“Cip!” è pronto a planare, Dario Brunori arriva a Taormina - QdS

“Cip!” è pronto a planare, Dario Brunori arriva a Taormina

Valeria Arena

“Cip!” è pronto a planare, Dario Brunori arriva a Taormina

giovedì 04 Agosto 2022

Questa sera il cantautore calabrese porta al Teatro antico le sue “canzoni contro la paura”, nel primo tour post pandemia

TAORMINA (ME) – È complicato non trasformare le interviste a Dario Brunori in una seduta terapeutica, attaccare i post-it ai suoi testi come promemoria e chiedersi, e farsi spiegare, come sia riuscito a legare un palloncino alle sue canzoni e alla sua vita dopo anni di fama da cantautore deprimente, come lui stesso si è definito.

Brunori, “Devo tirare fuori ancora il peggio di me”

Con Cip!, una lunga carezza in mezzo a un mondo che brucia, ha completato brillantemente il passaggio da Bella promessa a Venerato maestro, già iniziato con A casa tutto bene, e adesso si accinge a percorrere l’impervia strada che porta all’ultima categoria, quella del Solito stronzo: “Devo dire che sto cercando in tutti i modi di accelerare questo processo, ma il pubblico ancora non recepisce. Probabilmente devo lavorarci di più, devo tirare fuori ancora il peggio di me più di quanto non abbia fatto. Pensavo già di averlo fatto ma purtroppo il pubblico non comprende. Oppure ho un pubblico di masochisti, più faccio lo stronzo, più mi vogliono bene”.

Brunori stasera approda al Teatro antico di Taormina

Un pubblico che per due anni ha dovuto accontentarsi di capienze al 50%, di distanziamento sociale e mascherine o di ascoltare Cip!, uscito nel gennaio del 2020, in casa in attesa di un vero tour, quello che finalmente Brunori è riuscito a organizzare questo anno e che stasera approda al Teatro antico di Taormina: “È stato liberatorio da tanti punti di vista. Nel dramma collettivo, che è stato ovviamente di gran lunga più tragico di quello che ho vissuto io, c’è stato il dramma di dover accettare di non poter far svolazzare questo pettirosso lì pronto a planare, quindi abbiamo cercato di recuperare, anche nella struttura del live, l’idea che avevamo due anni fa, come se fossimo tornati indietro, non per rifuggire da quello che è accaduto, ma per far sì che si creasse una sorta di celebrazione di un ritorno, che magari non sarà un ritorno completo alla normalità, perché purtroppo non lo è, ma a un ritorno allo stare insieme e a vivere gli eventi collettivi che, come ho detto più volte durante la pandemia, restano una forma di medicina, un balsamo. Questo sia per il pubblico che per i tanti professionisti dello spettacolo che sono tornati a lavorare. Devo dire però che siamo saliti sul palco ed è stato come non fossimo mai scesi. Avevo il timore che le persone si fossero disabituate ai concerti, che nemmeno venissero, che io fossi disabituato ai concerti e invece è sparito tutto in un secondo ed è stato anche più bello di come lo avevo lasciato”.

Un ritorno al passato impreziosito da una sorpresa

Un ritorno al passato impreziosito da una sorpresa: “La novità è che modifico le battute, cosa che non era mai successa. Ho sempre utilizzato le solite battute riciclate per anni e invece adesso da un tour all’altro le cambio”.

E chissà a quali battute avrà riso Samuele Bersani che un paio di settimana fa ha pubblicato sul suo profilo Instagram un video in cui, di ritorno dalla tappa bolognese di Brunori, divideva l’autobus con alcuni ragazzi che come lui avevano partecipato al concerto, a cui è seguita, sempre su Instagram, una foto di entrambi che lascia ipotizzare una possibile collaborazione musicale: “Mi auguro possa avverarsi. Sono rimasto anche io, come gli altri, piacevolmente sorpreso dal video di Samuele, perché conosco il suo pudore, la delicatezza con cui di solito gestisce la comunicazione ed è stato un atto così istintivo che mi ha sorpreso e reso contento. Ci siamo poi sentiti e scritti in privato. Ci conosciamo da tempo, ma quel video è stata la miccia che mi ha fatto dire ‘sì, lo faremo’. L’intenzione c’è perché abbiamo una sensibilità simile, seppur declinata in maniera differente, anche se poi mica tanto, quindi può venir fuori qualcosa di bello. Come gli ho scritto ironicamente in privato, ‘forse dobbiamo aspettare per non mettere in difficoltà gli altri colleghi’”.

La regola dei tre anni

Intanto stanno per scadere i tre anni che solitamente Brunori utilizza per scrivere e produrre un album: tre anni da Vol. 2 – Poveri Cristi a Vol. 3 – Il Cammino di Santiago in taxi; tre anni da Vol. 3 – Il Cammino di Santiago in taxi ad A casa tutto bene; tre anni da A casa tutto bene a Cip! e tre anni l’anno prossimo dall’uscita di Cip!: “Sì, ho sempre utilizzato la regola del tre e mi sono sempre trovato bene. In maniera del tutto casuale, tra l’altro, però evidentemente è il tempo di gestazione che mi serve tra un disco e l’altro. C’è da dire che questi tre sono stati particolari, per cui non so dire bene se ci sarà lo stesso lasso di tempo. Vorrei farlo perché mi piace raccontare il mondo assecondando la sua rapidità, ma allo stesso tempo è stato tutto troppo intenso. Mi piacerebbe raccontare questi ultimi anni, ma forse ancora non li ho metabolizzati, soprattutto da un punto di vista musicale. C’è tanta disillusione, anche se questi concerti e l’affetto della gente mi hanno fatto rendere conto che esiste una parte di umanità, magari silenziosa, che non si esprime sui social o si esprime poco, che rimane nascosta per garbo e gentilezza, e mi viene voglia di lavorare e di scrivere per questa umanità”. Canzoni contro la paura, per per dirla come il poeta.

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