Cercasi schiavo a Palermo e Catania per l'estate, Sib respinge le accuse

Cercasi schiavo per la stagione estiva, provocazione a Palermo e Catania

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Cercasi schiavo per la stagione estiva, provocazione a Palermo e Catania

Giuseppe Bonaccorsi  |
martedì 17 Maggio 2022

Il sindacalista dell'Usb, Orazio Vasta, spiega perché anche a Catania e Palermo (così come a Lipari) sono apparsi i manifesti "Cercasi schiavo". Il Sib respinge le accuse al mittente

Nata a Lipari nella notte del Primo Maggio adesso la protesta si sta allargando a macchia d’olio in tutta l’isola. I manifesti provocatori “Cercasi schiavo per la stagione estiva” stanno spuntando sui muri di molte città, dopo essere stati oggetto di forti discussioni a Lipari, nell’arcipelago delle Eolie, dove l’associazione “Magazzino di mutuo soccorso – Eolie” li ha affissi senza autorizzazione proprio nel giorno dela Festa del lavoro.

L’iniziativa, seppure provocatoria, ha colpito nel segno, avviando nell’arcipelago una fitta discussione sulle problematiche del lavoro sfruttato in occasione dell’estate e ha suscitato anche l’attenzione degli albergatori eoliani che hanno proposto un tavolo tecnico sull’argomento da tenersi con le autorità.

Da Lipari sino a Catania

Una iniziativa del genere, così singolare, non poteva passare inosservata in una terra dove lo sfruttamento e il lavoro nero sono per così dire di casa. E così dopo l’apparizione sui muri di Palermo pochi giorni fa, i  manifesti anti schiavismo sono comparsi anche a Catania.

Ad organizzare l’affissione sia a Palermo che a Catania è stata l’Usb. “Abbiamo preso spunto dall’associazione di Lipari per riproporla a Palermo e  a Catania -. ha spiegato Orazio Vasta, rappresentante dell’Usb Sociale -. Abbiamo condiviso questa iniziativa perché come Federazione del sociale conosciamo direttamente queste realtà di sfruttamento legate espressamente, in questo periodo, al turismo, un settore che durante l’estate è protagonista di  molti episodi di lavoro che di rispetto delle regole hanno davvero poco. Mi riferisco ai bagnini, agli operatori balneari in genere, ma anche a tutto il comparto della ristorazione e degli alberghi. Certamente – continua – noi non vogliamo affatto criminalizzare un intero tessuto imprenditoriale delle vacanze, ma in effetti c’è una realtà che non si può nascondere dietro il reddito di cittadinanza“.

Il Reddito di cittadinanza falso problema

Secondo il rapresente Usb la maldicenza sui  beneficiari  del bonus statale che rinunciano  a un posto di lavoro stagionale deve essere cancellata: “Anche per questo abbiamo deciso di affiggere i manifesti. E chiarisco: se una persona viene messa in regola e percepisce uno stipendio adeguato come lavoratore stagionale, che deve oscillare orientativamente sui 1500 euro, cioè l’equivalente di due mesi del reddito di cittadinanza, sicuramente non rinuncerà al lavoro. Inoltre  a fine stagione percepirà il tfr e anche l’Aspi, la discoccupazione. Inoltre se sei davvero messo in regola hai il diritto alla prelazione sulla prossima stagione. Tutto questo discorso dove vuole arrivare? A quello che noi denunicamo nel manifesto. Se un imprenditore applica il contratto e la paga prevista, e quindi una paga consona, i lavoratori li troverà. Ma se il suo accordo prevede uno stupendio che si avvicina al reddito di cittadinanza, con turni massacranti e senza diritti, qualcuno mi vuole dire perché un giovane dovrebbe rinunciare al Reddito di cittadinanza? Quindi questo bonus  è un falso problema…”

Ma allora come uscire da questa problematica? “Noi dell’Usb cercheremo di tenere alta l’attenzione su questo argomento, pur sapendo che tanta gente stagionale subisce perché ha paura di non essere più richiamata. Inoltre chiederemo maggiori attrenzioni all’Ispettorato del Lavoro affinché intensifichi i controlli e ci saremmo aspettati che anche i sindacati confederali sposassero la nostra iniziativa”.

Il Sib respinge le accuse

Rispedisce al mittente la provocazione Ignazio Ragusa, presidente del Sib (Sindacato italiano balneari) e lui stesso imprenditore balnerare: “E’ una provocazione bella e buona. Noi reperiamo il personale applicando i contratti previsti dalla normativa. Negli stabilimenti balneari ci sono lavori e lavori. Ci sono anche quelli che durano soltanto mezza giornata e quindi mi sembra logico che si percepiscano 800 euro. Sullo sfruttamento ogni mondo è paese e ci sono senz’altro imprenditori che sfruttano e imprenditori che strapagano. Il problema è vecchio e queste situazioni sono sempre esistite… Ed è chiaro, ad esempio, che chi fa il lavapiatti non può certo attendersi una paga milionaria…”.

Giuseppe Bonaccorsi

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