Polemica manifesti a Lipari: "La nostra è stata solo una provocazione

Polemica manifesti a Lipari: “La nostra è stata solo una provocazione…”

Antonino Lo Re

Polemica manifesti a Lipari: “La nostra è stata solo una provocazione…”

Giuseppe Bonaccorsi  |
lunedì 02 Maggio 2022

Parla uno degli attacchini selvaggi: "Il lavoro stagionale è una piaga che va maggiormente attenzionata e debellata". E le Eolie si dividono tra fautori e contrari

“Nessun obiettivo di colpire il singolo imprenditore, ma solo quello di riaprire un dibattito, anche in vista delle elezioni comunali di giugno, sullo sfruttamento del lavoro stagionale in vista di questa nuova estate alle porte che si profila da boom. E abbiamo scelto proprio la giornata del primo Maggio per scuotere le coscienze su una piaga che perdura nel tempo a causa di alcuni datori di lavoro che se ne approfittano. Non è una cosa di oggi, lo sappiamo tutti. E avviene sistematicamente ogni anno”. Dall’altro capo del telefono c’è uno dei componenti del gruppo di cittadini di Lipari, comune capoluogo dell’arcipelago eoliano che la notte a cavallo tra il 30 aprile e la giornata della festa dei lavoratori hanno tappezzato Lipari e la frazione di Canneto di manifesti provocatori con su scritto: “Cercasi schiavo per la stagione estiva. 800 euro al mese, 10 ore al giorno, no tfr, contratto irregolare o stipendio a nero, giorno libero? hahaha”.

Accetta di parlare sotto il rigoroso anonimato e aggiunge: “Non abbiamo un episodio specifico recente o l’intenzione di attaccare la classe imprenditoriale delle isole – continua – , ma è necessario porre nuovamente l’attenzione su un tema che affligge tutte le attività turistiche della nostra penisola, compresa le nostre”. “Abbiamo molti episodi che si sono verificati in passato- conclude l’interlocutore protetto dall’anonimato- e proprio per questo vogliamo sollecitare per tempo le autorità preposte a vigilare maggiormente su quello che avviene anche qui nel lavoro stagionale”.

Fin qui l’anonimo attacchino che col suo gesto ha scatenato un putiferio in paese, dividendo Lipari in due fazioni ben distinte.

Indagano i carabinieri

Maurizio Cipicchia, presidente di Assoimprese, ieri all’Agenzia stampa Ansa, ha dichiarato riferendosi all’episodio. “Sarebbe stato più opportuno ed onesto, senza trincerarsi dietro l’anonimato, avere il coraggio di denunciare agli organi competenti che hanno effettuato sempre i dovuti controlli”.

A rincarare la dose contro gli attacchini abusivi ci hanno pensato altri imprenditori. Uno di loro, componente di una storica famiglia di albergatori nell’arcipelago attacca su Facebook.  “…Tanta sincera solidarietà a tutti i datori onesti, quelli seri, che oggi si sentono umiliati da questi cartelloni abusivi e generalisti, che per garantire il lavoro non chiudono occhio la notte”.

Su Facebook monta la polemica

Il post ha suscitato molte reazioni a favore, ma anche contrarie di liparoti che stigmatizzano anche sulla presunta apertura di un fascicolo dei carabinieri dietro la presentazione di una denuncia, che, secondo voci non confermate, avrebbero intenzione di visionare anche le telecamere a circuito chiuso delle attività circostanti le aree dove gli attacchini hanno agito. L’obiettivo è  cercare di risalire all’identità del  singolo o del gruppo. “Neanche fosse un criminale mafioso… – sbotta un cittadino sempre sui social – e che ha fatto di tanto grave da scomodare i carabinieri che tanto altro di importante hanno da fare? Tutt’al più una multa per affissione abusiva”..

Se qualcosa di giusto c’è in questa vicenda è quella di aver riaperto un dibattito sulle attenzioni che devono essere poste dal personale addetto ai controlli che ha il compito di perseguire quegli imprenditori senza scrupoli – per fortuna non tanti – che macchiano l’onesto lavoro di tanti con paghe capestro per giovani e meno giovani che devono assolutamente lavorare in questi periodi di nuova miseria.

La verità? Forse sta in mezzo

Ma solidarietà va spesa anche per tutti quegli imprenditori che si dannano per potere andare avanti in una giungla di tasse e balzell che farebbero rabbrividire chiunque, costretti talvolta anche ad avere a che fare con lavoratori che prima accettano un lavoro e poi se è troppo pesante preferiscono lasciare magari senza dare il tempo al datori di trovare chi lo sostituisca. E allora siamo sicuri che le colpe stiano soltanto da una parte e non in mezzo? 

Giuseppe Bonaccorsi

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