento dal punto di vista dirigenziale e lavorativo – ha spiegato Salvo Messina, vicepresidente di Ance Catania –. Da qui al 2028 contiamo l’assunzione di 280 mila persone, abbiamo un parco lavorativo del 40% con età superiore a 51 anni e viviamo difficoltà nella trasmissione del sapere. Esistono davvero tanti professionisti dall’alta formazione, che però vanno altrove. La nazionale di atletica, che tanta soddisfazione ci sta dando, è un esempio che noi siamo cercando di mutuare: gli immigrati sono l’unica opportunità per le aziende di continuare a lavorare. E siccome il settore edile non è più solo ‘mazza e piccone’, abbiamo bisogno di persone che siano formate per essere coadiuvate da macchine sempre più attente”.